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Mottastics: i numeri nell’era Thiago Motta

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Saper leggere i numeri ci aiuta a comprendere la realtà circostante e ad analizzare le dinamiche che li rappresentano, di qualunque contesto noi si stia parlando. Per questo, senza che questo articolo assurga a rango di lettura scientifica, vogliamo rappresentarVi con alcuni numeri il cammino del Bologna di Thiago Motta.

Le statistiche della serie A ci danno una mano a capire come il Bologna ha costruito il suo undicesimo posto (in realtà decimo a pari merito con la Fiorentina, in termini di punti che sono 19), e a conoscere alcuni dati che possono sembrarci curiosi, ma che sicuramente sono attenzionati anche dallo stesso Thiago Motta e dal suo Staff tecnico, per cercare di migliorare sempre di più  l’efficacia della sua rosa.
 
La Classifica nasce da una rivisitazione del centrocampo….
Dopo avere segnalato che i punti sono diciannove, costruiti soprattutto nelle ultime 5 partite (4 vittorie e una sconfitta, quella con l‘Inter), è interessante vedere come, nelle sue 9 partite di campionato, Thiago Motta sia partito con gli “esperimenti” da una formazione (quella contro l’Empoli, partita persa 1 a 0)  che prevedeva, nei 10 giocatori di movimento, 3 centrocampisti (due di interdizione, Gary Medel e Jerdy Schouten, e uno offensivo, Roberto Soriano) e 3 attaccanti “puri” (Marko ArnautovicRiccardo Orsolini e Musa Barrow) e poi sia arrivato all’ultima, giocata prima della sosta mondiale (3 a 0 al Sassuolo, secondo clean sheet di stagione), dove i centrocampisti erano addirittura 5 (con il solo Gary Medel centrocampista d’interdizione puro, ma gli altri 4 tutti erano in grado di dare una grande mano nella fase di non possesso) e una sola punta (l’inamovibile Marko Arnautovic). 
Con l’ultima formazione, Thiago Motta potrebbe avere trovato il suo giusto equilibrio, fra fase offensiva e fase difensiva, con un “uso” massiccio di centrocampisti, non necessariamente tutti d’interdizione.
Le vittorie, nelle ultime 5 partite, sono arrivate sia con il 4 3 3 (meno utilizzato) che con il 4 2 3 1 (che dovrebbe essere lo schema preferito da Motta), mentre il numero dei centrocampisti è variato da 4 a 5, a seconda dell’avversario; di contro le sconfitte numericamente più importanti (3 a 0 contro la Juve e 6 a 1 contro l’Inter, entrambe in trasferta) hanno visto nella formazione iniziale sempre 3 attaccanti e 3 centrocampisti, sottolineando che a Torino, 2 dei tre centrocampisti dello starting eleven erano di costruzione e il solo Schouten era più vocato all’interdizione.
 
..o da una più attenta disposizione della difesa?
Anche in difesa, Motta ha fatto molteplici esperimenti, partendo però sempre dalla linea a 4 (anche se durante i match la linea si arricchiva di Medel, mentre si sganciavano a turno, Andrea Cambiaso/Charalampos Lykogiannis e Stefan Posch, diventando a tratti a 3 nella fase di possesso). L’attenzione del Mister si è concentrata sugli uomini del reparto arretrato, 9 in rosa, facendoli ruotare e provandoli tutti, almeno una volta, come titolari (Joaquim Sosa ha avuto la sua occasione da titolare contro la Juventus, in una partita complicata come quella dell’Allianz Stadium), prediligendo l’utilizzo dei centrali, anche se adattati (l’esempio è quello di Posch, centrale di difesa, riadattato come terzino destro bloccato, ma anche con la licenza di spingersi in avanti quando la dinamica della partita lo permetteva). Così dalla prima partita dell’era Motta, con Posch e Jhon Lucumi centrali e Lorenzo De Silvestri e Cambiaso sulle fasce,  si è giunti all’ultima partita, quella contro il Sassuolo, con la coppia di centrali formata da Adama Soumaoro e Lucumi (stante anche l’indisposizione di Kevin Bonifazi), mentre ai lati veniva usato sulla destra un’altro centrale, spesso “bloccato”, come Posch e solo un esterno “naturale” come Lykogiannis.
 
Mentre in atttacco…
Detto che il percorso tattico, utilizzato fin qui da Motta, ha visto come giocatore più utilizzato in attacco Marko Arnautovic con 1237 minuti di gioco, seguito da Musa Barrow con 755 minuti e Riccardo Orsolini con 667, mentre quarto è risultato Nicola Sansone con “soli ” 405 minuti, invece i tiri effettuati verso lo specchio hanno una classifica differente, che e potrebbe sorprendere: Musa Barrow è primo con 26 tiri (e due reti), mentre secondi a pari merito  con 23 tentativi sono è Riccardo Orsolini e Marko Arnautovic; Nicola Sansone chiude questa particolare classifica con 10 tentativi.
In serie A, dove il primo per tiri in porta risulta Lautaro Martinez con 51 tiri, Musa Barrow risulta solo 26esimo.
 
Mottastics torna a fine gennaio, con altre piccole e grandi curiosità numeriche rossoblù.

 

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