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STORIE DI MAGLIE – Le maglie storiche del Bologna

Storie di Maglie, la collezione di maglie da calcio di Marco Bertuzzi raccontata da lui stesso, in un mix di magliette storiche e non del Bologna FC

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Maglie Storiche Bologna

Le maglie storiche del Bologna – Collezione Marco Bertuzzi

State leggendo “STORIE DI MAGLIE – Le maglie storiche del Bologna“, uno dei racconti fatti da Marco Bertuzzi per mostrare e spiegare la propria collezione di maglie da calcio, rossoblù e non solo.

L’intero racconto, comprende dieci capitoli i cui singoli link potete trovare in fondo a ogni articolo ad essi dedicati. Un modo per scoprire ancor meglio la maglia del Bologna, e avvicinare il mondo del collezionismo.

Nel corso di questo excursus ho provato a suddividere questo racconto dando un senso ai vari capitoli, trattando cose poco comuni che non erano già state analizzate altrove. Chiudiamo in bellezza con la ciliegina sulla torta: le maglie d’epoca. Quelle solitamente più difficili da trovare, perché ne venivano prodotte molte meno, perché dopo tanti anni molte sono andate perse o buttate, e perché spesso chi ce le ha se le tiene strette.

Ma soprattutto, sono maglie appartenenti ad un’era in cui il Bologna era ancora una big. Basti pensare che quando nel 1964 conquistammo il settimo scudetto, sia il Milan che l’Internazionale ne avevano otto a testa. Non c’era ancora quel divario che c’è oggi tra Bologna e le milanesi.

STORIE DI MAGLIE – Le maglie storiche del Bologna

Per la copertina ho scelto la maglia verde, che qui potete vedere integralmente mentre nel mio libro “La maglia del Bologna” è stata tagliata per questioni di impaginazione.

Alcune maglie, per il materiale di cui sono composte e per il cattivo stato di conservazione, nel corso degli anni tendono a restringersi e ad infeltrirsi. Ho visto esemplari che sembravano maglie da bambino: tra gli errori peggiori che si possono  fare c’è quello di lavarle in acqua calda.

Questo cimelio, invece, appartenuto ad Ugo Pozzan e di conseguenza databile tra il 1953 ed il 1957, è fatto di cotone leggero simil lanetta, e con gli anni anziché restringersi si è lasciato andare. Era però una maglia di grandi dimensioni anche in origine.

La maglia verde è importantissima, perché è stata per molti anni la seconda maglia, ed è con questi colori che abbiamo vinto il primo Scudetto. Quello in cui la squadra sconfitta dopo 5 finali si ostina a volersi fare assegnare basandosi su fatti non del tutto provati e teorie quantomeno fantasiose.

La maglia bianca, come detto poch’anzi, non è sempre stata la seconda divisa. Viene però considerata tale, ed è entrata nel cuore dei tifosi per la sua bellezza. Io stesso la preferisco di gran lunga alla pur bellissima classica rossoblù. La trovo più elegante.

Le maglie bianche del Bologna

Le maglie storiche del Bologna

Nel montaggio qui sopra, ho raggruppato quattro maglie favolose ed importantissime. La prima numero 3, a manica lunga, ha la tipica banda blù-rosso di quel campionato, anche se è stata riutilizzata saltuariamente in altre occasioni. Molto vissuta e piena di buchi e di strappi che sono stati creati non solo dal tempo, ma anche da contrasti di gioco. É appartenuta al capitano Mirko Pavinato ed utilizzata nell’anno della conquista del settimo Scudetto 1963-64.

La numero 2 è di fine anni 60, utilizzata sia da Tazio Roversi che da Carlo Furlanis. Caratterizzata dal magnifico cannolet alla base, è stata la mia prima maglia bianca senza sponsor: non è difficile immaginare quanto ci sia legato.

A seguire la numero 8 del 1971-72, a manica lunga, con colori molto accesi (soprattutto il rosso). Nonostante gli anni e il numero, non è di Bulgarelli, come molti potrebbero supporre, ma di Francesco Rizzo. Primo calciatore calabrese ad aver indossato la maglia della Nazionale, negli anni si era creato la fama di personaggio burbero. Con me è però sempre stato gentilissimo e disponibile.

Per chiudere abbiamo un modello estivo leggerissimo con bande sottili e colori accesi, databile tra il 1969 e il 1972, appartenuto a Roberto Prini, altra persona cortese e disponibilissima.

Ancora maglie bianche… ma sempre particolari

Proseguiamo senza seguire un preciso ordine cronologico, poiché dopo andremo a ritroso per le maglie casalinghe. Ma restiamo sulle maglie bianche, e ne vediamo tre decisamente differenti una dall’altra.

Le maglie storiche del Bologna

In alto abbiamo la prima maglia in assoluto con lo sponsor tecnico: la mitica Admiral. Questa è quella ufficialmente scesa in campo, con lo stemma dello sponsor privo di nome e quindi a norma, con la quale il Bologna ha disputato un campionato tra i suoi più difficili di quegli anni.

La maglia è davvero particolare, molto lavorata, di ottima fattura, con un bellissimo tessuto innovativo. Di fatto è identica, escluso lo stemma, alle maglie usate in quel periodo dalla nazionale inglese. Il colletto così dominante, la vestibilità larga e soprattutto l’assenza della banda trasversale tanto amata dai tifosi, la rendono poco amata dai tifosi rossoblù. Seppur elegante, non assomiglia ad una classica seconda maglia del Bologna.

In basso a destra, abbiamo una maglia 1979-80. Primo anno con sponsor tecnico Tepa, che ha fornito maglie nuove di zecca solo dopo che la società aveva esaurito le vecchie Cam recuperate. Questa è proprio una di quelle, una 1973/76 a cui è stato ricamato il tipico logo della Tepa Sport.

Bulgarelli, e il suo fan romano

Arriviamo infine alla numero 8, in basso a sinistra, tenuta per ultima perchè ha una sua storia da raccontare. Questa volta è davvero di Bulgarelli, ed è stata indossata il 26 aprile 1970 nell’ultima gara di campionato, Roma Bologna 1-2.

In panchina per la Roma c’era un ragazzo della primavera, e Bulgarelli era il suo idolo. A fine gara Giacomo gli regalò la maglia, questa maglia. Con gli anni si è sformata, in quanto il materiale della banda rossoblù è completamente diverso da quello bianco usato per il corpo della maglia. Il secondo ha tenuto, il primo si è ristretto.

Si tratta comunque di un grande cimelio, anche perché è un modello che è stato utilizzato poco dalla prima squadra, e poco anche dalle giovanili.

E finalmente, le maglie storiche rossoblù

Passiamo finalmente alle maglie rossoblù: due esemplari molto diversi tra loro, per dimensioni, colori e materiale.

Le maglie storiche del Bologna

A sinistra una 1965-66 indossata da Carlo Furlanis. É realizzata con un tessuto che sembra una via di mezzo tra il cotone lavorato e la lanetta sottile. Molto elastico ma anche leggero. La seconda è una maglia di Franco Cresci. Modello invernale, sebbene a manica corta, utilizzata tra il 1972 e il 1974 in un periodo di transizione, in alternanza con i nuovi modelli estivi in cotone.

Ed eccoci alle mie preferite: quelle con la coccarda della Coppa Italia. Un trofeo che un tempo aveva una formula molto più interessante di quella odierna e che godeva anche di tutt’altra considerazione.

Le maglie storiche del Bologna

 

A sinistra abbiamo una 70-71 indossata da Franco Cresci, in cotone leggero, autografata sul numero. I colori sono molto chiari e la vestibilità è larga, caratteristica delle maglie estive di fine anni 60  inizio 70.

Quella a destra è una 74-75 ed è un modello di nuova produzione, lo stesso entrato in uso nel 1973-74 e utilizzato anche nel 75-76. Venne poi anche recuperata per qualche sporadica apparizione negli anni successivi, prima di finire alle giovanili. Ovviamente a quel punto la coccarda venne rimossa. É caratterizzata da una colorazione più scura delle bande rossoblù ed è molto più aderente. Lo si nota soprattutto dalle maniche che sono cortissime.

Il numero 10 veniva utilizzato da parecchi giocatori, e provenendo da un privato è impossibile dire con certezza chi la indossò. Spesso la stessa maglia la usava più di un calciatore, essendo il numero riferito al ruolo e non allo specifico giocatore come avviene oggi. Tuttavia è attribuibile con una buona approssimazione a Lionello Massimelli.

Non c’è storia rossoblù senza Pascutti e Bulgarelli

Vi presento ora due vere e proprie reliquie, indossate da due giocatori che hanno fatto la storia del club: Ezio Pascutti e Giacomo Bulgarelli.

Le maglie storiche del Bologna

La prima è databile a fine anni 60, forse proprio quel 68-69 che è stato l’ultimo anno in rossoblù del grande cannoniere friulano. Si tratta di un modello invernale in lana pesante, lo si deduce anche dalla forma avvolgente soprattutto sul fondo, mentre quelli in cotone cadevano in modo più lineare e verticale.

La Bulgarelli invece è dei primi anni 70. Anche lei è un modello invernale a manica lunga, di quelli con i colori scurissimi. Basti pensare che per fare risaltare il rosso e il blù ho dovuto schiarire la foto dopo averla scattata. Questo modello è stato usato sia così che con le bande invertite.

Le gemelle col 7

Le maglie che vedete nella prossima immagine, sembrerebbero gemelle. La differenza nei colori dipende solo dal fatto che sono state fotografate in momenti diversi, in realtà sono assolutamente identiche. Ma sono state utilizzate in due campionati diversi.

Sono molto legato ad entrambe, fanno parte di due momenti importanti del mio percorso da collezionista e non solo.

Le maglie storiche del Bologna

Quella di sinistra è stato il coronamento di un sogno. Era già da un paio di anni che desideravo fare il salto di qualità e mettere finalmente in collezione una maglia anni 70, e questa è stata la mia prima.

Chiesi consiglio ad un collega “anziano”, il quale la bocciò senza appello. Per lui la maglia era originale, ma non poteva essere stata indossata in Serie A da un club professionistico. Il numero era cucito troppo storto e sentenziò che: «Per me El Gringo e questa maglia non si sono mai incontrati». El Gringo, per chi non lo sapesse, era il soprannome di Sergio Clerici. Niente di più sbagliato.

Per fortuna stavo maturando una certa esperienza, e soprattutto ho un intuito formidabile per le maglie. Nel giro di due giorni mi misi a studiare foto e filmati, poi andai a vederla di persona per rendermi conto bene.

Intuito, studio e curiosità, le chiavi del collezionista

Il proprietario, ex giocatore delle giovanili, mi spiegò che l’aveva avuta in dono da Clerici, che tra l’altro era amico di famiglia. Non era però sicuro che l’avesse indossata lui. Essendo una numero 7, è probabile che sia stata utilizzata da Rosario Rampanti, oppure da Franco Nanni o Adelmo Paris.

Il numero, visto dal vivo, non era poi così storto come sembrava in foto, e comunque si vedeva bene che era stato ricucito almeno due volte, essendo malconcio ed avendo perso il filo originale in molti punti. Tra l’altro, che in quegli anni le maglie fossero artigianali, si giocasse con prodotti di recupero e all’occorrenza ci si arrangiasse come capitava è cosa stranota. O almeno lo è tra gli appassionati.

Tra l’altro, senza neanche andare troppo indietro negli anni, nel campionato 2005-06 lo sponsor Europonteggi risulta quasi sempre storto. Ed era un prodotto industriale…

Fu una grande lezione, è stata la prima volta che, ignorando il parere dello specialista con molta più esperienza di me, l’ho scavalcato decidendo di fare di testa mia. Ricordo ancora il tipico odore della lanetta che proveniva dal cimelio adagiato sul sedile del passeggero. Ero al settimo cielo, la mia prima maglia anni 70 era in collezione!

L’altra maglia è la sua gemella. Utilizzata però nel campionato successivo, dall’esordiente Mirko Balacich nel girone finale di Coppa Italia, partita Napoli Bologna 1-0 del 28 giugno 1977. Il giocatore non la trovava più, pareva persa in un trasloco. Poi mantenendo i contatti anche per via della piacevole persona, ricevetti la notizia: era stata ritrovata e poteva entrare nella mia collezione.

Ancora rossoblù, stavolta a cavallo tra anni 70 e 80

Le ultime tre maglie di questa rassegna sono quasi gemelle: 79-80 le prime due, 80-81 la terza. Ma andiamo con ordine, perché in queste due annate, le ultime prima dell’apparizione del primo sponsor, sono stati usati vari modelli. La maglia più usata, però, era sempre la medesima.

Le maglie storiche del Bologna

 

La numero 18, infatti, è il nuovo modello realizzato per il campionato 1979-80 e utilizzato anche nel 1980-81. Prima dell’utilizzo delle nuove maglie, però, la società ha pensato bene di riutilizzare le vecchie maglie ancora disponibili in magazzino. Ecco che allora la maglia di destra col numero 2 è una vecchia maglia Cam Sport “truccata”  in modo da assomigliare a quella nuova, grazie al logo Tepa Sport ricamato sul petto.

Ma la maglia è riconoscibile da svariati particolari. Il numero è squadrato, mentre il nuovo modello l’aveva rotondeggiante. Il tessuto è in cotone, mentre la nuova era in lana. I bordi delle maniche: nella nuova è presente il bordo tutto blu che nella vecchia è assente. Poi, come si può notare da quella piccola ombra laterale in basso a destra, nella vecchia è visibile il triangolino nero della Cam, che a volte veniva scucito.

Entrando nello specifico di questi due modelli, la 18 è stata indossata da Tullio Tinti nelle giovanili, ma è una maglia della prima squadra, usata in alternanza a vari modelli anche l’anno successivo. La numero 2 apparteneva invece a Renato Sali. Nonostante fosse l’unica maglia rossoblù in suo possesso, quando gliela ho chiesta non ha esitato un attimo a dirmi di si. Proponendogli per l’acquisto una cifra assolutamente modesta visto che in quel momento non avevo potere economico per permettermi altro, mi sentii rispondere «Eh, vanno benissimo, sono anche troppi!» .

L’ultima maglia delle nostre STORIE DI MAGLIE

Chiudiamo il nostro racconto sulle maglie del Bologna con la numero 2 in basso. Non è una maglia così diversa nella forma e nei colori rispetto alla precedente perché è dell’anno successivo, e come detto utilizzarono principalmente lo stesso modello. Si tratta però di un esemplare raro usato solamente in due partite: Como-Bologna e Bologna-Torino,

Apparteneva a Corrado Benedetti, e come si vede, è un modello con il colletto a V senza baveri ed i colori molto accesi. Nello stesso campionato furono utilizzate anche, oltre al già più volte citato modello classico, anche una maglia col colletto a baveri ed una ulteriore con i baveri ed un grosso triangolo blu alla base del colletto. E i soliti esemplari bianchi da trasferta.

E questo è l’ultimo anno con le maglie “pulite”, dal successivo entra in vigore la novità degli sponsor e comincia l’era delle maglie moderne, anche se da allora ai giorni nostri, tante altre innovazioni e novità si sono susseguite.

Termina questa bella avventura di STORIE DI MAGLIE, e spero che vi sia piaciuto vedere questi pezzi di storia del nostro amato Bologna, e sentire le storie che le hanno portate nella mia collezione o di cui sono state protagoniste sul rettangolo verde.

Mi auguro di aver aiutato a migliorare la conoscenza sulla storia della maglia del Bologna e di avervi avvicinato al mondo del collezionismo.

STORIE DI MAGLIE – Tutte le uscite dell’opera

Ricapitoliamo, per chi fosse curioso, tutte le uscite che raccontano parte della collezione di Marco Bertuzzi, edite da lui stesso su questo sito nel 2020.

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