Bologna FC
La seconda Coppa Italia del 1974
SINE QUA NON, siamo qua noi – La seconda Coppa Italia del 1974
Nella nostra rubrica “SINE QUA NON: Siamo qua noi” avevamo raccontato la vittoria della prima Coppa Italia del Bologna nel 1970.
Esattamente come quattro anni prima il Bologna vinse la Coppa Italia nell’anno dei Mondiali di Calcio. Purtroppo, il percorso della Nazionale nei Mondiali del 1974 in Germania fu molto breve. L’Italia non andò oltre il girone di qualificazione e fu eliminata dalla Polonia e dall’Argentina. L’esaltante rante esperienza del 1970 in Messico non venne replicata. La partita inaugurale dei Mondiali in Germania si disputò a Francoforte il 13 giugno del 1974 tra Brasile e Jugoslavia (il risultato cinclusivo fu 0 – 0), la finale della Coppa Italia si disputò circa 20 giorni prima, il 23 maggio a Roma.
Si affrontavano in finale Bologna e Palermo. Era una finale atipica. Il Bologna disputò un Campionato tranquillo di metà classifica in Serie A (quello fu il primo scudetto della Lazio del grande Giorgio Chinaglia), mentre il Palermo giocava in Serie B e concluse il Campionato cadetto a ben 11 punti di distanza dalla Ternana, terza classificata. Quell’anno furono promosse in Serie A Verese, Ascoli e Ternana. I pronostici, dunque, erano tutti per il Bologna, ma come si arrivò a quella Finale?
Andiamo per gradi:
Nel primo turno, svolto nella fase di precampionato il Bologna ebbe la meglio in un girone che comprendeva Napoli, Reggiana, Avellino e Genoa. Le cinque squadre si affrontavano in un girone all’italiana senza ritorno. Nelle quattro partite del Bologna del petisso Bruno Pesaola, Beppe Savoldi fece la parte del leone, realizzando 5 dei 10 gol della squadra rossoblù. Il Palermo, invece, eliminò Bari, Fiorentina, Verona e Perugia (Fiorentina e Perugia disputavano il Campionato di A).
Nel pieno del Campionato, invece, si disputò il secondo turno, costituito da due gironi all’italiana con gare di andata e ritorno. I gironi erano composti da Atalanta, Bologna, Inter e Milan (giorne A), Cesena, Juventus, Lazio e Palermo (girone B). Forse perché alcuni giocatori importanti erano concentrati nella preparazione dei Mondiali, forse perché nel girone B la Lazio e la Juventus pensavano più a contendersi lo Scudetto, i gironi furono vinti da Bologna e Palermo. La squadra rosanero si tolse la soddisfazione di battere per 2 a 0 sia la Lazio che la Juventus (prima e seconda in classifica nella massima Serie). Il Bologna, invece, ebbe la meglio nel girone che comprendeva tre squadre lombarde (l’Atalanta disputava il Campionato di Serie B). La classifica conclusiva del girone vide il Bologna con 9 punti, davanti a Inter 8, Milan 5 e Atalanta 2 punti. Fu ancora Beppe Savoldi il capocannoniere felsineo con altri 4 gol.
Proprio come 4 anni prima, Beppe Savoldi fu il capocannoniere di quella edizione della Coppa Italia. Un particolare dettaglio: Beppe Savoldi ha vinto tre volte la classifica dei cannonieri della Coppa Italia: 1970, 1974 e 1978 (in questa edizione con la maglia del Napoli), sempre nell’anno dei Mondiali. Peccato che né Valcareggi, né Bearzot gli diedero fiducia, regalandogli una più che meritata partecipazione ai Mondiali.
La finale, come anticipato, si giocò a Roma il 23 maggio 1974. L’arbitro fu Sergio Gonella, una vera leggenda del mondo arbitrale. L’unico arbitro italiano ad aver arbitrato sia una Finale degli Europei che dei Mondiali. Nel 1976, infatti, a Belgrado arbitrò la Finale tra Cecoslovacchia e Germania Ovest, vinta ai rigori dalla Cecoslovacchi per 7 a 5; il rigore decisivo fu tirato da Panenka, che in quella occasione utilizzò per la prima volta il tiro che ancora oggi porta il suo nome, anche se è diventata più utilizzata la definizione di “tiro a cucchiaio”. Nel 1978, Gonella arbitrò anche la Finale in Argentina a Buenos Aires tra Argentina e Olanda, vinta da 3 a 1 ai tempi supplementari dall’Argentina di Kempes.
Quel 23 maggio 1974,invece, il Bologna scese in campo con Buso, Roversi, Rimbano, Battisodo, Cresci, Gregori, Ghetti, Bulgarelli, Savoldi, Vieri (il papà di Bobo Vieri, nato proprio a Bologna durante la permanenza del papà con la squadra rossoblù), Landini. Tra i titolari, rispetto alla partita conclusiva di quattro anni prima (non c’era ancora la finale) c’erano Cresci, Bulgarelli e Savoldi. Anche Roversi e Battisodo facevano parte della rosa del 1970. Nel secondo tempo per il Bologna entrarono Novellini per Gregori e soprattutto il diciannovenne Eraldo Pecci (qui abbiamo raccontato la sua storia) per Rimbano. Entrambi furono decisivi durante i calci di rigore che assegnatomi la vittoria al Bologna.
La partita, però, si mise presto male, quando l’attaccante del Palermo Sergio Magistrelli portò in vantaggio il Palermo con un imponente colpo di test. A un minuto dalla fine, l’arbitro Gonella concesse un calcio di rigore, un po’ generoso, per un fallo in area su Bulgarelli, Savoldi trasformò il rigore e i tempi regolamentari si conclusero sull’ 1 a 1. I giocatori del Palermo protestarono molto per quel rigore e forse si distrassero nel prosieguo dell’incontro.
Anche i rigori cominciarono male per il Bologna, dopo tre tiri dal dischetto le realizzazioni di Bulgarelli e Savoldi e l’errore di Cresci avevano portato il Palermo avanti 4 a 3. Nel quarto di turno per il Bologna Novellini realizzo il rigore, mentre Salvatore Vullo tirò alto (Vullo poi avrebbe disputato con il Bologna il Campionato 1980/1981, il campionato del -5 in classifica). Gli ultimi due tiri toccarono al giovane Eraldo Pecci per il Bologna e a Erminio Favalli per il Palermo. Pecci riuscì a controllare i suoi nervi e realizzò, mentre Favalli mandò il pallone contro la traversa. I rigori erano finiti. Il Bologna aveva vinto la sua seconda Coppa Italia.
Più tardi l’allora Presidente del Palermo Renzo Barbera (a cui è attualmente intitolato lo Stadio della città di Palermo) raccontò che volle concedere lo stesso il premio vittoria ai suoi giocatori, perché lo avevano meritato). Ad alzare la Coppa, però, fu per la seconda volta il capitano bolognese Giacomo Bulgarelli. Grazie a quella vittoria il capitano ebbe la soddisfazione di disputare l’ultimo campionato con il suo amato Bologna l’anno successivo, con la coccarda tricolore sulla maglia.
Amedeo Gargiulo
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