Bologna FC
Mihajlovic e quell’indimenticabile Roma-Bologna
”Parlate pure di Mihajlovic allenatore, del suo Bologna in campo, ma lasciate l’uomo Sinisa alle sue esigenze”. Queste erano state le parole dell’ex allenatore del Bologna lo scorso 26 marzo, quando in conferenza stampa aveva annunciato di doversi sottoporre nuovamente alle cure per la leucemia.
A Sinisa non è mai piaciuto che si parlasse della sua malattia, ha sempre preferito che si continuasse a parlare di campo. E forse il modo migliore per ricordarlo oggi, a ventiquattr’ore dalla sua scomparsa, è parlare proprio di pallone.
C’è infatti una partita che appare indelebile nei ricordi dei tifosi rossoblù: quel Roma-Bologna disputato il 7 febbraio del 2020 e vinto dalla squadra allenata proprio da Sinisa Mihajlovic 3-2.
Forse la partita più bella dal punto di vista del gioco disputata dal Bologna di Sinisa.
Forse una delle gare più intense a livello agonistico dei rossoblù negli ultimi dieci anni.
Da una parte la Roma di Fonseca in piena corsa Champions, dall’altra il Bologna di Mihajlovic che accarezzava il sogno di poter lottare per un posto in Europa.
I rossoblù entrano in campo con il piede giusto e alla squadra di Sinisa bastano 16 minuti per dimostrarlo: Orsolini approfitta del grosso errore di Smalling in piena area di rigore e insacca in rete il pallone alle spalle di Pau Lopez, su un ottimo assist di Musa Barrow.
Passano pochi minuti e l’autogol di Denswil sembra raggelare i rossoblù, ma non Sinisa.
Mihajlovic forse già sapeva che quella gara i suoi l’avrebbero portata a casa.
Infatti, appena quattro minuti dopo l’autogol del difensore del Bologna, Barrow regala una magia ai suoi tifosi segnando un gol di una difficoltà elevatissima: un tiro a giro dal limite dell’area di rigore. Nonostante il vantaggio, i rossoblù giocano come se la partita la stessero perdendo loro: corsa, agonismo e una grandissima dose di fame permettono al Bologna di sfiorare prima il 3-1 con Svanberg e poi nella ripresa di andare a segno di nuovo con Barrow.
E forse questo secondo gol del gambiano è ancora più bello del primo: corsa da metà campo fino all’area di rigore e Mancini scartato come se fosse la cosa più facile del mondo.
Rete di un coefficiente di difficoltà altissimo, ma quella sera al Bologna di Sinisa riesce tutto.
Il Bologna non si scompone nemmeno quando la Roma accorcia le distanze con Mkhitaryan.
La mentalità dei rossoblù quella sera è la stessa del loro condottiero: grinta, carattere, attributi e voglia di portare a casa il risultato.
Il Bologna porta a casa una vittoria incredibile, per l’avversario affrontato, per il gioco espresso e per l’agonismo messo in campo.
Una vittoria che verrà ricordata anche a distanza di anni.
Una vittoria che ha dato il via a una rincorsa all’Europa nella quale per un istante, seppur brevissimo, qualcuno forse ci ha creduto davvero.
”Io entro in campo per vincere, non per non perdere”. Questo è sempre stato il mantra del tecnico serbo: mai come in quella sera, forse, i rossoblù sono scesi in campo con la sua mentalità.
Mihajlovic è riuscito a far sognare di nuovo i tifosi del Bologna, come da troppo tempo non accadeva sotto le due torri.
E’ vero, la favola non ha avuto il finale che tutti speravano, ma se c’è un momento negli ultimi dieci anni in cui il Bologna si è sentito di nuovo grande, quel momento è stato con Sinisa Mihajlovic in panchina. E questa è già una grande, grandissima vittoria.
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