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Pobega: l’arte del redimersi (e di riconquistare Bologna)

La crescita di Pobega nelle ultime uscite è stata esponenziale. Il centrocampista ha risalito la china dopo le difficoltà iniziali

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Tommaso Pobega esulta dopo il gol dello 0-2 contro la Juventus
Tommaso Pobega (© Bologna FC 1909)

É sempre difficile eliminare le impressioni negative dalla mente di chi guarda. Quel maledetto rosso durante Lazio-Bologna è ancora nella memoria di tutti, certo, e soprattutto nella testa di Tommaso Pobega. L’espulsione, la debacle laziale, le dure parole di Italiano in conferenza stampa. Il tutto con alle spalle prestazioni discrete, sì, ma non eccezionali. Da quel 24 novembre qualcosa è cambiato in Pobega, uno di quelli arrivati tra diversi punti interrogativi in un mercato che, sotto diversi punti di vista, non ha entusiasmato tanti tifosi del Bologna. Eppure, la vittoria di oggi contro il Torino urla due nomi: uno, Thijs Dallinga, un Godot che finalmente è riuscito a tornare a casa. Due, Tommaso Pobega. Che ha spazzato via, partita dopo partita, ma soprattutto oggi pomeriggio, ogni dubbio che c’era su di lui.

Una partita totale contro Torino

Totale: è questo il primo aggettivo che viene in mente ripensando alla prestazione dell’ex Milan contro i piemontesi. Quel ruolo che solitamente siamo soliti attribuire a Freuler (oggi più impegnato davanti), quel modo di occupare la cabina di regia, muovendo come scacchi i giocatori sul campo, questa volta sono finiti nei piedi del classe ’99. Certo, buona fetta del merito per la consapevolezza e saggezza espressa oggi da Pobega è senza dubbio di Italiano, che ha sicuramente istruito il suo numero 18 per questo compito. Ricoprire un ruolo non sempre corrisponde a rispettare le attese che ci sono su sé stessi, ma in questo caso si può dire che il triestino abbia perfettamente interpretato la parte che gli era stata affidata.

Davanti, in mezzo, dietro. Ma, in generale, sempre a costruire, a inventare, a tagliare, a ricucire, il tutto con una tecnica nei piedi che non è affatto scontato avere. Pobega contro il Toro ha probabilmente toccato ogni singolo centimetro d’erba dello stadio Grande Torino. Il finale di partita è stato solo la ciliegina sulla torta per il Bologna ma soprattutto per il centrocampista, che dopo la snervante attesa del VAR ha visto essere ufficializzato il suo gol numero 2 in 7 partite. Il secondo, dopo la rete contro la Juve di Motta, al quale si aggiunge anche la gran conclusione in Coppa Italia ai danni del Monza.

Posizione di Dallinga regolare, gol convalidato, 0-2 finale con la solita botta che lascia senza scampo il portiere dall’altro lato. La maniera migliore possibile per chiudere un pomeriggio perfetto. «Se fare risultato diventa un’abitudine vuol dire che lavoriamo bene. Grazie a questo risultato arriviamo a Natale felici» ha commentato Tommaso a fine partita, col fiato corto dalla fatica ma col sorriso di chi sa di aver disputato una grande gara.

Tommaso Pobega (© Bologna FC 1909)

Tommaso Pobega (© Bologna FC 1909)

Pobega: da quel rosso, tanta strada in poco tempo

Riavvolgiamo il filo, torniamo a quel maledetto 24 novembre contro la Lazio. Il mondo del calcio è dannatamente difficile da accontentare, a maggior ragione quando arrivi da outsider in una realtà che, come si è spesso detto, si è mossa in una maniera sul mercato che più volte ha destato qualche dubbio. Dubbi come Karlsson, Dallinga, Dominguez, giocatori che un po’ alla volta hanno scoperto le proprie carte, dimostrando che gli investimenti fatti non per forza sono stati tempo e denaro buttati. Pobega non è un caso differente da quelli citati: in fase di adattamento prima, poi quel brutto episodio (e relativo rimprovero pubblico dell’allenatore) che avrebbe potuto tagliare le gambe a qualsiasi nuovo arrivato o quasi.

Per Tommaso non è stato così. Con la pazienza di chi ha il sangue freddo per gestire tale pressione, il centrocampista ha costruito, allenamento dopo allenamento, partita dopo partita, il proprio “perdono”, la propria “redenzione”, rispetto a quel brutto errore commesso contro la Lazio. La fiducia non piove dal cielo, ma si conquista. E se si perde, si riconquista. Quando si affoga in bicchieri d’acqua di questo tipo, risalire in superficie diventa ancora più complesso. Prima col Monza in Coppa Italia, poi con la Juve («Peccato siano finite le gare a Torino visto che in questa città faccio gol»…), infine la rete e la prestazione super contro il Torino. Risalire la china è sempre complicato ma, quando si ha consapevolezza, non c’è salita che spaventi.

Il tifo nel mondo del calcio è impietoso. Lo sa bene anche Dallinga, un altro che ha atteso di farsi conoscere dal mondo rossoblù fino a oggi, mandando giù qualche commento indigesto dagli spalti. Il tempo e il lavoro, però, ripagano sempre. E si può dire che in questo momento Tommaso Pobega rappresenti la più bella favola di “redenzione” in questo Bologna ad alta quota. E che ha intenzione di restarci.

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