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Rdc – Donadoni: una svolta silenziosa – 3 nov

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Massimo Vitali ci riporta, sul Resto del Carlino di oggi, un fatto curioso, ovvero che quando Donadoni viene chiamato da una società a sostituire un allenatore esonerato, l’esordio del tecnico bergamasco è sempre positivo.  Tre gol nel debutto domenica con l’Atalanta, tre gol nel debutto sulla panchina del Livorno (2005), e altri tre con il Parma (2012). Inoltre abbiamo un pareggio nel 2008, quando Donadoni si sedette sulla panchina del Napoli, e un 2-1 quando diventò tecnico del Cagliari nel 2010.

Cinque risultati utili su cinque, quando Donadoni prende il posto di un collega su una panchina, l’esordio è sempre nel segno della positività. “Non si può fare tanto in quattro giorni” avrebbe dichiarato l’allenatore bergamasco, ma non è del tutto vero. In appena un tempo, il secondo della sfida con l’Atalanta, è stato fatto tantissimo: la terza vittoria in campionato, sono stati ritrovati Giaccherini e Destro e, non ultimo, che la porta rossoblù sia finalmente rimasta inviolata.

Ovviamente la domanda sorge spontanea: come sarebbe andata la partita se l’Atalanta fosse stata più cinica nel primo tempo, e soprattutto se non ci fosse stato il gentile omaggio di Toloi? Probabilmente sappiamo tutti rispondere, e lo sa anche Donadoni, la sua rivoluzione silenziosa non può trasformare un brutto anatroccolo in cigno in appena quattro giorni, ma sta di fatto che il nuovo allenatore ha portato coraggio, fiducia e autostima, elementi fondamentali per questo giovane gruppo.

E’ anche vero che se andiamo a leggere la partita la retroguardia, dal secondo tempo, era composta per tre quarti da over trenta, e due marcatori su tre sono anche loro over trenta. Questo probabilmente dimostra che sì, i giovani sono il futuro, ma se in un gruppo nuovo non inserisci qualche elemento con esperienza, i risultati fanno davvero fatica ad arrivare.

Insomma, la vittoria di domenica ha dato morale e fiducia a tutti e  ora anche la classifica fa meno paura, e la salvezza sembra più fattibile.  Basti pensare che nel 2009-2010 Colomba ereditò il Bologna da Papadopulo con 9 punti, come quest’anno, e la quadra si salvò senza troppi affanni. Addirittura nel 2012-2013 Pioli aveva solo 8 punti quando ereditò il Bologna da Bisoli, e quella squadra chiuse il campionato al tredicesimo posto. Molto sicuramente dipenderà da Mattia Destro, il bomber ritrovato che domenica è sembrato davvero rigenerato dalla cura Donadoni: molto più spigliato e decisamente più al servizio della squadra rispetto alla gestione precedente. Che sia solo merito del nuovo tecnico è difficile crederlo, ma si è autorizzati a pensare che con Delio Rossi tutto questo non si sarebbe visto.

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