Bologna FC
Mottastics – Marko’s Rule
Dove eravamo rimasti caro Marko? Al 58esimo di un Lecce Bologna, giocato nello stadio giallorosso di Via del Mare, ultimo atto rossoblù di un campionato rossoblù decisamente sopra le righe. Un gol da vero centroavanti, di giustezza che ha aiutato la sua squadra a vincere e chiudere al nono posto.
Sblocchiamo quel ricordo: da un assist vincente di Musa Barrow, nasce una spizzata di testa che batte Falcone e regala la doppia cifra definitiva al numero nove rossoblù che chiude una stagione che sembrava essersi complicata per i troppi infortuni e essere diventata travagliata per le troppe chiacchiere che sono girate intorno alla sua persona e invece, proprio alla fine, ha fatto percepire la forza di un attaccante ritrovato. Perché alle parole ha sempre preferito i fatti.
E nella conferenza di ieri si è respirata la stessa forza, la stessa determinazione, la stessa autocentratura che fanno di lui un leader naturale, un capo che non ha bisogno di essere riconosciuto da suoi compagni, perchè ha le stimmate del carismatico e non le abbandona mai, anche a costo di risultare scostante e antipatico. Ma di questo Arnautovic il Bologna ha bisogno come il pane.
Perchè un giocatore così, quando la forma psicofisica non lo abbandona, è sempre capace di fare la differenza, trascinare l’intera squadra e fare salire l’asticella, quell’asticella che per qualcuno si chiama Europa.
Giocatori trascinatori e qualitativi allo stesso tempo come Arnautovic non esistono nella rosa del Bologna (e questo lo sa anche il suo allenatore) e se il ritiro a Valles è servito a cementare il loro rapporto (ammesso e non concesso fosse sfilacciato), può essere solo un bene per tutto il movimento rossoblù: che riparte da quel 2 a 3 di Lecce, dove, guarda caso, il gol della rimonta è partito proprio dalla sua testa.
E dalla conferenza di ieri ci è apparso subito chiaro e forte il segnale che ha voluto inviare a tutti: Marko è tornato a dettare legge, quella del più forte.
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