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Pizzul: “Di Natale deve stare in panca” – 25 set
Bruno Pizzul, dopo essere stato un calciatore professionista, è stato anche un telecronista Rai dal 1970 al 2002, e ha rilasciato un intervista esclusiva a 1000cuorirossoblu per aiutarci a conoscere meglio l’avversario della prossima partita: l’Udinese.
Dottor Pizzul, lei ha giocato nel Catania, nell’Ischia e nell’Udinese. Che tipo di giocatore era?
Ero un giocatore di una volta, molto alto, robusto, un pochino lento.. ero quello che all’ora veniva chiamato centromediano, ovvero il marcatore del centravanti avversario, prima ancora che si giocasse sistematicamente con il libero. In poche parole, è quello che oggi viene chiamato difensore centrale.
Da tifoso, ma soprattutto da grande esperto di calcio, che cosa mi sa dire sull’Udinese? Quali sono i suoi punti di forza e i suoi punti deboli?
Considerando quel che si è potuto vedere in questo scorcio d’inizio campionato, direi che sono da sottolineare soprattutto i punti deboli. La squadra si è rinnovata, ma dopo il clamoroso esordio con l’inaspettata vittoria sul campo della Juventus, abbiamo collezionato ben 4 sconfitte. In più, c’è un clima piuttosto pesante a Udine, perché i tifosi contestano pesantemente la società per non aver provveduto a rafforzare la squadra. Ma tutto sommato, penso si salverà ugualmente.
Parlando di allenatori, pensa che Colantuono e Rossi stiano rischiando il posto in panchina?
Colantuono sicuramente, Rossi non penso. La situazione a Bologna è una situazione di rinnovamento, la squadra è giovane quindi bisogna avere molta pazienza. Ci sono state delle sistemazioni anche sul piano societario quindi è difficile che mandino già via il mister. Colantuono è appesa ad un filo, se non dovesse fare bene a Bologna penso che se ne dovrà andare.
Probabilmente, ciò che mette in difficoltà la formazione rossoblu è la mancanza di punti di riferimento, delle certezze in campo. L’Udinese ha dei giocatori su cui poter sempre contare?
Stessa situazione anche ad Udine. Manca assolutamente un centrocampista che si occupi di organizzare il gioco. Questo compito sarebbe di Guilherme, che purtroppo si è infortunato. Non sono a disposizione anche tanti altri giocatori importanti, quindi l’Udinese non sta attraversando un periodo semplice.
Quindi cosa si aspetta da Udinese – Bologna? Azzarderebbe un pronostico?
Dicono che pronosticare un pareggio non sia un pronostico valido, quindi, mi dispiace, ma penso possa vincere l’Udinese. I bianconeri devono giocare con una mentalità scevra dai problemi, ma sulla carta ha qualche qualità tecnica in più rispetto i rossoblu. Colantuono deve trovare il coraggio di lasciare in panchina Di Natale, è un giocatore che ha dato tantissimo a questa squadra, ma sta diventando un peso. Il Bologna ha dalla sua parte il morale, l’ho visto più motivato e con più fame di successo.
Facciamo un tuffo nel passato, mi parla del suo esordio come telecronista?
Ero stato appena assunto dalla Rai, con mio grande stupore, e mi mandarono a fare la telecronaca a Como in onore di Juventus – Bologna, si trattava di uno spareggio per accedere alle semifinali di Coppa Italia. Mi avevano messo a disposizione una macchina che mi sarebbe passata a prendere sotto casa alle ore 10, siccome il match si sarebbe giocato alle 15, ma ad un certo punto incontrai Beppe Viola che mi offrì un passaggio. Accettai, ma trovammo un traffico allucinante lungo la strada, quindi arrivai nella mia postazione con 20 minuti di ritardo. Fortunatamente la telecronaca era in differita, quindi riuscì a recuperare.
Quale è stata la partita più emozionante di cui ha fatto la telecronaca?
Qualche mese dopo la mia assunzione, mi mandarono a fare il quarto telecronista ai mondiali del Messico del 1970, e sicuramente furono quelle le partite che mi sono rimaste in particolar modo dentro al cuore, anche perché quella fu un’avventura soprattutto di carattere emotivo.
Al giorno d’oggi, i telecronisti sono spesso affiancati da un commentatore tecnico e da inviati a bordo campo; ora è più facile fare questo mestiere?
Secondo me, invece, era più facile lavorare da soli in completa autonomia, non deve essere semplice creare un’intesa perfetta con tutti i collaboratori con cui si lavora. In più, una volta le riprese televisive erano a campo lungo, mentre adesso ci sono troppe telecamere e la trasmissione delle immagini sono molto frammentarie.
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