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RdC – La teoria Destrocentrica del Bologna -27 Nov.
Dopo i vari dibattiti passati sulla forma della terra, piatta o non piatta e se il sole fosse o meno al centro del nostro universo, quesiti che ancora oggi provocano molti dubbi a qualcuno male informato sui fatti, ora una nuova teoria si fa largo per le strade di Bologna: i rossoblu sono “Destrocentrici”. Si, perché come ad inizio campionato ora la squadra di Donadoni necessità del suo terminale offensivo più che mai, che a detta dello stesso mister, non è mai stato grintoso e in forma come in questo periodo. Non sono mancate le stoccate quando ve n’era bisogno per motivarlo, come in estate durante il recupero dall’infortunio al dito del piede destro, per farsi trovare pronto per l’inizio del campionato. Alternative? Poche. Floccari sta crescendo, dice Donadoni, ma a parte lui le alternative non sono pervenute: Sadiq dovrà andare sotto ai ferri per rimediare definitivamente all’infortunio della scorsa stagione e Verdi, che avrebbe potuto rimediare a questa emergenza in attacco come falso nueve, è anche lui infortunato. Ma nella sfortuna un dato positivo c’è: Destro è presente ed appare in forma smagliante dopo il gol e l’assist contro il Palermo. Dati alla mano ha segnato la media di un goal ogni due partite, portando in dote ben 3 vittorie (Crotone, Sampdoria e Palermo) ed 1 pareggio (Inter), mentre senza di lui il bottino si riduce ad una sola vittoria in 16 gare tra questo e lo scorso campionato. Considerando che il numero 10 è il perno sul quale è stata costruita questa squadra, necessità solo di trovare continuità. Continuità che dev’essere ritrovata anche nella rosa felsinea, con quella spina dorsale che da inizio stagione si è vista a spezzoni e che comprende Mirante, Gastaldello, Maietta, Dzemaili, Taider e Destro. Un insieme di componenti che oggi si ricongiunge al completo proprio contro l’Atalanta che l’anno scorso fu la chiave di volta della stagione, speriamo che lo sia anche oggi, conducendo Donadoni ad una cavalcata trionfale come la passata stagione.
Dopo i vari dibattiti passati sulla forma della terra, piatta o non piatta e se il sole fosse o meno al centro del nostro universo, quesiti che ancora oggi provocano molti dubbi a qualcuno male informato sui fatti, ora una nuova teoria si fa largo per le strade di Bologna: i rossoblu sono “Destrocentrici”. Si, perché come ad inizio campionato ora la squadra di Donadoni necessità del suo terminale offensivo più che mai, che a detta dello stesso mister, non è mai stato grintoso e in forma come in questo periodo. Non sono mancate le stoccate quando ve n’era bisogno per motivarlo, come in estate durante il recupero dall’infortunio al dito del piede destro, per farsi trovare pronto per l’inizio del campionato. Alternative? Poche. Floccari sta crescendo, dice Donadoni, ma a parte lui le alternative non sono pervenute: Sadiq dovrà andare sotto ai ferri per rimediare definitivamente all’infortunio della scorsa stagione e Verdi, che avrebbe potuto rimediare a questa emergenza in attacco come falso nueve, è anche lui infortunato. Ma nella sfortuna un dato positivo c’è: Destro è presente ed appare in forma smagliante dopo il gol e l’assist contro il Palermo. Dati alla mano ha segnato la media di un goal ogni due partite, portando in dote ben 3 vittorie (Crotone, Sampdoria e Palermo) ed 1 pareggio (Inter), mentre senza di lui il bottino si riduce ad una sola vittoria in 16 gare tra questo e lo scorso campionato. Considerando che il numero 10 è il perno sul quale è stata costruita questa squadra, necessità solo di trovare continuità. Continuità che dev’essere ritrovata anche nella rosa felsinea, con quella spina dorsale che da inizio stagione si è vista a spezzoni e che comprende Mirante, Gastaldello, Maietta, Dzemaili, Taider e Destro. Un insieme di componenti che oggi si ricongiunge al completo proprio contro l’Atalanta che l’anno scorso fu la chiave di volta della stagione, speriamo che lo sia anche oggi, conducendo Donadoni ad una cavalcata trionfale come la passata stagione.(Fonte: Il Resto del Carlino; autore dell’articolo: Marcello Giordano)
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