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My dire My – Mister Romagna e le stelle del Circo Orfei – 17 Feb

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“Socmel Davide, ma hai visto la contraerea che hanno lor li davanti?”.

Carlo, marchigiano di nascita, bolognese da sempre, aveva letto la formazione del Milan e si era un attimo cagato addosso. Davide, head coach del Bfc, ravennate giramondo, aveva subito preso il foglio che il suo secondo gli porgeva e aveva iniziato a rimirarlo, per cercare dove potesse annidarsi la gabola. I rossoneri presentavano un attacco da circo Orfei, con star rigorosamente internazionali e più precisamente giapponese (Honda), brasiliana (Kakà) e marocchina (Taarabt), mentre  l’unica presenza italiana era il centravanti, dalla pelle scura e di origine ghanese.

“Ciò Carlo e pensa che hanno lasciato il Pazzo in panchina……”

“Un pazzo in panchina? Come se non bastasse il loro Presidente….”.

Mister Romagna guardò il suo secondo con tenerezza e poi guardò la sua formazione con ancor più tenerezza, ragionando che al trio di star mondiali lui avrebbe contrapposto un trio difensivo a cui capo c’era Cesare, che quest’anno faceva 35 berrette. Sticaxxi, penso fra sè e sè.

Riflettendo sul suo organico, gli venne in mente quando, tre settimane prima, si era presentato al suo Presidente, con una lista di tre giocatori, due extracomunitari e un italiano, funzionali al suo modulo. Bastavano poche centinaia di migliaia di euro e il gioco era fatto. Ma di quell’incontro le ultime immagini, che gli erano rimaste impresse nel suo focus  visivo,  erano del massimo Dirigente che si rotolava via dalle risate, urlando:” Non ci sono scioldi!”.

Poi, a mercato finito e fuori tempo massimo, la cessione di Diamanti, “adesso ci sono i scioldi”, L’amarezza e la sensazione di essere stato “frainteso”, con un Friberg in più di cui neanche sua moglie, che era svedese, aveva mai sentito parlare, e un Ibson la cui stella, con l’avanzare dell’età, sembrava essersi un pelo offuscata. Giusto un pelo.

“Dai Carlo, chiama i ragazzi che gli raccontiamo come si “canta” alla Scala del Calcio”.

Le cronache racconteranno che fino all’87simo quel predicozzo era servito, con tre nitide palle goal Rossoblù nel secondo tempo che solo un acrobata come Abbiati era riuscito ad evitare che finissero in fondo al sacco. Il miglior “Lazaros, alzati e cammina” della stagione, un Khrin versione highlander e via via gli altri nove a rendere decorosissima la rappresentazione, su quel meraviglioso palcoscenico che è San Siro. Poi l’ineluttabile, l’infausto destino o, come si direbbe in Romagna, “una sfiga nera”: Diego, nel tentativo di rinviare, recapita la palla sui tacchetti di Montolivo, che di prima serve prontamente il centravanti loro ( il babbo della Pia, per intenderci), che a sua volta, senza pensarci più di tanto, esplode un destro dinamitardo verso la porta avversaria, anticipando un “morbidissimo” Mantovani e uccellando Curci che si trovava sulla linea dell’area di porta.

Mister Romagna iniziò in quel momento a dare le onde, implodendo dentro a se decine e decine di “sacramenti”, guardando un’ancor più esterrefatto Carlo che era ancora intento a piegare la tutina del neo entrato svedese.

 

Quattr’ore dopo, nel recinto di Castedebole, Davide nell’accompagnare Carlo alla sua macchina, chiese al suo secondo della formazione della Roma.

“Azzidant Davide, arriva un altro Circo in città, sempre con stelle internazionali all’attacco (Gervinho, Ljiaic) e con il loro centravanti che è l’attaccante italiano più prolifico ancora in attività”.

Mister Romagna avrebbe voluto dir gli anche di Destro in panchina, ma sapeva che il suo vice gli avrebbe fatto la battuta ” ….e Sinistro in tribuna”, e, per l’umore che aveva, lo avrebbe spedito a quel paese, senza passare dal via.

“Grazie Carlo come sempre” chiosò il Mister, chiudendo la portiera della macchina del suo vice” e domani pensiamo a come sostituire Natali, che con la Roma non ci sarà”.

“Ci vorrebbe proprio un Angelo custode, ma se ci pensi bene forse ce lo abbiamo già” sussurrò a finestrino abbassato Carlo mentre la sua auto usciva dal Centro Tecnico.

Mister Romagna sorrise, guardando i fari che si perdevano in lontananza: un “Cherubin” sarebbe stata proprio una soluzione…benedetta!

 

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