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La Repubblica – Sei attaccanti zero gol i tre punti li fa Okaka

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Il Bologna naufraga ad Udine. La prima sconfitta della stagione senza scusanti brucia forse meno del pareggio con il Genoa o della sconfitta con la Roma, ma delude molto di più. Salle colonne di Repubblica, Simone Monari.

I bomber costano così tanto perché determinano le partite. Okaka ieri ha fatto la differenza, trovando un colpo di testa per niente scontato, Nestorovski ha creato diversi fastidi.Il Bologna dalla sua, in 90 minuti, ha schierato tutto il suo arsenale di attaccanti, senza mai essere incisivo. Nel primo tempo il Bologna ci ha provato in modo equilibrato giocando anche meglio dell’Udinese, la differenza l’ha fatta quella letale ripartenza che ha condannato i felsinei a dover rincorrere già dal 27°. Orsolini ha sfiorato l’1-1, ma spesso si è smarrito tra le maglie avversarie. Sansone, forse ancora amareggiato da Genova, la porta non l’ha mai vista nonostante il tanto movimento.

Lacune anche in fase di non possesso. Soriano non rientrava ad aiutare il centrocampo (ma non trovava nemmeno gli inserimenti giusti) ed un Dzemaili concentrato, ma ancora non al 100% della forma soffriva le accelerazioni di Fofana.Il Bologna degli ultimi mesi è vero, è una squadra che concede, ma sa assaltare, spesso nel secondo tempo, come poche altre ed è capace di fare tre gol in venti minuti come a Brescia; ieri questo non si è lontanamente visto. Zero. Zero guizzi degli esterni, zero inserimenti dei centrocampisti, zero trovate degli attaccanti. Destro inconsistente, Santander che ha cercato diverse sponde, spegnendosi con il passare dei minuti.

Il Bologna sta dimostrando di soffrire le squadre fisiche ed in in più, l’Udinese di ieri era forse la peggiore da poter incontrare: cinica e motivata da una situazione di classifica deficitaria. L’affollamento in attacco è stato inutile, forse controproducente. Nel primo tempo l’Udinese ha trovato la vittoria giocando più da squadra, con linee più strette, un’ottima regia a centrocampo, Jajalo ha fatto correre la palla a due tocchi, come si chiede ad un uomo in quel ruolo, e le ripartente bianconere erano spesso ben organizzate, nella ripresa poi è bastato abbassarsi e chiudere ogni varco per potersi difendere da un Bologna lento, prevedibile e senza capacità di pungere.

 

Forse i Friulani andavano aggirati, piuttosto che aggrediti per vie centrali, ma i preposti ad eseguire quel compito hanno fallito. Domenica contro la Lazio, senza Soriano (espulso a partita terminata) bisognerà provare a ritrovare la fluidità di manovra e la foga che contraddistinguono la squadra di Mihajlovic. 

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