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Meteore Rossoblu – Stephen Appiah

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Quanti tifosi si ricordano di Stephen Appiah?
O meglio, in quanti si ricorderanno di questo giocatore tra 10 anni?
Si, perché già oggi, quando ormai sono passati poco più di 10 anni dalla sua esperienza sotto le due torri, in pochissimi si ricordano di lui.
Tra qualche anno, allora, ci potrebbe essere la possibilità che nessun tifoso del Bologna abbia più in mente Appiah.

Nato in Ghana nel 1980, Appiah venne considerato per un periodo come uno dei giocatori africani più promettenti, specie negli anni ’90 e 2000.
E’ stato considerato uno dei migliori giocatori della nazionale ghanese. Con essa ha partecipato alle Olimpiadi di Atene del 2004, e ha ottenuto una qualificazione ai Mondiali nel 2006, con la fascia di capitano al braccio.
Tuttavia, questa è la dimostrazione lampante che nel calcio non basta avere talento. Non basta essere considerati un ottimo prospetto per il futuro. Non basta essere desiderati da tante società.
Il talento è solo una delle componenti che servono per fare carriera, certo è forse quella fondamentale, ma non è l’unica.
Servono anche carisma, personalità, professionalità. Non bisogna lasciare che il proprio carattere influenzi la carriera.
E poi, altra cosa importante, ci vuole anche molta fortuna. 
Il talento non protegge dagli infortuni.
Tutto questo lo possiamo ritrovare nella carriera di Stephen Appiah, ad oggi quarantenne, ritiratosi nel 2012 a 32 anni. 
Per comprendere a fondo questo giocatore è però necessario esaminare la sua carriera dall’inizio.

Nato come centrocampista centrale, che poteva agire da interno di centrocampo a 4 e in qualsiasi posizione in un centrocampo a 3, iniziò la sua carriera negli Hearts of Oak, club ghanese, a soli 15 anni.
Nel 1997 venne acquistato dall’Udinese, poiché l’allora capo osservatore dei friulani Lo Monaco lo aveva notato, e gli era piaciuto molto. Nello stesso anno, quindi, fece il suo esordio in Serie A. 
Insomma, non male per un ragazzo di soli 17 anni appena arrivato dal campionato ghanese.
Nel 2000 passò al Parma, e poi nel 2002 al Brescia.
Nel 2003, a soli 23 anni, vantava già 95 presenze e 7 reti (tutte con le Rondinelle) nel massimo campionato italiano.
Fu così che a mettere gli occhi sul giovane ghanese fu la Juventus di Marcello Lippi.
Con i bianconeri rimase fino al 2005, ma qui le cose non andarono proprio benissimo.
Infatti, al termine della prima stagione Appiah se ne uscì con una frase ormai diventata famosa:’’ Se fossi andato al Torino, mi avrebbero trattato meglio.’’ Questa uscita fece indignare non poco i tifosi bianconeri.
Appiah si trasferì poi al Fenerbaçhe, nel 2005; qui vinse il campionato turco e la Supercoppa nazionale nel 2007. Insomma, sembrava essere arrivato il riscatto per il ghanese.
Tuttavia, le cose si complicarono.
Nell’estate del 2008, subì un grave infortunio al ginocchio, che gli costò molti mesi di stop.
La cosa peggiore fu che rischiò di morire, a causa di una tromboflebite, per via di alcune complicazioni sorte dopo l’operazione.
Ma non era finita. Sempre in quel periodo si trovò ad avere problemi con la legge italiana: risultò debitore di un milione di euro nei confronti di un avvocato e due procuratori.
Insomma, le cose non avevano preso una bella piega.

Arrivò poi il momento di passare al Bologna, nel novembre del 2009.
I rossoblu stavano cercando un sostituto per l’infortunato Mutarelli, che avrebbe dovuto stare fuori dal campo per un po’.
Individuarono, quindi, in Appiah il perfetto rinforzo e sostituto, vista la sua carriera e viste le sue indiscutibili qualità.
Quello che il centrocampista ghanese cercava era un rilancio, un possibile riscatto, e quale occasione migliore di questa poteva capitargli? 
Voleva aiutare i rossoblu a salvarsi.
Nella conferenza di presentazione disse di sentirsi pronto fisicamente, di aver recuperato molto bene dall’infortunio pesante che lo aveva colpito mesi prima.
Sembrava davvero un’ottima oppurtunità per entrambe le parti: il Bologna ci guadagnava acquistando un giocatore d’esperienza e di ottima qualità, potendo così sostituire Mutarelli; il centrocampista ghanese poteva sfruttare l’esperienza sotto le due torri per rilanciarsi.
Tuttavia, le cose non andarono come tutti speravano.
Appiah subì un nuovo infortunio, anche questa volta abbastanza pesante, che lo costrinse a saltare quasi tutte le partite, eccezion fatta per le ultime due giornate.
Venne inserito nel secondo tempo di Bologna-Catania e Cagliari-Bologna.
I rossoblu riuscirono comunque a salvarsi; mentre Appiah non riuscì nel suo intento di rilancio.
A fine stagione il Bologna non rinnovò il contratto al ghanese, che decise poi di approdare al Cesena.

Insomma, non proprio un’esperienza da ricordare quella di Stephen Appiah nel Bologna.
A volte, è proprio vero il detto ‘’La sfortuna ci vede benissimo’’. Almeno, nel caso di Appiah, si.
Purtroppo questo è solo uno dei tanti casi, nel calcio, in cui una carriera viene influenzata dai tanti infortuni.
E’ il destino, e su quello non ci si potrà mai fare nulla.

(Fonti: YouTube, Wikipedia, Bologna FC)

 

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