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Meteore Rossoblu – Robert Acquafresca

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Come si potrebbe iniziare a descrivere la storia che c’è stata tra Robert Acquafresca e il Bologna?
Una storia complicata, una di quelle storie che si concludono con l’amaro in bocca.
Già, perché è difficile credere che il 31 gennaio del 2017 – giorno in cui Acquafresca ha lasciato definitivamente Bologna – l’attaccante non sia andato via da Casteldebole con tanta amarezza dentro.
Lo stesso si potrebbe dire dei tifosi. All’inizio della sua avventura al Bologna c’era molta speranza in questo ragazzo, si credeva in lui. Le ottime stagioni disputate con la maglia del Cagliari avevano impressionato tutti. 
Chi è che, nel luglio 2011, avrebbe detto che la carriera di Robert Acquafresca avrebbe avuto una parabola così discendente? Probabilmente nessuno.
Attualmente il ragazzo è svincolato, dopo aver militato fino allo scorso anno nel Sion, club svizzero.
Ma partiamo dall’inizio.

Il ruolo di Acquafresca è sempre stato quello del centravanti, il classico centravanti con un moderato fiuto del gol. Ha dimostrato di essere molto abile nel movimento ma anche nel gioco aereo. Sa usare bene entrambi i piedi, non ne ha uno prediletto.

Robert Acquafresca iniziò la sua carriera nelle giovanili del Torino, ma dopo il fallimento della società granata andò a giocare nel Treviso, che nel 2005 era appena stato promosso in Serie A. Acquafresca debuttò nella massima serie a soli 18 anni.
Nel 2007 passò al Cagliari, club nel quale riuscì ad affermarsi ad alti livelli. In Sardegna ci rimase per due anni, segnando 24 gol in 68 partite.
Dal momento che l’Inter deteneva il cartellino di Acquafresca, il club nerazzurro decise di cederlo al Genoa a titolo definitivo, nell’estate del 2009.
Dopo una stagione disputata metà all’Atalanta (mandato in prestito dal Genoa) e metà, appunto, a Genova, nell’estate del 2010 l’attaccante piemontese fece il suo ritorno nell’amata Sardegna, a Cagliari. Venne ceduto dal Genoa in prestito con diritto di riscatto. Rimase con il club sardo per solo una stagione.

Nell’estate del 2011 il Bologna aveva messo gli occhi sul ragazzo. I rossoblu stavano costruendo una rosa importante durante quella sessione di calciomercato, e consideravano Acquafresca un possibile ottimo acquisto, viste le sue prestazioni a Cagliari. Così, nel luglio del 2011, Acquafresca venne ceduto dal Genoa al Bologna in prestito con diritto di riscatto sulla metà del cartellino. Anche i tifosi ne erano entusiasti. Insomma, sembrava l’inizio di una storia importante.
La prima stagione con la maglia del Bologna regalò emozioni sia al ragazzo sia ai tifosi.
Nonostante la tanta concorrenza in attacco – c’erano Diamanti, Di Vaio e Ramirez- Acquafresca riuscì comunque a ritagliarsi il suo spazio.
Come dimenticarsi del suo gol segnato contro l’Inter, il definitivo 3-0 a San Siro, dopo che Di Vaio aveva segnato una doppietta. Quel gol è ancora impresso nella mente dei tifosi del Bologna; nonostante tutto, nessuno potrà mai toglierselo dalla testa.
Ma ancora, la rete segnata nella partita contro il Novara al Dall’Ara, nel giorno dell’omaggio al grande Lucio Dalla, scomparso in quei giorni. L’emozione di quella giornata, di quel gol arrivato alla fine di una partita in cui il Bologna aveva fatto di tutto per vincerla, ma che sembrava una di quelle classiche partite ‘stregate’. E poi eccolo il gol, firmato proprio da Acquafresca. 1-0 e vittoria dedicata all’amato Lucio Dalla sulle note di ‘L’anno che verrà’, suo grande capolavoro. L’emozione di quel giorno sarà per sempre indelebile.
La prima stagione al Bologna fu quindi ricca di soddisfazioni, tanto che in estate la società felsinea decise di esercitare il diritto di riscatto sulla prima metà del cartellino dell’attaccante.
Tuttavia, la stagione successiva non andò come tutti speravano. L’arrivo in estate di Alberto Gilardino e il suo ottimo rendimento tolsero spazio ad Acquafresca, Pioli lo riteneva indietro nelle gerarchie. Così, a gennaio, il Bologna decise di mandarlo in prestito al Levante, in Spagna, dove disputò 13 partite mettendo a segno 3 gol.
A giugno fece ritorno sotto le due torri e il Bologna acquistò l’intero cartellino dell’attaccante dopo la risoluzione della compartecipazione tramite le buste.
L’annata successiva non fu fortunata né per l’attaccante né per il Bologna, che retrocesse in Serie B. Acquafresca non riuscì a dare il suo contributo a salvare la squadra, venendo utilizzato molto poco per tutta la stagione, dal momento che l’attaccante titolare in quella stagione era considerato Rolando Bianchi, arrivato in estate dopo l’addio di Gilardino. Anche con l’arrivo di Ballardini in panchina, con il quale Acquafresca aveva fatto bene a Cagliari, le cose non cambiarono.

Con la retrocessione in Serie B si aprì uno spiraglio per l’attaccante piemontese. Ci fu subito sintonia con il nuovo allenatore Diego Lopez, come lo stesso Acquafresca ha ammesso in un’intervista a ‘Repubblica’. L’allenatore uruguaiano diede al ragazzo continuità, cosa che nelle precedenti stagioni al Bologna non aveva quasi mai avuto. La squadra riuscì a raggiungere i playoff. 
Arrivò la semifinale di ritorno dei playoff: Bologna – Avellino, al Dall’Ara. Dopo appena sette minuti i biancoverdi andarono in vantaggio. Ma 11 minuti dopo arrivò l’1-1, firmato proprio da Robert Acquafresca. Gol ed esultanza di liberazione sotto la Curva Bulgarelli. Una scena che difficilmente si può dimenticare.
La partita terminò 2-3 per l’Avellino, ma ad andare in finale fu il Bologna, dal momento che l’Avellino per passare il turno avrebbe dovuto vincere con due gol di scarto.
Si giunse al fatidico giorno, il 9 giugno 2015. 
Bologna – Pescara, la finale di ritorno, sempre al Dall’Ara.
E’ il minuto 36 quando proprio Acquafresca mette al centro dell’area di rigore una palla che il Pescara tenta di rimandare indietro, ma Gianluca Sansone la intercetta e segna l’1-0.
Risultato finale: 1-1 e Bologna in Serie A.
Con l’arrivo di Donadoni, qualche mese dopo, di fatto Acquafresca fu messo ai margini del progetto Bologna, complice anche l’arrivo di Mattia Destro che tolse spazio all’attaccante piemontese.
Venne escluso poi dalla lista dei 25 della rosa, finché, nel gennaio del 2017, venne ceduto a titolo definitivo alla Ternana.

Nell’intervista a ‘Repubblica’, Acquafresca ha dichiarato che secondo lui il Bologna non ha mai davvero creduto in lui, complici anche i tanti attaccanti forti che si sono susseguiti in quegli anni e che gli venivano preferiti continuamente. Ha ammesso di esserci stato male quando il Bologna gli ha comunicato la volontà di metterlo, di fatto, fuori rosa.

Sicuramente, quindi, l’esperienza sotto le due torri di Acquafresca non rimarrà impressa nella storia, però, si può dire che alcuni momenti siano stati felici.
Se il Bologna è tornato in Serie A nel 2015, in fondo, è anche merito suo. 
Non tutte le storie hanno un lieto fine, questa non l’ha avuto. Ma non per questo ci si deve dimenticare anche delle cose belle che sono successe in tale esperienza.

(Fonti: Wikipedia, YouTube, La Repubblica)

 

 

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