Bologna FC
Mihajlovic: “Sono un ultras in panchina, contro il Sassuolo può essere una partita spartiacque”
Una conferenza divisa in due, quella condotta da Sinisa Mihajlovic prima del match contro il Sassuolo. Una prima parte in cui l’allenatore serbo ha condotto un lungo monologo spiegando l’incontro con i tifosi di ieri, una seconda parte concentrata sul match .
Sul caso del Pullman:
I tifosi hanno espresso quello che volevano chiarire dell’atmosfera sul pullman, sulle battute, sul fatto che nessuno è andato a salutarli. Poi ho parlato io, partendo con una premessa, mai avrei pensato di dover chiedere scusa ai tifosi del Bologna, so quanto loro mi hanno amato e rispettato, e loro sanno che lo stesso vale per me, per come mi hanno accolto e per come mi hanno supportato durante la mia malattia. Quando due parti che si amano e si stimano, arrivano al punto di voler chiarire, vuol dire che qualcosa non è andato bene. Mi dispiace, non era intenzione mia, né dei ragazzi. Mi dispiace abbiamo sofferto e ci siano rimasti male, come ci sono rimasto male io per lo striscione che diceva “Pullman di Pezzenti”. Io non ho mancato di rispetto a nessuno e non ho offeso nessuno, se lo avessi fatto non avrei avuto problemi a chiedere scusa, come dice la mia storia, dove ho fatto più sbagli, trovando l’umiltà di prendermi le mie responsabilità. In questo caso non ho sbagliato.
Io sono nato e cresciuto in un paese con cultura diversa da quella italiana, il mio modo di scherzare, di parlare, di comportarmi è diverso da quella in italia. Spesso quando parlo la gente mi chiede se scherzo o sono serio, perché io dico le cose serie con tono scherzoso e vice versa. Per quanto riguarda lo spirito dei ragazzi sul pullman, voglio specificare come non ci sia una regola sul come comportarsi. C’è chi sta in silenzio, chi ha paura, chi ha la musica, chi scherza, per allentare la situazione. Il clima cambia anche di settimana in settimana.
Ho detto quello che ho detto, perché mi divertiva, ognuno può fare quello che vuole, non sono io a giudicare. Poi non ho fatto prese in giro sulla coreografia, era un complimento. Era chiaro anche che chi ha fatto il video non lo aveva fatto per prendere in giro ma per far vedere quanto era bello. Ho chiesto scusa per non essere sceso, non ci abbiamo pensato e poteva essere una bella cosa. Gli ho detto che prossima volta li tiro tutti giù. Poi ho scherzato con l’autista Davide, che era molto teso per i possibili danni al suo pullman, che tratta come una fidanzata, gli ho detto di non preoccuparsi, magari era la volta buona che ce ne davano uno noi. Si parla spesso di quello che ha fatto Bologna per Sinisa, ma voglio ricordare quello che ho fatto anche io per la squadra. Quando sono arrivato erano tutti spaventati, e ci siamo salvati. Quando mi sono ammalato, dal letto seguivo sempre gli allenamenti, e quando non ce la facevo più mi facevo le iniezioni di cortisone per continuare. Siamo stati bravi tutti, abbiamo fatto entrambi azioni con il cuore.
Quando alleno io divento un tifoso, sono come un ultras in panchina. Se mancassi di rispetto ai tifosi è come se mancassi rispetto a me. Se perdiamo sono il primo ad infuriarsi, mi piace fare il mio lavoro, fatto bene. Nel calcio servono motivazioni straordinarie, alla Stella Rossa abbiamo vinto una Coppa dei Campioni durante la guerra. Con la pandemia, i tifosi, possono aver perso qualche caro, o il lavoro, possono non riuscire ad arrivare a fine mese, e io lo so perché sono nato povero. Noi vogliamo che durante la partita possano dimenticarsi delle difficoltà. Noi dobbiamo vincere per i tifosi.
L’italia è il paese perfetto, si mangia bene e si vive bene, a volta mi dispaice non essere italiano. Un giorno mi piacerà provare nuovi campionati ma non sento il bisogno di andarmene per forza. Nella mia vita dovunque io sia andato, mi sono sempre trovato bene, tranne che in una città.
Sul Sassuolo:
Dopo un risultato non soddisfacente la reazione si deve dare sul campo. Prima della partita di Benevento ho parlato con i ragazzi incitandoli, ma siamo entrati con l’atteggiamento sbagliato. Poteva essere una partita spartiacque, per distanziarsi ulteriormente dal fondo ed iniziare un nuovo campionato. Ora le risposte le voglio sul campo, con i fatti. Non dobbiamo sbagliare atteggiamento mentale, se no vedi quello che è successo in Spezia Milan, dove una squadra disperata correva a mille ed ha vinto contro la prima in classifica. Quando spegni la luce non la riaccendi subito.
Anche la partita di Sassuolo può essere uno spartiacque, è uno dei tanti derby che abbiamo. La partita è stata preparata bene, ma ripeto conta la testa con cui entriamo in squadra. Domani è il mio compleanno, se dovessimo vincere mi farebbero un bel regalo.All’andata abbiamo perso quando vincevano 3-1 con 20 minuti da giocare. Questa volta non succederà sicuramente. Sia noi che loro siamo squadre che amano giocare all’attacco, entrambe hanno società solide. Noi non ambiamo ad essere loro, sicuramente chi gioca a Sassuolo è contento di farlo, ma noi non guardiamo lì.
Per quanto riguarda il contratto, io potrei restare qui per altri 10 anni, perché sto bene e sono sereno, come potrei anche andarmene domani. I contratti vanno rispettati da tutte e due le parti.Ora penso solo a salvarci e a fare più punti possibili, cercando qualcosa di soddisfacente. A fine stagione parleremo, vedremo quali saranno gli obiettivi. FIno ad ora siamo sempre stati d’accordo, io e la società, credo lo saremo anche in futuro.
Domani Poli non gioca, poi saprete perché.
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