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Radio Casteldebole – Corvino fa il punto sul mercato – 1 set

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Consueto appuntamento con Pantaleo Corvino che alla fine del mercato, così come aveva già fatto per la sessione invernale, risponde alle domande della stampa e fa il punto sul mercato rossoblu. Queste le parole del ds: “Abbiamo fatto il mercato cercando di mettere basi e fondamenta nuove a questo Bologna. Con il lavoro svolto in questa sessione abbiamo pensato sia al presente che al futuro, infatti siamo andati a prendere  giovani dalle grandi potenzialità, ma anche giocatori esperti. Abbiamo lavorato sia in entrata che in uscita ed è logico che quando si fa questo ci voglia del tempo, noi non ne abbiamo avuto moltoperchè siamo arrivati per ultimi in Serie A ed il campionato quest’anno è anche iniziato prima. Abbiamo cercato di fare del nostro meglio e lo abbiamo fatto cercando di sbagliare il meno possibile perché questo Bologna ha bisogno di meno errori possibili. Mi sono sforzato di tenere conto di questo, ma sicuramente non sarò immune da errori visto che quando si fa tanto, come nel nostro caso c’è più possibilità di commettere errori. La mia speranza è che il campo possa dare la risposta migliore per cercare di farci capire che abbiamo sbagliato il meno possibile. Mi sento in dovere di ringraziare, per quanto riguarda le uscite, i calciatori e i procuratori che hanno voluto collaborare con noi per cercare di accettare i trasferimenti che noi con tanto impegno abbiamo cercato di proporre ai ragazzi. A volte è più impegnativo un trasferimento di un giocatore che guadagna di meno rispetto a quello che guadagna di più. Ringrazio la società per il lavoro che mi ha permesso di fare in entrata, mi hanno permesso di agire al meglio per cercare di dare qualcosa di importante al Bologna e raggiungere l’obiettivo primario di questa stagiuone: la permanenza in Serie A. Dopo un riassettamento il Bologna dovrà mettere delle pedine anno per anno, come fanno tutti quei club che hanno già una struttura, per poter crescere e migliorare e cercare di diventare una squadra importante. Lo merita questa piazza, lo meritano i suoi tifosi e lo merita anche questa società. Dietro ogni operazione c’è tanto lavoro: a volte per compiere un’operazione devi andare dietro, o fingere di andare dietro, ad altri tre o quattro obiettivi. Si procede sempre per obiettivi e anche se alla fine anche qualche obiettivo è sfumato, sono contento di aver portato questa rosa a disposizione di Delio Rossi. Se ho pensato ad un attaccante alla fine è arrivato Destro, non certo un ripiego, e se ho pensato ad un centrocampista alla fine sono arrivati Rizzo e Donsah, quindi non devo rimpiangere nulla. Dopo il lavoro sul mercato il campo sarà il giudice e desso, dopo il lavoro fuori dal campo, ci sarà quello in campo e speriamo che entrambi possano guidarci all’obiettivo finale. Abbiamo fatto gli straordinari fuori dal campo, adesso tocca a giocatori e tecnico farli in campo”.

Sulle difficoltà riscontrate sul mercato e sulle analogie con le altre società in cui è stato ds: “Non ho cambiato spesso club, sono stato di media 8 anni nei club (7 Firenze, 7 Lecce e 11 Casarano). Se rivedo il mio arrivo in questi club è uguale a quello avvenuto a Bologna. Per il Bologna ho scelto di tornare in Serie B, per la storia di questa città e per la società e qui mi son ritrovato a fare cose che ho fatto circa vent’anni fa. Arrivai a Lecce quando la società era retrocessa dalla A alla B e con in rosa 45 calciatori, sono andato via con tante salvezze e ho lasciato giocatori importanti come Pellè, Ledesma, Vucinic e Bojinov. Alla Fiorentina trovai la stessa situazione anche: salvezza all’ultima giornata e rosa  da 43 calciatori, poi sono andato via con 4 qualificazioni in Champions. Ho commesso anche errori, ma anche lì ho lasciato giocatori del calibro di Jovetic, Nastasic, Ljiaic e Neto. Arrivo a Bologna e ritrovo 4° calciatori da mettere sul mercato e tra Gennaio, 12, e i 20 di adesso siamo arrivati a 32. Il primo obiettivo del ritorno in A l’abbiamo raggiunto, adesso dobbiamo mantenerla. Devi avere la collaborazione di tutti per il mercato in uscita e non è facile averla. Siamo stati chiari fin da subito con i giocatori che non rientravano nel progetto e abbiamo comunicato in maniera molto amichevole la nostra volontà. Alcuni non hanno condiviso la nostra scelta, nonostante avessero detto che la condividevano all’inizio. Avevamo già comunicato ad alcuni giocatori che non rientrava nel nostro progetto tecnico già due mesi fa, la situazione non è cambiata ed è per questo che è molto probabile che andranno fuori lista; la  lista la dobbiamo consegnare entro mezzanotte. Se sono rimasti fino ad oggi è difficile che vadano via anche se alcune società hanno ancora il mercato aperto. Devo essere sincero non mi aspetto niente”.

Ancora sugli errori: “Quando si lavora si possono commettere degli errori. Nella vita tutti possiamo risultare simpatici o antipatici e per il lavoro che svolgo sono particolarmente esposto a questo. Colgo l’occasione per dire che stando antipatico ad alcune persone, per punire me vanno a colpire i ragazzi che ho scelto. Se sbaglio e non si arriva all’obiettivo prefissato, la colpa è solo ed esclusivamente la mia non dei ragazzi che sono andato a prendere. Alla fine vedremo quanti errori ho fatto e, ripeto, spero siano pochissimi, ma sarà il campo a rendermi orgoglioso di quello che ho fatto”.

Sulle trattative non andate a buon fine: “A qualche obiettivo iniziale ho dovuto rinunciare. Qualche giorno prima nel pensare di poter prendere quel giocatore (Defrel, ndr) dovevo anche tenere conto che con quel giocatore se ne andava il 50% drl mio budget per il mercato. Se poi però è arrivato Destro al suo posto con gli stessi parametri economici non lo rimpiango,così come non rimpiango l’altro centrocampista se poi sono andato a prendere Pulgar e Donsah”.

Su Destro e Donsah: “Su Donsah  c’erano anche altri grandi club e per un momento ho pensato di non poterlo prendere, poi sono riuscito a rientrare in gara sul giocatore anche grazie ad un budget che mi ha permesso di fartlo. Destro è stato il primo attaccante che ho chiesto appena si è aperto il mercato, insieme a Borini. Vice Destro? Abbiamo sempre pensato di averlo in casa ed è Mancosu. Ringrazio Saputo per lo sforzo fatto per cercare di venire incontro alle nostre esigenze”.

Su giovani, settore giovanile e Diego Perez: “Abbiamo intrapreso la strada giusta, dobbiamo creare un organico per il mantenimento della categoria con una strategia figlia della nostra idea. Al centro del nostro progetto della prima squadra c’è anche il settore giovanile di cui sarò il responsabile, affiancato da Daniele Corazza. Per il settore giovanile e per la prima squadra abbiamo creato un’area scouting dove sarò affiancato da Danieli e Bertuzzo. Per il settore giovanile in entrata abbiamo fatto poco e questi mesi mi son serviti anche per studiare i giocatori per lavorare sulle loro potenzialità. In entrata sono arrivati Persano (attaccante) in prestito dal Lecce, Suarè dal Santarcangelo e Tazza (terzino destro) dal benevento. Nella Primavera ci saranno molti ’98 e anche un ’99, Cozzari, ed è logico che in certi ruoli dove avevamo la necessita di prendere qualcuno abbiamo poensato a giocatori che potessero dare una mano a questi ragazzi, come nel caso di Krivic. Per Perez abbiamo pensato di metterlo nello staff tecnico del settore giovanile: coadiuverà Magnani nel gruppo Allievi Nazionali”.

Su Cerci e Praet: “Devo essere sincero, ho pensato a Praet, ma poi ho dovuto mollare la presa sia in funzione della richiesta e delle nostre possibilità, sia in funzione del modulo che non prevedeva più il trequartista. Di Cerci, invece, nessuno me ne ha mai parlato”.

Su Di Vaio e Saputo: “Quando andai a Montreal per parlare con Saputo per venire a Bologna, Di Vaio doveva giocare la sua ultima partita e nel parlare di un suo possibile collocamento nel Bologna calcio mi chiese un ruolo per poterlo iniziare ad inserire. Nel pensare ad un ruolo che avevo creato precedentemente a Firenze ho pensato di affidargli il ruolo di club manager. Un ruolo in cui si vive la squadra e i rapporti tra società e squadra, per poter essere di supporto e di aiuto quando serve. Ho chiamato Saputo perché il mercato mi piace condividerlo con tutti”.

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