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MauriViet – Orgoglio Rossoblù targato Torino – 5 Dicembre

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Un ispiratissimo Maurizio Drappella ci introduce, dal suo personalissimo enclave rossoblù di Torino, alle 48 ore che precedono il “Match” che ogni bolognese che tifa Bologna aspetta. Grazie MauriViet per non avere ceduto all’omologazione di AgnelliTown e forza Bologna, sempre e comunque!

 

Bologna-Juventus, una partita fondamentale per noi. Da sempre! Per loro, una delle tante. Ci guardano dall’alto in basso da tempo immemore. Ma qualche volta è stato il contrario. Per me Juventus-Bologna comincia da….

 

…..il mio lungo flirt col calcio cominciò quando, da piccolo, iniziai la raccolta delle figurine Panini. Per la verità più che la raccolta vera e propria, mi piaceva giocarci con quei pezzi di carta patinata, in particolare nelle discipline a chi le lanciava più vicine al muro e a “quatarle” (in piemontese significa “coprirle”). Nel mio piccolo ero bravino e quelle incollate all’album erano soprattutto quelle che vinte ai miei compagni di scuola e di strada. Ma era alquanto godurioso il profumo emanato dalla colla tanto da diventare l’innocente dipendenza della mia adolescenza.

Comunque iniziavo a conoscere i protagonisti di un gioco che negli anni mi avrebbe incollato al transistor di mio papà, spallino e antijuventino. I miei compagni di classe erano perlopiù quasi tutti tifosi della “madama” e per non essere un “tagliato fuori” mi arruolai nel loro folto gruppo. Ma non ne ero convinto fino in fondo. Resistetti per qualche tempo, poi, insieme ad altri due amici decidemmo che quello non era il nostro posto. Erano anche gli anni felici soprattutto per due squadre, l’Inter e il Bologna. Con Graziano e Gianni decisi di legare il mio destino da tifoso ai colori rossoblu. E lo feci proprio il giorno in cui mio padre, di ritorno dall’ennesimo insuccesso della Spal a Torino contro la Juve, mi comprò suo malgrado (per i figli si fa questo ed altro) una bandierina con i colori della zebra. Con tutti i sensi di colpa gli dissi “Papà, io non tengo più per la Juve, sono del Bologna!” e fui felice della sua felicità nell’apprendere di non aver allevato un adepto della squadra di Agnelli in casa sua.

Quel giorno non potevo sapere che la mia scelta mi avrebbe fatto negare tante soddisfazioni calcistiche! Però, come dice qualcuno, a tifare per il Bologna non ci si annoia mai.

Oggi sono un uomo maturo in quasi tutte le cose della vita, dove il quasi sta nella mia passione per lo sport più bello e opinabile del mondo. Continuo a gioire (poco) e a soffrire (tanto) per le sorti del Bologna. Sarà che da quando la ragione accompagna la mia vita di adulto sono abituato a sostenere le cause perse, sarà che mi piacciono le imprese difficili, che tifavo per i pellerossa contro le giacche blu e per i vietnamiti contro il colosso americano, che nelle due finali mondiali con Germania e Argentina tifavo per la perdente Olanda, che ho deciso di prendere una casa nella piccola e valdese Prali piuttosto che nella lussuosa Sestriere, sarà quel che sarà ma, nonostante la sofferenza, rifarei quella scelta. Scatenando in me una contraddizione tutta calcistica: sperare nelle vittorie delle grandi contro le piccole, da anni nostre avversarie nella lotta per non retrocedere.

Irrazionale e/o razionale…questo è il problema!

Da giorni i miei amici juventini mi guardano con maggiore attenzione, misto a sospetto e timore. “Con voi non è mai facile, soprattutto a Torino, per fortuna venerdì giochiamo in casa vostra”, una frase che mi sento ripetere da giorni dai tanti bianconeri che affollano la mia vita quotidiana. Infatti la storia recente delle partite al Dall’Ara non sta dalla nostra parte, valga per tutti il ricordo di quel maledetto 2 a 2 con un gol di Camoranesi, subìto alla fine dei 6 minuti di recupero (!?). Ma voglio smarcarmi da queste brutte vicende ricordando invece il 3 a 0 del novembre del ’98, pochi giorni prima della nascita di mia figlia. Il gestore del Palasport di Collegno decise che in una giornata senza basket e pallavolo avrebbe potuto vendere qualche caffè e una decina di grappe proiettando su un grande schermo la telecronaca diretta della partita. Sky, Premium, Streaming su internet era appena agli esordi e il salone quel pomeriggio si riempì. Fu un successo, sala colma e un bel pieno di consumazioni.  Un centinaio di persone, ovviamente tutte juventine meno io, Graziano, Gianni e il gestore di fede granata, che godette silenzioso, anche a fine partita.. Quel pomeriggio ad alzarsi in piedi con le braccia in alto fummo solo noi tre. Paramatti, Signori e Fontolan ci fecero emergere dall’anonimato, ci  sentimmo importanti, orgogliosi di quel Davide vestito di strisce rossoblù battere il Golia bianconero.  

Ieri sera, mentre scrivevo queste righe si consumava l’ennesima delusione per l’eliminazione in Coppa Italia da parte del “fortissimo” Siena. Ho quindi smesso di scrivere per disintossicarmi un po’ e riprendere fiato e la voglia di mettere giù le ultime righe. Proprio questa mattina un mio grande amico che ha il solo difetto di tifare Giuventus, e con il quale ho fatto quasi tutta la trafila adolescenziale, mi ha telefonato per invitarmi a prendere un caffè. I toni compassionevoli con i quali mi parlava della partita della sera prima, della certezza sulla permanenza del Bologna in serie A, della preoccupazione che la partita della sua Juve al Dall’Ara sarebbe stata durissima, mi han fatto dubitare sulla sua sincerità. Non solo calcistica. Nell’arco di pochi secondo ho rivisitato il nostro rapporto e ho ripensato alla nostra amicizia e in quale momento lui cominciò a mentirmi. Sono tornato in me, scoprendo che erano tutte seghe mentali solo quando, nel momento di salutarci, mi scandì con una certa veemenza “Maurizio, venerdì vi asfaltiamo!”. In quel momento ho perso qualche certezza sportiva, ma ho ritrovato un amico. Juventino, ma pur sempre un amico!

 

E comunque venerdì vinciamo noi, grazie alle parate di Curci e ad un gol di ……!

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