Registro con grande amarezza e sdegno quanto accaduto a fine partita, quando nonostante una vittoria importantissima in pochi hanno pensato bene di esprimere in maniera pesantissima il loro dissenso nei miei confronti all’uscita dallo stadio. È una situazione che mi deprime profondamente e che alimenta un clima negativo che non aiuta a trovare una soluzione ai problemi dell’Ac Siena. Sul campo siamo impegnati al massimo nella ricerca della salvezza, come dimostra la grande prova di carattere e compattezza del gruppo nella partita di oggi. Fuori dal campo siamo impegnati a sostenere psicologicamene la squadra nella convinzione che si possa ottenere questo miracolo. A questo punto, l’episodio violento di stasera mi costringe a valutare per quale ragione il calcio possa continuare a esistere a Siena.
Ovviamente la durezza di queste parole non è determinata solo dall’aggressione di poche ore fa, ma dal comportamento di alcuni che sin dalla mia venuta a Siena, nonostante gli straordinari risultati conseguiti in due anni, non hanno mai accettato il confronto civile ma hanno sempre e solo conosciuto il linguaggio della violenza che fino a stasera era stata solo verbale. Sono certo che non è con la prevaricazione e la prepotenza che si ottengono risultati e ritengo che il futuro della Robur sia sempre più in mano ai tifosi e alle istituzioni. L’amarezza che riempie il mio cuore nonostante la vittoria di oggi è tanto più grande in quanto tutti, Società e calciatori, nelle più grandi difficoltà per i cambiamenti che sono intervenuti in città negli ultimi mesi, sacrificano il loro tempo e ogni loro energia per cercare di rimanere concentrati sull’obiettivo della salvezza. Rifuggo la logica che con la violenza si cerchi di dimostrare chi è più forte fra proprietà e tifosi, poiché la mia linea almeno fino a stasera era che tutti potessimo lavorare insieme per far durare il sogno del Siena nel calcio professionistico e di massimo livello. Mi sento solo di ringraziare quelli che normalmente vengono definiti mercenari dalle menti più illuminate del tifo e che invece oggi hanno dimostrato quanto tengano alla maglia e al nome della Robur. Mi dicono tutti che gli autori del gesto di stasera sono una minoranza, credo allora che sia giunto il momento che questa sicurezza venga confermata dai fatti. Ovviamente mi riservo di tutelarmi in tutte le sedi competenti, affinché non passi l’opinione che si possano scrivere solo regole dettate dalla logica della prepotenza.