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RdC – Rebus centrocampo – 23 Feb

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Quando il 22 agosto, in coda a un’estate ribelle, Diawara si presentò a Castel Volturno per iniziare la sua avventura al Napoli, sotto le Due Torri la domanda era di moda da settimane: adesso in mezzo al campo chi farà le veci del guineano? Perché con il regista classe ’97 i rossoblu sapevano quanto avevano guadagnato dalla sua uscita (15 milioni distribuiti in 3 anni), ma ancora era oscuro cosa avrebbero perso dal punto di vista tattico.

Se si analizza, come sottolinea Massimo Vitali (Resto del Carlino), il rendimento del centrocampo felsineo nei primi sei mesi della stagione, la risposta è semplice: la cessione di Amadou è stata un’operazione finanziariamente benedetta, ma ha lasciato un vuoto che tutte le prove di Donadoni fin qui hanno colmato solo in parte. All’inizio per un paio di partire è stato sperimentato il “doppio regista” PulgarNagy; poi lo scettro è passato al cileno, quindi, da novembre fino a metà gennaio, titolare indiscusso del ruolo è stato quel Viviani preso all’ultima curva del mercato estivo. Infine, da un mese a questa parte, Pulgar ha rotto gli indugi riprendendosi ciò che precedentemente aveva smarrito. La somma fa tanta buona volontà, ma nulla a che vedere col dinamismo e col filtro che assicurava il baby fenomeno africano. Il problema è che senza regista in mezzo al campo, non si vive. Il 4-3-3, ovvero il canovaccio immutabile del tecnico bergamasco, è stato beneficiato dalle grandi performance di Džemaili, il vero “uomo in più” di questo Bologna. Blerim non è solamente il tuttocampista fin qui col minutaggio più alto (1.918 minuti in campionato); non soltanto è quello che non si è mai infortunato (2 sole partite saltate per squalifica), ma è anche, e soprattutto, con 7 reti (di cui 6 realizzate in Serie A) il capocannoniere del gruppo.

Sulla sua scia hanno lasciato un segno in zona gol anche Taider (2), Pulgar (1), Viviani (1) e Donash (1, in Coppa Italia). Il franco-algerino sta rientrando dopo l’infortunio, prima del quale era titolare fisso, punto di congiunzione tra la corsa e la qualità. Domenica al rientro dopo lo stop è stato coinvolto direttamente nell’errore che è costato la sconfitta, perdendo il contrasto contro Banega dal quale è propiziato il gol dell’Inter. Quanto a Donsah, proprio lui è stato il grande rebus della stagione. Punto di forza un anno or sono, il ghanese è scivolato via via nelle retrovie, dove lo hanno confinato sia i tormenti fisici, sia le scelte del mister: 7 gare, 397 minuti totali nella massima serie italiana, sono un bilancio che grida vendetta. E peccato, se la vera colonna portante (Džemaili, ndr), a maggio, volerà oltreoceano per rinforzare il Montreal Impact. 

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