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Rdc – Fenucci: “Bologna, Stadio e futuro” – 19 nov

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Massimo Vitali sul Resto del Carlino di Oggi riporta una bella intervista all’amministratore delegato Claudio Fenucci, realizzata ieri a Casteldbole. L’ad rossoblù si guarda bene dallo svelare se il “nuovo stadio” sarà un impianto nuovo o il Dall’Ara restaurato, ma è l’unico dubbio che lascia alla fine di quest’ora di chiacchierata.

Dottor Fenucci, se le diciamo Roma?

“Tre anni e mezzo belli e difficili: belli perché con Sabatini, Baldini e Baldissoni si è creato un gruppo di amici non solo una squadra di lavoro, difficili per via della situazione finanziaria.”

Poi è arrivato il salvatore James Pallotta, quello che qui è stato Joey Saputo

“Se ho lasciato una piazza come Roma per venire a Bologna, è proprio per la fiducia che ho nei confronti di Joey Saputo.”

Anche lui ha individuato nel nuovo stadio un obiettivo strategico

“Nel calcio italiano solo il 10 per cento dei ricavi proviene dalle partite, l’esatta metà dei ricavi che arrivano ai club nei paesi evoluti. Per riportare tifosi allo stadio bisogna investire sul comfort delle strutture.”

E qui casca l’asino: il Dall’Ara d’oggi. E’ più facile un restyling o un impianto ex novo?

“Non è ammissibile nel 2015 che si vada ad assistere una partita e si torni a casa fradici per aver preso due ore d’acqua. La nostra idea per ora è valutare che cosa comporterebbe restare al Dall’Ara. Il progetto che abbiamo in testa prevede la copertura di tutti i settori e l’avvicinamento delle curve al campo. L’architetto ci darà le valutazioni d tutto questo entro Dicembre e da lì valuteremo se restare qui o optare per un impianto nuovo.”

Vantaggi e svantaggi di uno stadio costruito altrove?

“Uno stadio nuovo è come un abito di sartoria: puoi costruirtelo su misura. Però dipende dove lo fai: a volte sono necessarie costose opere di urbanizzazione per accedervi.”

Al Dall’Ara ci sarebbero gli spazi necessari per l’entertainment?

“Sì. Avvicinando le curve al campo e lasciando invariato l’anello del 1927 si creerebbero spazi ad uso commerciale, per la ristorazione e perfino per il museo. Senza contare che le curve più vicine renderebbero l’acustica dei cori dei tifosi molto meno dispersiva. Bisogna che i nostri avversari trovino un ambiente assordane, questo ci darebbe un vantaggio in più sul campo.”

 

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