Bologna FC
Non solo il Bologna: per la Serie A è un mercato “a rilento”
I colpi del calciomercato tardano ad arrivare? È la piega presa dalla Serie A: spostando il focus dal Bologna, anche le altre situazioni raccontano questo
Il calciomercato è, inevitabilmente, l’argomento dell’estate. E non potrebbe essere altrimenti: è il momento in cui si corre dietro alle voci, si immagina il tal giocatore con la maglia della propria squadra, si spera che l’altro giocatore non lasci invece la propria maglia. Il Bologna si è mosso bene, ma i tifosi chiedono altro ancora, pensando alla Champions. Se andiamo a vedere, però, la situazione della altre squadre “europee” – e non solo – non è tutto rose e fiori.
Bologna, ma anche Juve, Milan, Inter: tutti attendono il colpo
Il Bologna, in questa sessione di calciomercato, si è mosso anche abbastanza in fretta su determinati obiettivi e soprattutto senza fare rumore. La piazza, però, soprattutto dopo le ultime uscite, invoca altri colpi. Comprensibile: i tifosi sono tifosi, e giustamente hanno il diritto di sognare, nonché di “pretendere” che la propria squadra sia competitiva. Ma, se può consolare, non sono i soli a sentire la mancanza del “colpo”. Anche le “grandi” della Serie A non navigano nell’oro, e questo letteralmente. Se andiamo a vedere, per esempio, le tre nobili – Juventus, Inter e Milan – sono tutte in attesa di completare la loro rosa, nei ruoli che ognuno ritiene fondamentali.
Thiago Motta a Torino aspetta altro oltre ai due mediani portati a casa a luglio, e con lui i tifosi. Paulo Fonseca nella Milano rossonera sta adattando il suo calcio con la squadra che già era presente, ma attende un paio di colpi necessari per la rosa, e con lui i tifosi. Simone Inzaghi, invece, vede un attacco latitante dopo le prime tre punte, e in una stagione così lunga non può andare sempre come lo scorso anno. Ultimo, non citato, è Antonio Conte: forse non si immaginava ancora il “suo” Napoli come è oggi, e come lui, i tifosi.
La piega del calciomercato è sempre più “insolita”
È l’estate delle attese. Si, perché il calcio italiano, in gran parte, richiede margini di manovra diversi rispetto agli altri campionati. Ormai non è più “una lista della spesa”, se vogliamo utilizzare questo termine. L’occhio delle società è sempre rivolto ai conti, ai bilanci. E per le entrate, spesso e volentieri, sono necessarie delle uscite. Il Bologna, da questo punto di vista, ha operato, fino a questo momento, in modo oculato: se andiamo a vedere le spese per gli acquisti fino a questo momento, rientrano perfettamente nei soldi incassati per, ad esempio, la cessione di Joshua Zirkzee.
Il Bologna ha dimostrato nella scorsa stagione di poter andare anche oltre, essendo una società “sana” dal punto di vista del bilancio, e anche in questa potrà sicuramente muoversi allo stesso modo: ricordiamo che manca poco meno di un mese alla fine della sessione, e gli obiettivi in casa Rossoblù sono fissati.
Ma – perché c’è sempre un “ma” – non ci si deve sorprendere di queste attese, né da parte del Bologna e né, se vogliamo allargare il discorso, da parte di un po’ tutti in Serie A. La piega presa negli ultimi anni, da tutti, è quella della sostenibilità, collegata ovviamente agli obiettivi di campo. Certe volte è difficile accontentare sin da subito le guide tecniche, che ovviamente vorrebbero la squadra pronta il prima possibile. E certi campioni (o comunque giocatori di indubbio valore), ahi noi, sono difficili da “attirare” per la Serie A: alla fine, ognuno guarda alle proprie tasche – altrimenti non sarebbero professionisti di lavoro. Per le società, il gioco vale la candela? Certi esempi degli ultimi anni hanno dimostrato che, alle volte, si può rimanere bruciati.
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