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Miranda si presenta: «Il Bologna mi segue da molto tempo. Mi hanno fatto sentire importante per il progetto»

Le prima parole di Juan Miranda come nuovo giocatore del Bologna

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Juan Miranda al termine di Bologna - Empoli
Juan Miranda alla presentazione (© Bologna FC 1909)

Juan Miranda si è presentato oggi a Casteldebole come nuovo giocatore del Bologna. Lo spagnolo, appena rientrato dal torneo olimpico, si è raccontato ai giornalisti.

Ad introdurre la conferenza stampa di presentazione di Miranda è stato il direttore sportivo del Bologna, Marco Di Vaio: «Juan è un giocatore che avete apprezzato all’ultima Olimpiade, dove con la Spagna ha vinto l’oro, da protagonista. Ha un’attitudine offensiva molto spiccata. Però tatticamente sa interpretare bene il ruolo e lo abbiamo seguito per tanto tempo. Lo conosciamo perché è venuto fuori anche dal vivaio del Barcellona. Quindi con una carriera giovanile importante. Poi è tornato a casa dopo aver giocato anche un anno fuori. E poi si è creata l’occasione di prenderlo a parametro zero e con il progetto del Bologna, la Champions League e quel che è successo lo scorso anno siamo riusciti a convincerlo. Siamo contenti che abbia scelto noi perché secondo noi può darci una grande mano. E anche noi potremo dargli una grande mano a crescere ed esplodere definitivamente giocando anche competizioni internazionali».

È stata un’estate in cui nella tua vità è successo di tutto. Fine contratto col Betis, poi la chiamata del Bologna, hai vinto un’ora alle Olimpiadi. Miranda, come è stato l’impatto col mondo Bologna in questi giorni?
«È stato molto positivo. La verità è che mi ha sorpreso piacevolmente. C’è un gruppo dentro lo spogliatoio e credo che è la cosa più importante. Lo so perché in passato sono stato in spogliatoi molto uniti e sono arrivati risultati molto importanti. Io credo che quest’anno, anche solo dal tempo che ho trascorso qua, ci sia un’ottima gruppo che ha grande rispetto della tifoseria. Ho voglia di cominciare col Bologna, di conoscere lo stadio e domenica potrò farlo. Devo ringraziare Marco e tutta la dirigenza per la voglia che hanno mostrato nel volermi qua. Per un calciatore è importante che lo vogliono e che è un pezzo importante del progetto».

Il tuo percorso è importante: giovanili con il Barcellona, poi Bundesliga con lo Schalke 04, poi Conference, Europa League e Liga col Betis Siviglia. Hai 24 anni ma hai già un percorso notevole. E Bologna che step è per te?
«Sono in un momento molto bello, quest’estate con la Nazionale. Voglio fare quest’anno un passo avanti, essere importante. Voglio essere importante dentro la squadra e spero che sia un grande anno, non solo per me, ma anche per tutta la squadra».

Marco prima ha parlato di un giocatore offensivo, ma sai anche difendere. Quali sono le tue caratteristiche principali e in che cosa devi migliorare? Quale è stato il tuo modello?
«Mi sono sempre visto in un difensore offensivo. Vengo dai vivai di Betis e Barcellona che hanno sempre l’obiettivo di vince e giocare offensivamente e la verità che sopratutto alla Masia, sei sempre un po’ più offensivo del resto delle squadre. E quindi meglio fare un passo avanti che uno indietro. Con il passare degli anni ho imparato tanto. Soprattutto in Germania ho imparato tanto difensivamente e mi considero un giocatore offensivo, ma completo difensivamente. Sono giovane e ho ancora molto da imparare anche se ho molti anni di carriera alle spalle e posso migliorare solo in campo. Non ho un idolo, guardo molto quelli che giocano nel mio ruolo quando guardo le partite».

Come è stato un vincere l’oro in Francia contro la Francia? Anche perché eri uno dei più esperti.
«È stata un’esperienza unica. Indimenticabile. La ricorderò sempre. L’Olimpiade è diversa da Europei e Mondiali. Sono contento di aver avuto questa possibilità. A Tokyo ho conquistato l’argento, e questa volta avevo voglia di vincere l’oro e così è stato. Il calcio però è solo presente, e vincere domenica è la cosa più importante».

Quando è stato il primo contatto col Bologna?
«Il Bologna mi ha sempre seguito molto. Mi ha fatto molto piacere questo e questo mi ha fatto sentire già importante. Anche la mia famiglia ha dato la sua opinione».

Dall’Olimpiade alla Champions League: è un sogno. Prima però ci sono tre partite importante di campionato da giocare, pensi già a quando si giocherà in Champions?
«Beh, la prima è pensare partita per partita nel calcio. E piano piano stiamo arrivando a domenica. La prima partita ti deve dare buone prestazioni. Siamo concentrati su domenica».

Ti aspetti di giocare domenica?
«Sì, io direi di sì, ma decide il mister. Io posso dire di essere pronto, sempre. Ma il mister sa quello che deve fare. Fosse per me giocherei tutte le partite».

Che cosa ha il calcio spagnolo di più rispetto agli altri?
«Nella Liga lavoriamo molto tatticamente. Il mio lavoro qui sarà anche lavorare fisicamente e io dovrò abituarmi velocemente a questo modo di giocare, al campionato, alla squadra e all’allenatore».

Hai già parlato con il mister? Che impressione ti ha fatto?
«Il mister è un grande allenatore. Lavora molto fisicamente e tecnicamente. Sicuramente faremo cose importanti durante questa stagione. Lo seguivo anche quando stava alla Fiorentina e l’ho anche sfidato col Betis, al Villamarín. E soprattutto ne ho sentito parlare molto bene dal mio amico German Pezzella (ex Fiorentina e Betis, ndr) e mi ha raccontato che è un grande allenatore e che posso imparare molto».

Ti diverti di più a giocare offensivamente o a fare le chiusure difensive?
«Difendere e mantenere la porta inviolata per noi è come un gol. Ed è la cosa principale. Poi ovviamente bisogna anche attaccare bene».

 

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