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Rdc – Il futuro è qui: Fenucci spiega i piani del Bologna che verrà – 9 giu
La parola d’ordine che vige in casa rossoblù è quella dell’onestà, senza se e senza ma, per non deludere i tifosi che si aspettano colpi da 90. Intervenuto a margine della presentazione del nuovo diesse Riccardo Bigon, l’ad felsineo ha parlato del mercato imminente, rivelando che non ci saranno spese folli o investimenti importanti in quanto un budget c’è, ma limitato ed inferiore a quello dell’anno scorso. L’unico modo per aumentare il tesoretto destinato ai trasferimenti sarebbe tagliare le spese o la cessione di alcuni calciatori, dato che fra l’estate scorsa e la sessione invernale i costi si aggirano sui 45 milioni di euro, ma soprattutto tenendo conto che il club spende ancora più di quanto guadagni. Sul mercato è intervenuto anche telefonicamente tramite Radio Crc Marco di Vaio, che ha subito puntualizzato come Manolo Gabbiadini non rientri nei programmi del club rossoblù vista la sua alta valutazione (20 milioni), al di fuori della portata dei felsinei. Da escludere anche le voci di uno scambio con Diawara, dato che si punta a trattenerlo e si valuterebbe una cessione solo di fronte ad un’offerta considerata congrua al reale valore del ragazzo. Sullo scambio Diawara-Valdifiori più sei milioni il diesse ha così commentato: <<Il regista del Napoli è un bravissimo giocatore, ma in questo momento non ne abbiamo bisogno perché ricopre lo stesso ruolo di Amadou.>> Idee chiare quindi, oltre che sulla stagione in corso anche sul forte progetto che fino al 2018 seguirà un’iter ben preciso senza uscire dai canoni prestabiliti. Nonostante ciò si punterà a migliorare la posizione in campionato facendo buon calcio ed alla valorizzazione dei talenti di casa Bologna, visto il budget ridotto fornito dalla Lega Calcio, che deve suddividere 2 miliardi di euro fra tutte le proprie squadre (rispetto ai 5,8 della Premier League). Fenucci infine assicura che ogni euro messo in cassa dalle cessioni verrà reinvestito sul mercato e spiega il compito assegnato a Bigon e Donadoni: <<Il modello del diesse che fa la squadra e dell’allenatore che allena non è ai passi con i tempi: serve condivisione, per questo abbiamo scelto Bigon.>>
(Articolo di Marcello Giordano, fonte “Il Resto del Carlino”)
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