Bologna FC
Lezioni di Italiano – Quei 3 maledetti 2 a 2 (episode 1)
La cavalcata del Bologna di Vincenzo Italiano è stata già un successo, comunque andranno le ultime nove partite. Ma il rammarico di quei tre 2 a 2 c’è tutto, perchè la bellissima classifica odierna, poteva essere “pazzesca”, senza per forza dover scomodare quella parola che non abita più a Bologna da 60 anni.

A 9 partite dalla fine di questo importante campionato, ci vogliamo fermare a riflettere sul cammino del Bologna Fc 1909 fatto fin qui. La classifica attuale racconta di 53 punti, che collocano i rossoblù al quarto posto subito dietro all’Atalanta a 58 punti. Ma la stessa graduatoria non racconta quello che il club di Saputo ha dovuto affrontare per insediarsi nell’ultimo posto disponibile per la Champions League.
Il cambio di guida tecnica: il coraggio di Italiano
Lo abbiamo sempre detto e lo diciamo prima che si giochino queste nove partite: la scelta di Vincenzo Italiano a scavallare l’Appenino, partendo da Firenze e giungendo a Bologna, non è stata semplice. Sedersi su una panchina che si era appena conquistata la Champions League, con un salto quantico e una rottura col recente passato, non era per nulla semplice. I primi mesi complicatissimi, avvolti di pregiudizio e rimpianto (per un Thiago Motta che ci aveva sedotti e abbandonati), potevano schiantare allenatori di lungo corso. Del Vincenzo di allora ci era piaciuto, fin da subito, la disarmante semplicità, quell’essere “uno di noi”. Ci aveva colpito la schiettezza con cui affrontava le conferenze stampa, senza quel manierismo posticcio a cui eravamo abituati. Ma soprattutto quel non “percorrere” giri di parole che permettessero di assorbire la delusione di quel che poteva essere (e sembrava non potesse esserlo più).
Le prime nove partite servite per brandizzare il Bologna by Italiano
In quelle prime nove partite (poi diremo il perchè di questa scelta numerica), Vincenzo aveva tentato di ammortizzare l’ineludibile percorso traballante di ambientamento. Mentre allo stesso tempo stava studiando il “materiale umano” messogli a disposizione dalla società. In quei primi nove incontri la squadra aveva risposto con una vittoria fuori casa (Monza), un diluvio di pareggi (sei) e una cocente sconfitta a Napoli. Il popolo dei tifosi iniziava a rumoreggiare, non più abituato ad una posizione sopra il decimo posto.
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