Bologna FC
Palacio saluta Bologna: “Con Voi come a casa mia”
Dopo quattro stagioni finisce la storia d’amore tra Rodrigo Palacio e il Bologna: a comunicarlo ieri è stato il club rossoblù sui suoi social con un video di saluti del Trenza. Il vice-campione del mondo con la Selecciòn nel 2014 avrebbe fatto più volentieri un’intervista se la gara con la Juventus fosse finita in maniera diversa e meno pesante. Ma la morale non cambia. La dirigenza assieme al mister, Sinisa Mihajlovic, ha deciso dopo tre rinnovi annuali di salutare Rodrigo per provare l’assalto al vero obiettivo di mercato dei Rossoblù: l’ex Inter e West Ham, Marko Arnautovic (32 anni).
El Trenza. L’aria de La Bombonera è una delle più calde di tutto il Sudamerica e del mondo intero, con le vibrazioni che si sentono in tutto lo stadio e si ramificano in tutto il quartiere. Quando i tifosi battono i piedi a ritmo di musica non a caso si dice che “La Bombonera no tiembra chico. Late” (La Bombonera non trema. Batte). Rodrigo Palacio da Bahia Blanca lo sa benissimo e ad inizio carriera, proprio in quello stadio ha fatto le sue più grandi fortune, conquistando per altro una Copa Libertadores nel 2007. Nel destino di Palacio c’è poi l’Italia. Il paese a forma di stivale lo accoglie prima a Genova e poi all’Inter, percorrendo il sentiero di Diego Milito. In questo castello dai destini incrociati, Palacio non viene ricordato come el Principe dalle due tifoserie, ma viene comunque apprezzato ogni volta che ritorna a sfidare le sue vecchie squadre con i tifosi che un applauso glielo regalano sempre. La parentesi con la nazionale è tanto affascinante quanto dolorosa. A 32 anni suonati veste l’albiceleste raggiungendo la finale al Maracanà. Un sogno per un argentino: vincere il mondiale in casa dei propri rivali: il Brasile.
È banale e risaputo però, che, mentre la fortuna è cieca, la sfortuna ci vede benissimo e se fosse finita 0-0 con l’Argentina vincitrice ai rigori, nessuno si sarebbe ricordato di quell’errore. Quell’errore che ha segnato in parte la carriera di Palacio. In un qualsiasi Bar Sport , a fine carriera, qualcuno dopo diverse birre gli chiederà “Rodrigo, ma quella palla perché non l’hai piazzata invece di fare quel pallonetto?”. Perché se fosse finita 0-0 ai rigori lui il suo lo avrebbe fatto, ma la vita sa essere tanto beffarda quanto cinica e quella coppa del mondo el Trenza non la alzerà.
Al Dall’Ara. A Bologna per Palacio è come l’ultimo canto del cigno per il ragazzo di Bahia Blanca. 132 presenze, 20 reti e 17 assist dal 2017 ad oggi. Le sue giocate a Bologna non sono più le giocate accese e piene di velocità come dimostrava ai tempi, ma la sua professionalità è impeccabile. Mai una parola fuori posto e mai una critica all’indirizzo del tecnico e dei giocatori. Un giocatore che ha vissuto tante gioie nella sua carriera ma che riconosce l’umiltà. “Testa bassa e pedalare” come stile di vita. Il rendimento dell’ultima stagione lascia credere che un’ultima possibilità di vederlo in campo esiste ancora. Si è parlato di una possibile proposta del patron Berlusconi e del suo Monza, ma con la mancata promozione in Serie A dei lombardi sembra un’ipotesi impossibile. Forse un ritorno in patria e magari proprio nel suo Boca, provando a regalarsi un’ultima gioia nella sua strepitosa carriera. Per adesso Palacio saluta tutti e senza rimpianti o acredine dà l’arrivederci ai tifosi rossoblù: “Volevo salutare i tifosi del Bologna e ringraziarli per questi quattro anni. È stato un piacere giocare con questa maglia, conoscere questa splendida città e tante persone meravigliose: mi sono sentito a casa. Vi auguro il meglio. Grazie di tutto e sempre forza Bologna”
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