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Meteore Rossoblu – Mathias Abero

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E’ il 19 luglio del 2012 quando a Bologna sbarca un giovanissimo ragazzo dalla faccia buona, allegra e sprizzante di energia, come solo la faccia dei ragazzi sa essere.
Lo sguardo tipico di chi sa di avere davanti un’opportunità unica, l’opportunità di fare il tanto sperato salto di qualità, l’obiettivo di tutti i calciatori in fin dei conti.
Si, perché arrivare dall’Uruguay in Serie A a soli 22 anni vuol dire aver dimostrato di poter essere un buon prospetto.
Stiamo parlando di Mathias Abero, giocatore che sicuramente i tifosi ricorderanno dal momento che ha lasciato Bologna neanche 5 anni fa.
Ma partiamo dall’inizio.

Classe 1990, il giovane uruguagio nasce come mancino naturale. Dimostrò sin dall’inizio buone abilità sia in fase offensiva sia in fase difensiva.
A soli 5 anni entrò a far parte delle giovanili del Nacional, club nel quale rimase fino al 2009.
L’anno dopo passò in prestito al Racing Montevideo, dove iniziò a giocare con una certa continuità, collezionando 31 presenze in due anni e mettendo a segno la sua prima rete da professionista.
Nel 2011 fece il suo ritorno al Nacional. In quell’anno disputò anche alcune amichevoli con la nazionale Under-22.
Nel club che lo aveva fatto esordire rimase solo per un’altra stagione.

Le buone stagioni disputate in Uruguay, soprattutto al Racing, catturarono l’attenzione del Bologna, che decise di acquistarlo a titolo definitivo nella sessione di calciomercato estiva del 2012.
In quegli anni il Bologna si stava colorando di celeste. Erano stati parecchi gli uruguayani che nel corso degli ultimi anni si erano succeduti sotto le due torri: Britos, Ramirez, Gimenez, Perez e ora anche Abero, il ventunesimo uruguagio a vestire la maglia rossoblu.
Il suo sogno di andare a giocare in Europa si era finalmente avverato.
In rossoblu ebbe, inoltre, l’opportunità e l’onore di conoscere Perez, vero idolo di tutto l’Uruguay.
Il Bologna veniva da uno dei campionati più emozionanti degli ultimi anni, condito dal nono posto in Serie A e da un gioco molto convincente.
I tifosi erano al settimo cielo, convinti che la precedente stagione sarebbe potuta essere un trampolino di lancio per la squadra. 
Attorno a quel giovane ventiduenne c’era molta curiosità. 
L’Uruguay, in linea di massima, aveva sempre portato bene al Bologna. I rossoblu si erano dimostrati bravi scopritori di talenti ‘celesti’.
In più, si riteneva che il Bologna dovesse puntare sui giovani.
L’acquisto di Abero, quindi, fu accolto con molta voglia di scoprire di cosa fosse capace il giovane.
La concorrenza sulla fascia sinistra era però alta. Il Bologna aveva già Archimede Morleo e Nicolò Cherubin come esterni sinistri. Mister Pioli li riteneva fondamentali per il suo gioco, e difficilmente se ne sarebbe privato. Inoltre, l’allora allenatore del Bologna, riteneva che Abero fosse più propenso a difendere che ad attaccare.
Abero venne fatto debuttare nella partita interna contro il Milan, gara giocata l’1 settembre del 2012 e persa dal Bologna per 3-1.
Insomma, non il miglior debutto per il giovane uruguagio.
In totale, in quella stagione disputò 10 partite con la maglia del Bologna.
Probabilmente, la concorrenza con giocatori ormai esperti e ben inseriti negli schemi dell’allenatore come Morleo e Cherubin, fece sì che Abero non riuscisse ad imporsi come avrebbe voluto.
La concorrenza, soprattutto nei giovani, si sa, può essere un’arma a doppio taglio: può spronare a dare il massimo ma può anche demoralizzare.
In Mathias Abero la concorrenza non suscitò l’effetto sperato.

Nell’estate successiva, il Bologna decise di mandarlo in prestito all’Avellino, in Serie B.
Quest’operazione venne fatta con l’intento di dare più spazio al giocatore.
Il Bologna voleva cercare di valorizzarlo il più possibile.
Questa poteva davvero essere l’occasione, per il giovane,di dimostrare ciò che realmente valeva.
Una stagione positiva in Serie B avrebbe aperto scenari importanti per Abero, e avrebbe probabilmente convinto la società rossoblu a tenerselo stretto.
Tuttavia, Abero non riuscì ad imporsi nemmeno nella serie cadetta.
Disputò a malapena due partite con i biancoverdi. 
Così, a fine campionato tornò sotto le due torri.
Nel frattempo, però, il Bologna era retrocesso in Serie B.
Abero mise a segno il suo primo e unico gol con il Bologna nel match contro il Varese al Dall’Ara, nel giorno della prima partita dei rossoblu con al timone il nuovo presidente, Joe Tacopina.
Quello fu un giorno di festa, c’era grande emozione al Dall’Ara nel vedere la nuova società del Bologna. La speranza era tornata nei cuori dei tifosi bolognesi.
La partita fu vinta dai rossobu per 3-0, e fu proprio Abero ad aprire le danze al 15’ minuto, entrando in area di rigore e mettendo la palla in rete, su assist di Acquafresca.
Questo è, probabilmente, l’unico ricordo felice che lega il Bologna ad Abero.

Per il resto, purtroppo, le cose non andarono come tutti si sarebbero auspicati, in primis il ragazzo avrebbe dare un maggiore contributo alla squadra; così, a febbraio 2015 venne messo fuori rosa e a fine stagione tornò in Uruguay.

Attualmente, Abero milita nel Patronato, club argentino. E qui sembra aver trovato una certa continuità, avendo già collezionato 14 presenze da inizio campionato.

Dal punto di vista professionale, ad Abero non si può certo recriminare nulla.

(Fonti: Wikipedia, YouTube, Gianluca Di Marzio.com)

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