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Orsolini al Corriere dello Sport: “Quest’anno mi prendo il Bologna e la Nazionale”

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In questa settimana segnata dagli impegni delle Nazionali, Riccardo Orsolini si è raccontato a Giorgio Burreddu, sulle colonne del Corriere dello Sport. Dalle parole di Orso trapela come l’attenzione del ragazzo sia completamente rivolta alla stagione appena iniziata e come si senta una colonna fondamentale del nuovo Bologna edizione 21/22.
Il mercato si è chiuso da nemmeno una settimana, ma per Riccardo la finestra delle trattative è stata sbarrata ben prima della sirena del 31 agosto. “Mai chiesto la cessione e non ho mai pensato di andare via” ci tiene a mettere in chiaro l’attaccante rossoblù. Non che siano mancate le offerte durante l’estate. Orsolini confessa di essere stato contattato da Torino, Lazio e Fiorentina, società pronte a versare milioni sonanti nelle casse del Bologna per concludere l’affare. Ma la volontà del giocatore è stata determinante e la dirigenza ha accolto di buon grado la fermezza del suo attaccante, rinunciando ad una golosa plusvalenza. “Ho apprezzato il fatto che si potessero permettere di rifiutare parecchi soldi per me. È stato un attestato di fiducia”.
 
Liquidata la pratica mercato, Orsolini si concentra sul proprio stadio di maturazione calcistica, rispondendo alla critica che gli viene rivolta maggiormente quando si discute del suo rendimento in campo. “Mi sono stufato di sentir dire che Orsolini è un giocatore altalenante, uno che fa una partita sì e tre no” risponde quando gli viene ricordata la frase di Mihajlovic che lo punzecchiò affermando che si addormentasse in mezzo alla partita. Da questo spunto Riccardo inizia una attenta riflessione sul proprio approccio alla gara: “Il ruolo dell’esterno è strano. Devi essere molto paziente”, può accadere che non si tocchi il pallone per diversi minuti, e proprio in quei frangenti Orso ammette di faticare a stare concentrato ed a mantenere il ritmo dell’incontro. “Come faccio a non toccare la palla per cinque minuti? Guardo la partita?” se la cava con una battuta.
 
Ma Mihajlovic non si accontenta dell’umorismo, vuole risposte sul campo e continua a martellare la sua ala ripetendo le posizioni da occupare a seconda dello sviluppo dell’azione. Il ragazzo ascolta, ma sa benissimo come non sia sufficiente replicare alla lettera quello che Siniša illustra sulla lavagna tattica. La partita vive di pulsioni proprie ed un giocatore di estro come Orsolini deve avere la sensibilità per isolare il momento giusto in cui far saltare gli schemi e dare sfogo al proprio istinto. Appunto: “Sono un giocatore che tende a rischiare la giocata. Ma le percentuali di errore salgono e diventa tutto più evidente. Nel mio ruolo l’uno contro uno è decisivo. Mi dice (Sinisa, ndr): punta, se sbagli non fa niente. Ma non quando siamo nella nostra metà campo”.
Durante il ritiro Orsolini ha avuto modo di rubare al proprio allenatore anche qualche consiglio sui calci di punizione; ha detto a Miha: “Se non me le insegni tu non può farlo nessuno”. Così dopo l’allenamento fuori le sagome di plastica ed una rete di palloni, per affilare il sinistro da fermo.
 
Orsolini è uno dei senatori dello spogliatoio, per anzianità è secondo solo a Mbaye, e non si tira indietro nel momento in cui c’è da rendere conto della terribile prova in Coppa Italia: “Una partita che ne capita una ogni trecento. Una figura di m****”. Lo spettro della Ternana è riaffiorato anche all’esordio in Serie A contro la Salernitana: “Dopo il 2-1 ci siamo guardati: non è possibile, ragazzi c’è qualcosa che non va. Ma questa è una squadra che ha gli attributi, che non molla”. Da queste parole emerge la consapevolezza che Orsolini ha del suo nuovo ruolo all’interno del gruppo, dopo la partenza di giocatori esperti come DaniloPalacio e Da Costa.
 
I gradi di leader e la fiducia dimostrata dalla società rinunciando a fare cassa con il suo cartellino dopo una stagione di alti e bassi hanno fatto scattare qualcosa nella testa di Riccardo. A ventiquattro anni è consapevole delle proprie qualità e di come finora non sia stato sempre in grado di esprimerle; da questo trae motivazione e pone gli obiettivi per la stagione appena iniziata. “Voglio arrivare in doppia cifra”, non si nasconde Orso, perché sa che quando porti le stellette sulle spalle non puoi più permetterti di farlo. Una stagione importante coronata da un ricco bottino di reti gli permetterebbe di rilanciare seriamente la propria candidatura al Mondiale imminente. Orso lo definisce un sogno bellissimo che dipende soltanto da lui, a riprova del fatto che la concorrenza sull’esterno sia spietata e che occorra una stagione super per togliere il posto ad uno dei leoni di Wembley. Ma Orsolini è certo di potersela giocare ed il piano per guadagnarsi la nuova maglia azzurra, con tanto di effige a testimoniare il successo continentale, è ben delineato. Consacrarsi come condottiero del Bologna per prendersi la Nazionale. E a sentire le sue parole non restano dubbi: il ragazzo è pronto e più determinato che mai.
 
Fonte: Giorgio Burreddu, Il Corriere dello Sport

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