Bologna FC
La promozione in Serie B del 1984
SINE QUA NON, siamo qua noi – La promozione in Serie B del 1984
La rubrica “SINE QUA NON. Siamo qua noi” si propone di raccontare episodi importanti della storia del Bologna e della sua città. Anche questo articolo si propone questo obiettivo, però non è possibile non citare un evento che è stato annunciato pochi giorni fa e già ritirato: la Super League.
I lettori di questa rubrica sono troppo attenti per ignorare che cosa sia. Spesse volte i lettori mi scrivono per correggere, modificare, approvare e disapprovare quello che scrivo. Sicuramente, quindi, si saranno fatti la propria opinione e noi non volgiamo affatto modificarla. Mi permetto, però, di dire che al calcio dei grandi campioni e delle squadre plurivincitrici delle competizioni nazionali e internazionali, io preferisco le piccole soddisfazioni delle piccole vittorie, magari vissute allo stadio in compagnia dei nostri genitori o dei nostri figli. Quelle vittorie che poi da adulto te le porti custodite con te, come carissimi ricordi.
Quali sono le partite di calcio che davvero ricordiamo? Probabilmente qualcuno ricorderà le partite giocate con i compagni nei campetti di periferia o di campagna. I più bravi, o fortunati, ricorderanno qualche gol che ha reso loro pochi minuti di celebrità. Molti altri ricorderanno le vittorie della squadra del cuore, una promozione alla serie superiore, momenti di gioia regalati da un calcio di punizione, oppure la convocazione in Nazionale del proprio attaccante preferito. La cosa che ha reso il calcio uno sport meraviglioso è che i vincitori sono pochi, ma alla festa partecipano tutti.
Queste sono le ragioni che ci tengono legati alle tradizioni del nostro calcio e che ci rendono poco gradita la prospettiva di un super campionato, con super squadre e super calciatori.
Insomma, oggi voglio raccontare brevemente la stagione del Bologna 1983-1984, quando la squadra allenata da Giancarlo Cadé ottenne la promozione in Serie B. Il Bologna non era mai stato in Serie C (allora C1 girone A), proveniva da due retrocessioni consecutive. Quell’anno doveva rappresentare la ripresa dopo il disastro degli anni precedenti. Fu così, ma fu molto meno facile di quanto si potesse immaginare. Quel girone viaggiava lungo la Via Emilia, vi giocavano Parma, Reggiana, Modena, Bologna e Rimini, oltre alla Spal. Erano sei le squadre emiliano-romagnole. Le squadre che si giocarono la promozione furono Parma, Bologna e Lanerossi Vicenza. Nel Parma giocavano Stefano Pioli (attuale allenatore del Milan) e Fausto Salsano. Nella rosa del Parma, senza però disputare nessuna partita in quel campionato, vi era anche il giovane Nicola Berti (che qualche anno più tardi avrebbe vinto lo scudetto con l’Inter). Nel Lanerossi Vicenza giocavano Alberto Bigon (ex giocatore del Milan e poi allenatore del Napoli del secondo scudetto), Roberto Filippi (che aveva giocato con il Vicenza in Serie A) e soprattutto Roberto Baggio, che aveva solo 16 anni e che realizzò il suo primo gol tra i professionisti proprio domenica 3 giugno 1984, con un calcio di rigore contro il Brescia nell’ultima gara di campionato. Nonostante il 3 – 0 contro il Brescia (squadra con la quale Baggio avrebbe concluso la sua carriera) il Lanerossi Vicenza non ottenne la promozione.
Proprio la carriera di Roberto Baggio (qui abbiamo raccontato la sua esperienza al Bologna) dovrebbe essere illuminante per quanti credono che il bel gioco sia solo nelle grandi squadre europee. Baggio nel corso di una irripetibile carriera ha vestito anche le maglie di Vicenza, Fiorentina, Bologna e Brescia (oltre che quelle di Juventus, Milan e Inter).
La formazione tipo del Bologna di quell’anno era Bianchi, Bombardi, Logozzo, Donà, Fabbri, Ferri, Gazzaneo, Pin, Frutti, Facchini, De Ponti. Nella rosa del Bologna di quella stagione c’erano anche Adelmo Paris (grande capitano felsineo alla sua ultima stagione agonistica) e Giancarlo Marocchi, giovane promessa rossoblù.
Il capocannoniere del campionato bolognese fu Sauro Frutti, attaccante prolifico che disputò molti campionati tra Serie B e Serie C, segnando sempre moltissimo.
A tre giornate dalla fine del Campionato la classifica era: Bologna e Vicenza 43, Parma 42. Le prime due classificate sarebbero state promosse in Serie B. La giornata trentaduesima prevedeva l’importante partite Vicenza Parma, che si presentava come un vero spareggio. Stravinse il Parma a Vicenza per 4 a 1. Il Bologna, invece, regolò il Brescia con un 2 – 0 con gol di Fabbri e Facchini.
La classifica divenne Bologna 45, Parma 44, Vicenza 43. Nella giornata successiva Parma (1 –0 contro l’Ancona) e Vicenza (3 – 1 a Modena) vinsero, mentre il Bologna pareggiò 0 – 0 a Treviso. Le tre squadre affrontarono l’ultima giornata con la classifica: Bologna e Parma 46, Vicenza 45. Nell’ultima giornata vinsero tutte e tre le squadre. Sanremese – Parma 0 – 1, Vicenza – Brescia 3 – 0 (come ricordato, in questa gara Roberto Baggio realizzò il suo primo gol da professionista), Bologna – Trento 1 – 0 (gol di Facchini).
Quindi, il Bologna ottenne la promozione, ma arrivò solo secondo in classifica perché il Parma, in virtù del 4 – 1 al Vicenza, aveva ottenuto una migliore differenza reti. Poco importava, quel giorno si fece festa, era una piccola vittoria, ma dopo due retrocessione il Bologna aveva bisogno di tornare a respirare l’aria di gioia che il gioco del calcio è capace di donare.
Protagonista di quelle ultime partite fu Luciano Facchini, alla sua migliore stagione e l’unica con il Bologna. L’anno successivo passò ai rivali del Parma. Il centrocampista di Calenzano avrebbe meritato miglior fortuna anche nella massima serie, ma la storia del calcio è piena di giocatori di talento che hanno impreziosito anche la Serie B e La Serie C.
L’ultima nota positiva di quella stagione fu che lo Stadio Comunale venne ribattezzato Stadio Renato Dall’Ara, omaggiando quel Presidente che aveva portato al Bologna ben cinque scudetti.
In conclusione, io credo che per godere del calcio e della sua festa i tifosi comuni non abbiano affatto bisogno di una Super League.
Amedeo Gargiulo
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