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Meteore Rossoblù – L’uomo giusto – 15 Mar

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Ci sono tanti misteri nel calcio e, uno di questi, per me rimarrà sempre il come lui sia diventato l’uomo giusto per raggiungere certi obiettivi, che sia la promozione in serie A con la maglia del Bologna o il regalo giusto per i tifosi della Lazio dopo la qualificazione alla Champions League. Me la son sempre immaginata così la scena: in una stanza isolata dal mondo esterno i vari dirigenti della squadra pensano e ripensano a un nome, si massaggiano le tempie sperando che arrivi un’idea, l’ispirazione, rimuginano per ore fino a quando uno, dal fondo del tavolo si alza in piedi convinto, con un segno di rassicurazione con la mano ferma gli altri e indicandosi dice “HO IL NOME!!! FABIO VIGNAROLI!!!” E tutti gli altri dirigenti, quasi increduli ma presi dall’euforia del momento si alzano in piedi ad applaudirlo, mentre uno è già corso nell’altra stanza a girare la rotella sul vecchio telefono della Sip per comporre il numero e chiamare il giocatore a colloquio il prima possibile.

Fabio Vignaroli, nato a Finale Ligure il 7 giugno 1976 è un ex calciatore giramondo italiano che, in carriera, ha ricoperto tutti i ruoli dell’attacco, che ha cambiato 14 squadre in vent’anni e può vantare esperienze nei campionati più disparati, dall’australiano, al greco, al maltese.

Cresciuto nelle giovanili del Como esordisce in serie B in prima squadra durante il campionato 1994/95 collezionando 3 presenze durante la stagione che finirà con la retrocessione della squadra. In Serie C1, durante la stagione successiva, colleziona 34 presenze e 3 gol, in coppia con un altro ex Rossoblù, Luca Cecconi. Rimane altre due stagioni sulle sponde del lago collazionando, complessivamente, 42 presenze e 4 gol prima di passare, nella stagione 1998/99 in serie B al Monza. In due anni in maglia biancorossa scende in campo 53 volte e segna 7 gol guadagnandosi, durante l’estate del 2000, la chiamata da parte della Salernitana. Dopo una prima stagione, caratterizzata da 26 presenze e 2 gol, con l’arrivo del Boemo Zdenek Zeman sulla panchina granata nel campionato 2001/02 si trasforma. Galvanizzato dalla cura del tecnico e dai suoi schemi diventa un attaccante di razza e, in 36 partite segna 20 gol, arrivando secondo in classifica cannonieri alle spalle del più esperto Lulù Oliveira che ne segna 23. Dopo 18 presenze e 4 gol durante i primi mesi della stagione successiva, nel gennaio del 2003 arriva la sua grande occasione con il Modena che lo acquista e lo fa esordire in serie A il 25 gennaio contro l’Atalanta. In maglia gialloblù, in massima serie, gioca 63 partite, segna 6 gol e retrocede in serie B, prima di passare, nel gennaio del 2005 al Parma nuovamente in serie A. La sua permanenza nella squadra parmense non è delle migliori, in 16 presenza non riesce mai a trovare il gol e, nell’estate del 2005 il Bologna decide che è lui l’uomo su cui puntare per l’immediata risalita in serie A affidandogli anche la maglia numero 10. Dire che la stagione in Rossoblù è al di sotto delle aspettative è un eufemismo, il suo apporto non si percepisce praticamente mai, nemmeno il doppio cambio di allenatore da Ulivieri a Mandorlini e viceversa lo fa svegliare e finisce la stagione con 31 presenze e solamente 2 gol. Passa al Bari la stagione successiva ma ormai i fasti del suo periodo a Salerno continuano ad esser lontani anni luce e, in Puglia, gioca solamente 15 incontri senza bucare mai il portiere avversario prima di venire svincolato dalla società.

Rimasto senza contratto passa l’estate alla ricerca di una squadra e a settembre ecco la sua grande occasione… la Lazio, dopo mesi in cui Lotito ha promesso ai suoi tifosi e al suo tecnico nomi e nomi di giocatori affermati e di livello internazionale decide, dopo essersi qualificata alla Champions League di puntare su di lui come uomo in più per affrontare la competizione europea. Da svincolato a regalo per la qualificazione Champions ai tifosi laziali il passo è breve e Vignaroli si trova, da un momento all’altro, a giocarsi il posto con Rocchi, Bianchi, Makinwa, Pandev, Inzaghi e Tare. Il tecnico laziale Delio Rossi sbotta e dice al suo presidente di sentirsi preso in giro dall’acquisto del giocatore e che quella situazione non era rispettosa nè nei confronti dei tifosi nè nei confronti del lavoro che lui aveva svolto. La sua stagione in maglia biancazzurra è quasi un incubo, in allenamento veniva quasi bullizzato dai suoi compagni, preso continuamente in giro con battutine e scelto sempre per ultimo nelle partitelle, preso di mira dai tifosi che lo insultavano e fischiavano continuamente con l’apice che arriva durante la partita con l’Udinese quando, entrato per 10 minuti, viene subissato dai fischi e dagli insulti per tutto il tempo da parte di tutto lo stadio. Per raccontare nel migliore dei modi il suo anno nella capitale basta una frase che Anni dopo il buon Fabio dichiara durante un intervista “Mi insultavano anche le bandierine del calcio d’angolo, ma al posto dei tifosi l’avrei fatto anche io”. Grazie a quella stagione diventa uno degli indimenticabili ex per i tifosi della Lazio, ai livelli di Ibson e Friberg a Bologna, con i laziali che lo ricordano con la frase “E dicendo che era bono in tutti i ruoli pe la Champions ce pijò Vignaroli” oppure che, durante uno dei periodi più bui della gestione Lotito espongono uno striscione con su scritto “Ridateci Vignaroli!!!”.

Svincolatosi il 1 luglio 2008 dopo appena 9 partite in maglia laziale si accorda con la squadra greca del Panthrakikos ma, dopo sei mesi e nessuna partita giocata nel gennaio 2009 firma per la squadra australiana del Newcastle United Jets esordendo, il 10 marzo a Pechino contro il Beijing Guoan in AFC Champions League. A fine stagione rinnova per un altro anno ma, il 19 gennaio 2011 torna, dopo tanti anni dalla sua prima esperienza, il Monza in Lega Pro rescindendo poco più di due mesi dopo, il 25 marzo. Rimane senza squadra per praticamente un anno e, nella primavera del 2012 firma per il Savona dove gioca solamente 4 partite prima di passare, il 26 gennaio 2013, alla squadra maltese del Mosta dove gioca 13 partite e segna un gol. La stagione successiva firma per il Balzan Youths sempre nel campionato maltese dove gioca 25 partite senza gol prima di appendere le scarpette al chiodo e ritirarsi nel 2014. 

Dopo aver abbandonato i campi da gioco, durante la stagione 2015/16 diventa il direttore sportivo dell’Unione Sanremo dimettendosi il 5 luglio 2016 dopo che, inizialmente, gli era stato rinnovato il contratto.

 

Che fosse la promozione in serie A, la salvezza in serie A o il regalo per la qualificazione in Champions League Vignaroli, grazie ai fasti della sua annata a Salerno, è stato spesso considerato l’uomo giusto, peccato però che il posto, il periodo ma sopratutto il motivo del suo acquisto fossero quelli sbagliati ma, nonostante venisse deriso, insultato e addirittura bullizzato dai compagni Fabio ha sempre saputo dimostrare appieno la sua professionalità e il suo essere uomo in un mondo sempre troppo cattivo con certe persone

 

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