Bologna FC
Le pagelle del Petisso: Milan – Bologna
L’anno scorso ero a San Siro, il Milan aveva ancora qualche ambizione e il Bologna stava facendoci divertire.
Fu una bella trasferta, nonostante il pareggio subito alla fine sul solito cross alla sperindio.
Il Bologna ci torna per la seconda volta in una settimana, dopo la bella quanto disgraziata prova di Coppa di martedì, al termine della quale rabbia ed orgoglio hanno diviso i nostri cuori.
Io come solito vado a veder la partita dai miei e stavolta porto un bel cabaret di sfrappole disposte sapientemente dalla fornaia secondo uno schema ben preciso.
Le più grandi in basso, poi quelle medie, infine quelle più piccoline, non lesinando qualche spolverata di zucchero a velo aggiuntiva tra uno strato e l’altro. Guardandola rimani incantato per un po’, poi ti chiedi: “ma sono così essenziali questi particolari ?”
Sì, perché, una volta sfilato il cabaret dal sacchetto, le sfrappole escono esattamente come la fornaia le aveva disposte, nella stessa posizione, pronte per essere gustate.
Pagelle:
Premessa sui voti:
La preoccupazione principale di quasi tutti i tifosi e dei giornalisti relativamente a Milan-Bologna di domenica non era El Shaarawy, non era San Siro, non era l’arbitro, non erano gli altri giocatori del Milan, non era la stanchezza dei nostri, insomma, era una ed una sola: la paura che Agliardi regalasse la vittoria al Milan.
Io la partita del Bologna la leggerei sotto questa luce, tant’è che, obiettivamente, Agliardi è stato il migliore in campo, nonché l’unico sufficiente.
Quindi, missione compiuta, se poi abbiamo perso contro un Milanetto (non Omar) facendo un solo tiro in porta (non quello del gol, ma con Riverola, da fuori, nel primo tempo) e giocando molto male, non fa nulla, l’importante è che non abbiamo perso per colpa di Agliardi, perciò tutti contenti (o quasi).
Agliardi 4 In mattinata lo si sente al cellulare con il napoletano De Sanctis disquisire sulle palle lunghe dalla metà campo, dandogli importanti consigli sulla giusta posizione da tenere in questi casi. In partita non regala la vittoria agli avversari, quindi non fa il suo dovere e scombina i piani di tutta la squadra, mister compreso. Inaffidabile.
Garics 8 Oramai non si capisce più chi è Garics e chi è Motta, crossano alla stessa maniera, bucano alla stessa maniera, passano all’avversario alla stessa maniera…. Addirittura c’è chi sostiene di averli visti in un parcheggio x scambisti scambiarsi non le mogli, ma i documenti. Siamese.
Portanova 7 Il 31 gennaio scade il pagamento del canone rai e pare che il buon Danielone non abbia ancora saldato il suo personale canone per l’aggeggio che si ritrova in testa. Così ogni tanto perde il segnale e quando vede qualcuno nei dintorni lo scambia per Tinky Winky, dicendogli “tante coccole”, purtroppo però stavolta non era Tinky Winky ma Pazzini, famoso per firmare autografi ai bambini e tenersi le loro biro. Tenero.
Antonsson 7 Pare che negli spogliatoi, a fine gara, abbia detto “adesso nei supplementari giochiamo a 3 o a 5 ?” Confuso.
Cherubin 6,5 Simpatico. Ma meno del solito.
Pazienza 7 Inserito all’ultimo momento a causa dell’improvvisa indisponibilità di Krhin, si fa trovare perfettamente pronto nonostante sia un po’ impacciato nei movimenti per colpa della cintura della vestaglia penzolante e delle pantofole ai piedi. Casalingo.
Perez 7 Entrando prende per mano Riverola, fa la foto con lui, poi quando lo vede andare in mezzo al campo assieme agli altri giocatori, gli dice “cazzo fai, cinno ? prendi un pallone e torna da mamma”. Sarà Pazienza a spiegargli che Riverola è un giocatore e non la mascotte, tant’è che Perez la prende bene e gli risponde “e tu chi sei ? non ti ho mai visto sul campo ma prendi più soldi di me!” Polemico.
Riverola 7 Supera lo shock da abbandono andando da Portanova il quale gli regala tante coccole così subito entra in partita, e col suo amichetto immaginario Abero, inizia a combattere i mostri pietrificati della galassia di Niang. Pioli lo richiama qualche volta per indicargli la posizione e lui “Grazie Sergente, ma so tutto…. Adesso prendo Uros, il cavallo alato, e volo sulle vette del monte Mex-Ces per liberare la principessa Milf… andiamo amico Abero !”. Fantasioso.
Gilardino 7 Emozionato ex, accolto, come a Genova, da scroscianti applausi, riesce ad esprimersi come la maggior parte delle volte, ossia non segnando. Costante.
Diamanti 10 Preoccupato dalle probabili amnesie di Agliardi, decide di stargli accanto, sulla destra, per poterlo vigilare più da vicino, dicendo a Garics di spostarsi in avanti (“ma io sono Motta” si sente rispondere… vabbè), incontrando anche il consenso di Pioli che, in periodo di elezioni, vede finalmente il suo schema Caos Totale applicato anche sulla fascia destra, non solo su quella sinistra come è stato finora con Morleo, il lider maximo. Premuroso.
Kone 7 Del Caos Totale rappresenta l’anima centrista, che, partendo dal mezzo, ama svariare ogni tanto a destra, ogni tanto a sinistra, a seconda della convenienza, non avendo quindi una direzione ben precisa. Casinista.
Taider 7 Entra, e Pioli gli dice “allora, tu devi marcare Montolivo, poi dare una mano sulla destra chiudendo su Constant, guardare in mezzo che non si inserisca Boateng, sempre però con un occhio alla diagonale, se arriva Niang dall’altra parte, senza dimenticare che Abate non deve più toccare palla, capito ?”. E lui: “Certo, mister, tante coccole”. Spaesato.
Gabbiadini 7 Al gobbaccio maledetto stavolta non riesce la magia, soprattutto quella di crossare per sé stesso. Copperfield.
Pasquato 7 Quando entra, si avvicina Perez e gli dice “ancora qua, cinno ?” scambiandolo per Riverola. Da lì scompare, decidendo di andare a giocare solo vicino all’unico che lo capisce, Mexes, che aveva conosciuto al torneo di Yu-Gi-Oh di sabato pomeriggio. Incompreso.
Pioli 10 L’obiettivo era dare fiducia ad Agliardi, non farlo sbagliare, quindi costruisce un Bologna in cui anche le punte, a turno, vanno a coprire in difesa e sulla linea di porta. Dimentica però tutto il resto, affidandosi, ancora una volta, al suo schema Caos Totale, evoluto in Caos Totale Politico, ma non calcola che si gioca in casa di un professionista del settore, quindi rimedia una meritata sconfitta. Franco tiratore.
La partita è finita, le sfrappole quasi, ne sono rimaste un paio, qualche frammento, un po’ di briciole e zucchero a velo in giro, la promettente ed allettante confezione della fornaia è stata rasa al suolo nello spazio di una partita.
Così come del Bologna di martedì, bello, tosto, ordinato, appetitoso, invitante, oggi non rimane che il ricordo di qualche briciola e un po’ di zucchero.
I particolari sono importanti.
Buon Bologna a tutti
Petisso
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