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Meteore Rossoblù – Il non gol – 14 Dic

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Stop di braccio, tiro e palla che sbatte sulla traversa, rimbalza sulla linea di porta e viene prontamente allontanata da Castellini… Non sarebbe mai stato gol, se non si fosse giocato a Bologna e la squadra avversaria non fosse stata la Juventus. Era la stagione 2006-07, quella del “calcio pulito”, la stagione da dove tutto doveva ripartire dopo l’anno nero del calcio italiano, la stagione in cui la Juventus giocava il primo campionato di Serie B della sua storia come “punizione” per i fatti di calciopoli occupando un posto promozione e, a segnare quel gol, fu Zalayeta. 

Marcelo Danubio Zalayeta, nato a Montevideo il 5 dicembre 1978, ex attaccante uruguaiano soprannominato El Panteron o Zazà, esordisce da professionista con il Danubio di Montevideo nel 1996 e, durante il primo anno da titolare, gioca 32 partite e segna 12 gol. La stagione successiva passa al Penarol,  dove gioca 32 partite e segna 13 gol. A 19 anni Marcelo è già titolare in Nazionale e l’ottimo Mondiale Under-20 giocato in Malesia fa attirare su di sè l’interesse dei maggiori club europei. La spunta la Juventus che, nella stagione 1997-98, per 5 miliardi di lire, si assicura le prestazioni dell’attaccante. Nonostante le sole 7 presenze, vince lo scudetto con i bianconeri alla prima occasione e segna, il 14 marzo 1998, in Juventus-Napoli, il suo primo gol in Serie A nel giorno del suo debutto. La stagione successiva passa in prestito all’Empoli, dove gioca 17 partite e segna 2 gol nonostante il pessimo campionato della squadra che chiude all’ultimo posto in classifica e retrocede in Serie B. Tornato a Torino, viene girato in prestito in Spagna al Siviglia, dove rimane 2 stagioni e, durante le sue 50 presenze, segna 10 gol. Torna in bianconero nella stagione 2001-02 e ci rimane per due stagioni, giocando 35 partite e mettendo a segno 4 gol prima di passare, nel 2003-04, al Perugia di Gaucci. Questa stagione, dopo le tante da riserva fidata in maglia bianconera, avrebbe dovuto essere quella della sua consacrazione ma, a causa di un infortunio, rottura di tibia e perone, scese in campo solamente 5 volte e la squadra finì in Serie B dopo lo spareggio contro la Fiorentina, arrivata sesta nel campionato cadetto. A fine stagione torna per l’ultima volta alla Juventus, dove ci rimane 3 stagioni giocando 61 volte e segnando 11 gol. Durante le sue stagioni in bianconero si dimostra un’ottima riserva, di fiducia, perché nonostante le numerose panchine e tribune, quando viene chiamato in causa entra sempre con lo spirito giusto e non nega mai l’impegno, segnando anche gol importanti e decisivi, come ad esempio quelli in Champions League nei tempi supplementari contro il Barcellona o quello contro il Real Madrid, che consentì ai bianconeri di eliminare i Blancos. Nell’estate del 2007, dopo 10 anni sotto contratto con la Juventus, 5 scudetti (due dei quali revocati), 3 Supercoppe italiane, un campionato di Serie B e una finale di Champions persa ai rigori, dopo esser stato consigliato a Edy Reja (all’epoca allenatore del Napoli) da Fabio Capello, lascia Torino e passa in compropietà al Napoli neopromosso in Serie A. Esordisce in maglia azzurra il 26 agosto 2007 nella partita persa contro il Cagliari e segna i suoi primi gol la partita successiva, realizzando una doppietta nel 5 a 0 contro l’Udinese. Riesce a giocare con continuità e a segnare gol importanti, tipo quello dopo 3 minuti contro l’Inter che condanna i nerazzurri alla sconfitta dopo 25 partite ma, durante Napoli-Roma, si infortuna gravemente al ginocchio rompendosi il legamento del crociato posteriore del ginocchio sinistro e chiude in anticipo la sua stagione. Nonostante l’infortunio, la comproprietà viene rinnovata e, il 24 settembre 2008, torna in campo contro il Palermo segnando anche un gol. Non sarà una stagione facile questa per lui che, anche a causa delle numerose panchine, vive un periodo di digiuno dal gol di 5 mesi e, il 5 maggio 2009, dopo un contrasto con l’allenatore Roberto Donadoni, non si presenta all’allenamento venendo messo fuori rosa. Chiarita in fretta la situazione, torna a disposizione del mister e chiude la sua seconda stagione sotto il Vesuvio con 27 presenze e 4 gol. La comproprietà tra Napoli e Juventus viene rinnovata per un altro anno ma, dopo non esser stato convocato per il ritiro con gli azzurri, il 21 agosto 2009, dopo aver svolto da solo la preparazione in Uruguay, passa in prestito al Bologna. Esordisce in maglia rossoblù il 13 settembre nella sconfitta casalinga contro il Chievo Verona e l’8 novembre segna, con una doppietta, i suoi primi gol nella vittoriosa partita contro il Palermo. Schierato sempre titolare nel tridente (con Di Vaio e Adailton) da Colomba, in maglia rossoblù gioca 29 partite e realizza 4 reti, contro Palermo, Inter (riuscendo così ad andare a segno per 3 stagioni consecutivamente contro i nerazzurri) e contro la sua ex squadra Napoli, curiosamente tutte allo stadio Dall’Ara e nessuna in trasferta. Il 25 giugno 2010 il Napoli riscatta, gratuitamente, l’altra metà del cartellino del giocatore dalla Juventus, senza però convocarlo per il ritiro pre-campionato perché non rientra nei piani del tecnico Mazzarri. Il 25 agosto 2010 viene ceduto a titolo definitivo al Kayserispor Kulübü in Turchia dove rimane fino al 29 marzo 2011, quando rescinde il contratto dopo 14 presenze e 7 gol in Süper Lig.

Decide di tornare in patria, in Uruguay, e nell’estate del 2011 firma con il Penarol, facendo ritorno nella squadra dopo 14 anni. Veste la maglia giallonera per quattro stagioni e nel 2013, anche grazie ai suoi 15 gol, vince lo scudetto. Nel novembre 2015, dopo 123 presenze e 48 gol con la squadra di Montevideo, annuncia il ritiro e appende le scarpe al chiodo, chiudendo definitivamente con il mondo del calcio.

Per molti anni nel giro della Nazionale uruguaiana, Zalayeta veste per 32 volte la maglia celeste mettendo a segno 10 gol, di cui 3 nella Coppa America 1999 che vedrà l’Uruguay classificarsi seconda alle spalle del Brasile, ma sbaglierà il rigore più importante, durante lo spareggio per la qualificazione mondiale del 2006 contro l’Australia, non consentendo alla sua Nazionale di qualificarsi per il torneo nel giorno del suo addio alla squadra uruguaiana. 

Nel 2015 il suo nome torna alla ribalta nella cronaca rosa quando Rossella Intellicato, dopo esser stata eliminata dall’edizione numero 14 del Grande Fratello dopo 43 giorni, svela che il calciatore con cui è stata fidanzata per cinque anni è proprio lui, Marcelo Zalayeta, relazione finita poi a seguito del suo ritorno in Uruguay.

Finita la carriera da calciatore, decide di allontanarsi definitivamente dal mondo del calcio e apre un chiosco di frutta e verdura, passando dal “fare le pere” ai portieri avversari al venderle.

 

In un anno sotto le due torri, Zalayeta, riuscì a farsi perdonare per quel non gol e per il suo passato in maglia bianconera grazie al suo impegno costante e la sua presenza determinante ma, come quasi tutti gli stranieri, riuscì anche a farsi storpiare il soprannome dagli Umarell che ogni pomeriggio passano il loro tempo a Casteldebole a guardare gli allenamenti… Infatti, un giorno, il fratello di mio nonno (un fedelissimo Umarell del campo di allenamento), vedendomi arrivare al campo mi guardò e mi disse “Oh, T’è vest s’lè bon El Panteros?” contornando la frase con la mano che mimava il gesto di una pantera che graffia e la bocca che emetteva un simil ruggito

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