Bologna FC
Pobega: «Sono qui per crescere. Ho trovato un grande gruppo»
Il nuovo centrocampista del Bologna Fc Tommaso Pobega è stato presentato questa mattina in conferenza stampa
Questa mattina è stato presentato Tommaso Pobega, nuovo giocatore del Bologna Fc. Serietà, carisma e voglia di fare bene, queste sono le caratteristiche che Pobega ha messo in luce nella sua prima uscita in conferenza stampa coi colori del Bologna. Il giocatore, arrivato in prestito dal Milan, servirà a completare la rosa a centrocampo.
La conferenza si è aperta con le parole di Marco Di Vaio: «Siamo molto contenti che sia arrivato Tommaso. Sapevamo di aver bisogno di un altro centrocampista in vista dei tanti impegni e si è creata l’opportunità di portare Tommaso Pobega qui da noi. Rappresenta un giocatore completo che conosce bene il campionato e le idee dell’allenatore. É già pronto per aiutare la squadra e ha caratteristiche tecniche che corrispondono al profilo perfetto per questo gruppo e questa squadra. Cercavamo un giocatore così, che riportasse esperienza internazionale e voglia di rimettersi in pista dopo gli ultimi mesi sfortunati. Vogliamo lavorare e crescere insieme per fare un’annata importante per tutti e costruire insieme il futuro. Da parte nostra, un grande in bocca al lupo».
Le parole di Tommaso Pobega
Tommaso Pobega, che passaggio è per la tua carriera arrivare a Bologna, e come ti senti fisicamente?
«Sto bene, gli ultimi sei mesi della scorsa stagione sono stati travagliati però già dall’inizio della stagione sono partito bene e ho fatto la preparazione a Milano. Si tratta di un passaggio, nella mia carriera, molto importante. Arrivo in una grande società che ha fatto una stagione fantastica, ha raggiunto la Champions e vuole continuare a giocare bene. Spero di aiutare la squadra nel miglior modo possibile verso questo obiettivo. Il rapporto con la società è stato veloce, il mio procuratore ha avuto contatti con il direttore e ci sono stati poi gli incontri. L’apertura da parte mia c’è stata subito perché vedo un gruppo forte, sano, con voglia di fare e di mettersi in gioco. Queste caratteristiche mi hanno spinto più di tutto».
Cosa vuol dire per te ritrovare la Champions e Italiano?
«La Champions è il sogno di ogni giocatore. Ti confronti con grandi squadre e ti dà una visibilità incredibile, sono davvero le partite per le quali ci si allena tutta la vita per giocarle. Ritrovare il mister è personalmente molto interessante, mi ha fatto crescere molto a La Spezia. Fa giocare bene le squadre che allena e fa crescere i singoli che all’interno della squadra danno il loro apporto. Punto a migliorare ulteriormente».
Cosa ti lasciano due anni di Milan, non sapendo se sarà un addio o un arrivederci?
«Due anni sono riduttivi, perché ho iniziato lì a 14 anni, quando mi sono trasferito. L’ho sempre considerata una seconda famiglia, ringrazio ancora tutte le persone che sono all’interno. A livello professionale è importante però fare delle scelte e questa è fondamentale per la mia carriera, sono molto felice di aver preso questa decisione».
Sei cresciuto nella giovanile e sei arrivato al Milan. Italiano parlando di te ha detto che sei cresciuto molto, secondo te in cosa?
«Tutti i giovani devono crescere e il che mi porta a mettermi a disposizione della squadra. Ogni anno ho messo un tassello in più per diventare sempre più completo e quest’anno spero di metterne altri. Il modo migliore è giocare, anche con diversi allenatori, dai quali cerchi di cogliere qualcosa. Ho sempre cercato di mettermi a disposizione dell’allenatore e di fare quello che mi era richiesto».
Italiano è uno degli allenatori che ti ha influenzato di più?
«Era il mio primo anno in serie A, mi ha dato tanto nel farmi capire come gestire le partite e il campionato. Mi ha fatto crescere nel gioco, nella sfrontatezza… Non è più nè la mia prima stagione, nè la sua. L’idea di gioco che vedo però è sempre la stessa, precisa, che ha gli stessi principi».
In che ruolo ti piace giocare di più?
«Quello che aiuta di più la squadra. Negli anni sono stato ala e mezzala sinistra, a volte mediano a due… Il ruolo che preferisco è quello che serve più nella partita. Non nascondo che mi piace inserirmi, riempendo l’area e cercando di arrivare alla conclusione, però mi adatto a ciò che serve per la partita e alla squadra».
A Bologna che squadra hai trovato? Chi ti ha impressionato di più?
«Il primo rapporto l’ho avuto con Erlic, che è stato mio compagno anche allo Spezia. Ma ho avuto rapporti subito anche con De Silvestri, Orsolini, Fabbian, persone con le quali da avversari avevo già parlato. Quello che mi ha impressionato di più è stata l’accoglienza in generale, è un gruppo aperto che cerca subito di includere, sono qui da poco ma già nella prima trasferta e in allenamento ho visto subito molta ricerca di far sentire a proprio agio un compagno per essere pronti a giocare insieme».
Hai segnato qui un anno e mezzo fa il tuo ultimo gol in serie A. Un cerchio che si chiude e un’avventura che si riapre, con la speranza di fare lo stesso coi tuoi nuovi tifosi.
«L’auspicio del gol è sempre buono. Fu una partita particolare, eravamo subito andati sotto… Spero che ce ne possano essere tanti con questa maglia».
Spalletti ha spesso messo il focus su queste mezze posizioni sotto la punta, che fanno parte delle tue caratteristiche. La Nazionale è un pensiero che qui può venire, dato che Bologna ha sviluppato Calafiori, Zirkzee, grandi talenti… L’idea di poter ritornare in Nazionale in questa scelta ha pesato?
«Nella mia scelta pesa il fatto che Bologna sia una bella piazza, che la squadra gioca bene, che l’allenatore ha idee precise. Tanti fattori sono stati fondamentali nella mia idea di crescita. Gli obiettivi che si possono avere sono tanti, lavorerò giorno per giorno per questo. Se arriverà un campionato importante, cosa che ci auguriamo tutti, ben vengano anche queste cose qui. Per prima cosa vengono le soddisfazioni di squadra, il resto è tutta una conseguenza».
“Crescita”: in quale caratteristica vorresti crescere di più?
«Sicuramente uno dei punti dove devo crescere che già allo Spezia il mister mi faceva notare è la gestione dei momenti. Non bisogna forzare le giocate quando non è necessario e invece magari tentarla al momento giusto. Questo è un passo che devo fare per crescere come giocatore. Mi piace definirmi generoso, cerco sempre di mettere in primis il bene della squadra e mi dà molta soddisfazione personale. Anche se non sembra, si tratta spesso di piccoli passaggi che servono ad arrivare al risultato finale. Negli anni questa caratteristica mi ha sempre contraddistinto».
Chi è il tuo idolo?
«Fuori dal calcio il mio idolo è Lebron James. Amo molto il basket, sia NBA che basket italiano. Storicamente Bologna ha sempre avuto una grossa cultura e anche Trieste è molto legata dal basket. Lebron è sempre stato un idolo per me sia in campo che fuori, anche per tutte le operazioni che fa a livello benefico. Nel calcio il mio idolo fin da bambino è sempre stato Schweinsteiger, lo vedevo in nazionale e sognavo di diventare come lui».
Come hai trovato la squadra dopo la sconfitta pesante contro il Napoli?
«Ci è mancato il risultato, col mister si è parlato di mettersi subito alle spalle questa gara tenendo quello che è stato fatto di buono e cancellando le cose negative. Il campionato è appena iniziato, sabato ci sarà un’altra partita molto importante dalla quale ripartire. Guarderemo dove abbiamo commesso degli errori e terremo le cose fatte bene. Perdi una partita così, sembra sempre tutto più negativo di quello che è. Per me c’è una buona base sulla quale lavorare e sulla quale ripartire da sabato».
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