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Repubblica:”Mezzo Gilardino può bastare e il BFC sbanca S.Siro” – 11 mar

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Nell’articolo odierno di Repubblica online, un bell’articolo che esalta la vittoria meritata dei rossoblù ed evidenzia la prova scadente dell’Inter.

Il posticipo finisce con l’Inter che esce tra i fischi del pubblico del Meazza, e  col Bologna che si gode una vittoria meritata, e ancor più i 35 punti che chiudono quasi definitivamente la pratica salvezza, a dieci giornate dalla fine del campionato (il Siena terz’ultimo è a 11 punti).

 

Giusto così, però. Perché gli uomini di Pioli hanno governato con saggezza tutto il primo tempo, durante il quale non hanno concesso ai nerazzurri nemmeno un tiro in porta e si sono permessi il lusso di andare a offendere – seppur con scarsi risultati – con Antonsson, Gabbiadini e Gilardino. E perché hanno giocato in modo ancor più diligente nella ripresa, colpendo prima al 57′ con un Gilardino già acciaccato (infatti è stato sostituito subito dopo il gol), e costruendo poi una diga sufficientemente solida da contenere gli assalti – per la verità piuttosto sterili – della squadra di Stramaccioni. Fino al brivido finale di un colpo di testa di Cambiasso, deviato con un gran balzo da Curci che così si è fatto perdonare un paio di uscite tutt’altro che impeccabili.

 

Partita strana, comunque. Bella, no di certo. Ma intensa sì, soprattutto nella ripresa.

 

Nel primo tempo, infatti, l’Inter provava a costruire, ma con Palacio unica punta andava a sbattere sulla mediana rossoblù, retta ottimamente da Perez e Taider; mentre il Bologna partiva di rimessa, sempre grazie al metronomo di Diamanti, e si faceva pericoloso in almeno tre occasioni.

 

Il capolavoro, però è arrivato nella ripresa. Quando davanti a un’Inter più intraprendente (discreto l’ingresso di Cassano), ha amministrato con sapienza, senza mai rinunciare a colpire laddove se ne presentasse l’opportunità. Così, quando dopo 12 minuti Perez ha imbeccato Gilardino solo in mezzo all’area, e il bomber ha agganciato al volo mettendo alle spalle di Carrizo, nessuno ha avuto nulla da ridire. Poi, certo, l’inerzia della gara è cambiata. Anche perché il Gila, che a stento si reggeva in piedi, se n’è andato in panchina, lasciando il povero Gabbiadini a fare reparto da solo – compito impossibile – mentre i nerazzurri si buttavano tutti in avanti. Ma il merito degli uomini di Pioli, pur arretrando di quasi 30 metri, è stato di non perdere mai la testa. E di reggere all’urto, fino al triplice fischio, come nelle migliori tradizioni delle squadre corsare.

 

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