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Raimondo, Venezia scelta giusta?

Il centravanti cresciuto nel settore giovanile dei rossoblù ha scelto il Venezia e la Serie A, ma è il percorso giusto per la sua crescita?

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Antonio Raimondo con la maglia del Venezia
Antonio Raimondo (© Venezia FC)

Ieri la Nazionale Under 21 azzurra, guidata da Carmine Nunziata, ha vinto 7-0 la sfida contro i pari età di San Marino. Nella sfida ha messo la firma anche Antonio Raimondo, attaccante cresciuto nel settore giovanile rossoblù e ora in prestito al Venezia.

Nonostante l’ottimo risultato, il CT e gli addetti ai lavori che seguono le vicende dell’Under 21 lamentano una mancanza di minutaggio per i giovani calciatori italiani. In particolare per coloro che calcano, o almeno dovrebbero, i campi di Serie A.

Raimondo, la scelta di Venezia

Tra questi c’è proprio Antonio Raimondo. L’attaccante rossoblù, nativo di Ravenna, è approdato nella massima serie dopo l’anno in prestito alla Ternana. In rossoverde il centravanti romagnolo ha messo in mostra grandi doti, segnando 9 gol nella sfortunata stagione degli umbri, culminata nella retrocessione in Serie C. Una stagione molto positiva dal punto di vista personale, nella quale ha trovato continuità di utilizzo e prolificità alla prima annata tra i professionisti. Fino ad allora, infatti, Antonio era stato nella Primavera rossoblù collezionando qualche spezzone in prima squadra.

La chiamata che alla fine ha convinto Antonio Raimondo è stata quella del Venezia. Nonostante una buona impressione destata in ritiro, la società ha deciso di far accumulare ulteriore esperienza la ragazzo. Tra le diverse richieste arrivate a Casteldebole, c’era quella del Frosinone in B che punta a tornare in tempi brevi in Serie A e quella del Venezia, che in Serie A ci è appena tornata o vorrebbe rimanerci.

E proprio il fascino della A ha convinto Raimondo, prima ancora che il Bologna, ad accettare la corte dei lagunari anziché un altro anno in B.

Non è chiaro che se sia prevalsa la volontà del giocatore nella scelta di giocare in A, ma di sicuro il Bologna ha avvallato alla fine la scelta cedendolo in prestito secco. Una formula che garantisce alla società di riportare a casa Raimondo senza troppi impedimenti, ma quanto realmente utile alla crescita del ragazzo?

Terza scelta in attacco?

Senza azzardare giudizi dopo le prime tre giornate di campionato e un turno di Coppa Italia, guardando l’utilizzo di Raimondo in maglia veneziana, un dubbio sorge. Davvero è o si rivelerà utile il prestito al Venezia? Detto che il club lagunare, a differenza di altre offerte, proponeva di giocare in Serie A, è al momento difficile immaginare che Antonio possa ritagliarsi uno spazio. Se il suo talento appare indiscusso, il dubbio è piuttosto che questo talento coniugato all’inesperienza basti a contribuire concretamente alla salvezza del Venezia.

La risposta rischia di essere no. E non tanto per il talento. Non basta solo quello, ci sono altri parametri che condizionano una stagione. Come la pressione, la necessità di acquisire esperienza per capire come gestire alcune situazioni dentro e fuori dal campo. Momenti che, in stagioni complicate, come quella che sta andando ad affrontare il Venezia, si presenteranno certamente.

E il suo utilizzo fino ad oggi testimonia che il talento non basta. Nell’economia della gestione societaria e del gruppo, soprattutto di una “piccola” che lotta per rimanere in Serie A, avere un ragazzo, per quanto bravo, in prestito fa la differenza nelle scelte. Non è chiaro se il Venezia, oltre a non avere un’opzione di riscatto, abbia un incentivo per il minutaggio di Raimondo. Senza un reale ritorno economico, in questi casi, si preferisce dare la precedenza alle risorse tecniche di proprietà. Ecco perché nelle prime due gare la sensazione netta è che l’allenatore preferisca mettere giocatori più esperti e sotto contratto coi veneziani.

In quattro gare su quattro, da quando ha cominciato la stagione ufficiale a Venezia, non ha mai giocato titolare: il suo minutaggio non raggiunge i 90 minuti totali. E questo, nonostante Pohjanpalo, titolare dell’attacco lagunare, fosse infortunato. Di Francesco ha sempre preferito il più esperto Gytkjaer per il ruolo di prima punta. E nemmeno la possibilità di schierare Antonio esterno o seconda punta ha fatto retrocedere il tecnico pescarese da queste gerarchie. Raimondo, di fatto, ha collezionato appena 68 minuti (minuti di recupero esclusi) in quattro gare. Quattro spezzoni, di cui il più lungo nello 0-0 contro la Fiorentina alla 2^ giornata, quando è entrato in campo all’inizio del secondo tempo.

Fatto questo ragionamento, la domanda sorge lecitamente: Venezia è stata una buona scelta del Bologna e di Raimondo per la sua crescita? Ai posteri la sentenza, intanto ci limitiamo ad osservare che l’utilizzo fatto finora, perlomeno, insinua il dubbio.

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