Bologna FC
Lezioni di Italiano – Fuori dal cono d’ombra
Il Bologna è cresciuto tantissimo in questa stagione, nonostante le partenze eccellenti di Zirkzee e Calafiori. Adesso, dopo anni di anonimato, è giusto vivere il momento che ci vede come una delle squadre più in forma del campionato.

Il giorno dopo di Bologna-Napoli ricomincia e si incrementa il processo di autoconsapevolezza della nostra “forza”. E quanto sia solido il nostro “undici” è notizia dilagante sui social, grazie a miriadi di testate e testatine che riportano e raccontano di come i rossoblù siano la squadra più in forma del campionato. E nello scrivere ciò non si può dare loro torto.
Ma questa “sovraesposizione” involontaria a cui siamo sottoposti noi tifosi rossoblù, non è cosa gradita da tutti. C’è qualcuno che amerebbe un percorso di totale “understatment”, un basso, bassissimo profilo che tolga i nostri giocatori da quei palcoscenici che la celebrazione, in atto da mesi, sta enfatizzando.
Quel qualcuno vorrebbe un processo di disintermediazione mediatica, per uscire dai riflettori degli interessi di procuratori affaristi che scambierebbero anche le loro mogli per un nuovo contratto e nuove percentuali. Ma l’oggi voluto e costruito da Saputo, Sartori e Di Vaio e Italiano, vive di risultati così eclatanti (soprattutto se considerati e paragonati a quelli degli ultimi 10 anni, B compresa), che risulta impossibile non finire agli onori della cronaca. Soprattutto se hai meritato di vincere, in casa, contro la seconda del campionato, allenata da quel mostro sacro che al secolo fa Antonio Conte. L’aurea da provinciale che accompagnava la squadra ad inizio campionato, sta, a poco a poco, lentamente svanendo, lasciando sotto gli occhi di tutti un impianto solidissimo di società e squadra. Magari dopo dieci anni di costruzione, ma adesso i risultati sono tangibili.
Bologna-Napoli è solo l’ultimo capitolo di una lunga storia
Allora accettiamo che i riflettori si accendano sul nostro undici. E prendiamo atto della fantastica metamorfosi che, negli ultimi 36 mesi circa, questa società e la squadra hanno fatto. E accettiamo di non vivere una situazione puerile, sperando che gli altri non si accorgano di noi, quando da sempre lo abbiamo sperato. L’ultimo gioiello per cui essere logorroici sulla nostra squadra è di ieri sera. Secondo tempo, minuto 64 di Bologna-Napoli. Vujadin Boskov avrebbe detto che “ Un grande giocatore vede autostrade dove altri vedono solo sentieri”. Nell’azione del gol il primo grande giocatore è stato Juan Miranda, con un tracciante che ha diviso in due il reparto arretrato napoletano. Il secondo grande giocatore è stato Jens Odgaard, che è partito senza neanche vedere la sfera che arrivava e ha crossato il pallone per l’accorrente Ndoye. Il terzo grande giocatore è stato proprio lo svizzero Dan che di tacco ha creato un’autentica magia, con un gol che ricorderemo per anni.
Oggi lo spezzone del gol ha avuto centinaia di migliaia di visualizzazioni e il Bologna è corso sulla bocca di tutti. E’ normale quando da autentico underdog, nel corso di una stagione, diventi una delle pretendenti alla Champions League. Ed era una una vita che volevamo uscire da questo cono d’ombra.
Ne riparliamo fra 7 partite, ma sembra che ci siamo riusciti. Accettiamolo e godiamoci il momento, sperando che duri il più a lungo possibile.
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