Bologna FC
Meteore: Hugo Rubio
Per questo episodio di Meteore, il ricordo di qualche nostalgico, che sicuramente avrà già sentito il nome del protagonista di cui parleremo oggi
È la stagione 1988-89, il Bologna allenato dal tecnico Gigi Maifredi aveva raggiunto la promozione in Serie A ed era in cerca di una seconda punta per affiancare il bomber Lorenzo Marronaro, capocannoniere con 21 gol nella stagione precedente in B.
La storia sembra essere scritta dal migliore degli sceneggiatori: il direttore sportivo Nello Governato girò mezzo mondo alla ricerca del prossimo colpo per la squadra emiliana, e arrivato in Cile si imbatté in due giocatori che lo colpirono.
Il primo era una vera stella del calcio cileno, un 28enne del Colo-Colo di nome Hugo Eduardo Rubio, ma che tutti chiamavano il Maradona delle Andre. Il secondo era un certo Ivan Zamorano, giovane attaccante del Cobresal.
Il problema era il seguente: all’epoca si potevano tesserare solamente 3 giocatori stranieri, e i primi due slot erano già occupati nella squadra. Dunque sorse il grande dubbio: affidarsi a un giocatore esperto e conosciuto o scommettere nel giovane promettente?
Governato, per non correre rischi, portò entrambi i giocatori a Bologna per far decidere a Manfredi. A seguito di una serie di provini la scelta ricadde su Hugo Rubio, dopo che la dirigenza scoprì che Zamorano soffriva di grande debolezza fisica. Una scommessa che non si poteva prendere in vista della massima serie.
Rubio era una seconda punta, molto veloce e tecnico a cui piaceva girare attorno a una prima punta di stazza per sfruttare le sue doti da fantasista. La classica mezza punta che sta iniziando a mancare nel calcio moderno.
Si presentò subito con una doppietta nell’amichevole contro il Barletta, scatenando la gioia dei tifosi.
In quegli anni molti talenti sudamericani raggiungevano l’Europa e ammaliavano il pubblico con uno stile di gioco totalmente diverso. Era quasi un ballo, una danza sul pallone che in Brasile veniva chiamata “ginga”. Questo ci si aspettava da Rubio: un calcio nuovo, più divertente e spettacolare, giocato con passione e incoscienza. A Bologna erano certi: era arrivato il nuovo fenomeno del pallone.
Ma come ogni grande trama deve esserci un plot-twist: pochi giorni dopo Rubio si ruppe il legamento crociato a causa di un intervento di Alessandro Renica nella partita di Coppa Italia contro il Napoli. L’inizio del declino.
Dopo sei mesi di convalescenza e riabilitazione il calciatore cileno non riuscì mai a dare continuità. Completamente inadatto al calcio italiano, tatticamente e fisicamente, fu chiaro sin da subito come il suo calcio “sporco” non fosse così incisivo come ci si aspettava.
I tifosi rossoblù iniziarono a chiamarlo “il passero”, dato il suo stile di gioco molto lento e impacciato, probabilmente a causa del grave infortunio subito.
Rubio passa da essere il nuovo idolo della città a un vero e proprio fantasma.
Alla fine della stagione Hugo Rubio tradì ogni aspettativa: appena 14 presenze, la maggior parte partendo dalla panchina, e nessun gol.
Venne poi girato in prestito al San Gallo, club satellite del Bologna, in cui militava proprio Zamorano e che portò quest’ultimo nei più grandi club europei.
Purtroppo per il club, e soprattutto per i tifosi, non saltano in mente grandi gol e giocate quando viene citato il nome di Hugo Rubio, ma solo rimpianti per essersi lasciati scappare una stella in cambio di una meteora.
Continua a leggere le notizie di 1000 Cuori Rossoblu e segui la nostra pagina Facebook