Bologna FC
Non è Babbo Natale: il calciatore venuto dal Nord che sessant’anni fa fece il regalo più bello al Bologna
Harald Nielsen, il fuoriclasse danese che ha portato il Bologna a vincere il settimo scudetto.
Negli anni 50 molte squadre in Italia iniziano a cercare al nord nuovi talenti, in particolare nelle terre scandinave. I danesi specialmente piacciono molto: sono considerati lavoratori serissimi e costano poco. Fu proprio un danese, Axel Pilmark, mediano vestito in rossoblù dal ’50 al ’59, a consigliare al presidente del Bologna Renato Dall’Ara alcuni promettenti connazionali.
Primo della lista stilata da Pilmark è Harald Nielsen che a soli 18 anni debutta nella nazionale danese. In 14 partire fa 15 gol, 7 di questi alle Olimpiadi di Roma del 1960 dove la sua Danimarca ottiene la medaglia d’argento, seconda solo alla fortissima Jugoslavia.
Il grande regalo di Nielsen al Bologna
L’esordio in rossoblù per Nielsen è complicato. La lingua è un enorme ostacolo che compromette l’intesa con l’allenatore e i compagni di squadra. Inoltre, a Bologna i tifosi iniziano a chiamarlo “Dondolo” per via della sua camminata lenta e ciondolante.
Ma una volta sceso in campo Nielsen si fa comprendere benissimo. A lui non serve parlare italiano, lui parla con i gol. Sono otto le reti segnate nelle prime sedici partite di campionato 1961-62. L’anno successivo ne fa 19 e quello dopo ancora, nel 1964, ne fa 21 ottenendo il titolo di miglior marcatore del campionato. Quell’anno il regalo più bello al Bologna lo ha fatto lui: la rete dello spareggio con l’Inter che ha consegnato al club il settimo scudetto dopo 23 anni dal precedente.
Nielsen e Haller: nemici amici
Nel Bologna allenato da Fulvio Bernardini- quel Bologna che fece l’impresa nel 64’- erano solo due gli stranieri: Harald Nielsen e Helmut Haller.
I due non andavano molto d’accordo o per lo meno questo è quanto raccontavano i giornali all’epoca. La cosa certa è che i bisticci, se c’erano, non arrivavano mai in campo. Entrambi avevano un unico obiettivo la domenica: vincere la partita. Tornato a Bologna per il cinquantenario della conquista dell’ultimo scudetto, Nielsen dice di Haller: “è stato un grandissimo giocatore, ha dato un enorme valore alla squadra […] Amava scherzare e quando litigava con altri giocatori veniva sempre in camera da me per chiedermi di aiutarlo a fare pace”.
Il grande rimpianto di Nielsen: L’addio alla nazionale danese
Il più grande rimpianto di Nielsen nell’arrivare a Bologna fu sicuramente quello di dover rinunciare alla nazionale. La federazione calcistica danese vietava infatti la convocazione in nazionale per i giocatori che decidevano di lasciare il Paese per giocare in campionati professionistici.
Il regolamento cambiò nel 1971 quando la Danimarca scelse di aprire le porte al professionismo, ma per Nielsen era già troppo tardi. Il danese si ritirò dal calcio l’anno prima, a 29 anni, dopo la stagione 1969-70 passata alla Sampdoria.
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