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RdC – Cipollini: “Bologna, fai crescere i giovani” – 1 Mar
Lombardo di nascita, emiliano d’adozione. Spal prima, Bologna poi. Renato Cipollini è nato calcisticamente a Ferrara “Mattrel, le prime cinque partite, sbagliò parecchio; Cantagallo non convinse più di tanto e, con l’nnesto da libero di Boldrini, esordii anch’io. Da allora, nonstante la retrocessione giocai sempre“. Mentre, sotto le Due Torri, è diventato presidente “Che orgoglio essere stato il ventitreesimo numero uno nella storia del Bologna. E l’orgoglio è doppio se penso che lo sono diventato perché si fidavano di me“.
Sabato, insomma, sarà anche la sua partita. Ma andiamo con ordine, perché Cipollini, a Il Resto del Carlino, si lascia andare ai ricordi di quand’era in entrambe le fazioni.
“Il mio debutto (3 dicembre 1967, ndr) coincide con la vittoria in casa contro la Sampdoria per 1-0: una delle poche volte in cui il presidente Mazza non ha deciso la formazione. Quando giocavamo in casa, dopo aver pranzato in hotel il presidente ci convocava tutti in sede e, spostando le pedine della lavagnetta, ci dava le direttive“.
L’esordio, però, non è merito suo perché Petagna (nonno dell’attaccante dell’Atalanta) e Gigi Fabbri lo hanno proposto.
Tanti anni dopo, nel 2001, Gazzoni lascia la poltrona più prestigiosa del Bologna dopo una contestazione della curva. Al suo posto si siede Cipollini “Però mi fa piacere che i tifosi gli abbiano chiesto scusa. E sono contento perché i fatti di Calciopoli hanno dimostarto che, al di là delle nostre colpe, in quel 2005 la spinta decisiva per mandarci in B arrivò da motivi extra tecnici. Alla società rossoblù sono arrivato già con un po’ di curriculum da dirigente, siccome ho ricoperto il ruolo di direttore generale alla SPAL dal 1985 al 1989“.
E oggi, che condizione stanno vivendo le due squadre? “Basta dire che oggi con 33 punti ti salvi, mentre noi retrocedemmo con 42 nel 2005. Un club come questo non rischierà mai di andre in B ma, allo stesso tempo, non può dar fastidio alle prime sei-sette squadre. Chiaramente, questo non vuol dire che puoi vivacchiare: calcio divertente e crescita dei giovani. Questi devono essere gli imperativi“. E la SPAL? “Tra la A e la B oggi ci sono due categorie di differenza, era normale che questa sarebbe stata una stagione di sofferenze. Vincere a Crotone, però, potrebbe essere d’aiuto per vincere il derby e prendere slancio“.
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