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REPUBBLICA: “Pioli sogna la notte perfetta” – 10 mar

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Oggi su Repubblica online un bell’articolo di Luca Baccolini di presentazione della partita di stasera di San Siro sulla base delle parole del Mister Pioli rilasciate ieri nell’intervista a Casteldebole.

C’è una sensazione tentarice che Pioli sta combattendo, scrive Baccolini, ossia quella di pensare che sia il Bologna la squadra da battere a San Siro e non, viceversa, la truppa nerazzurra calpestata a Londra dal Tottenham. Questo pensiero seducente è giustificato dalle ultime due partite giocate a San Siro: nel febbraio d’un anno fa, il 30 rossoblù fu autoritario, inappellabile; il 15 gennaio scorso, in Coppa Italia, la rimonta dal 20 al 22 fu invece una gara di cuore che solo i supplementari e l’infelice uscita di Agliardi spazzarono via. «Non cerco rivalse per quella partita — chiarisce subito Pioli — , io sono concentrato sul presente. Di sicuro saliremo sul pullman convinti di poter fare punti».

 

Stavolta, però, la posta in gioco è più che simbolica. Oggi non si tratta solo di mettere a confronto un allenatore che ha fatto della gavetta il suo credo, ad un altro, Andrea Stramaccioni, che ha debuttato in serie A dove molti non si sognano d’allenare nemmeno dopo decenni. E non vale nemmeno più lo stereotipo tra Davide e Golia. Perché sarà pur vero che l’Inter paga 100 milioni di stipendi contro i 33 del Bologna, ma oggi tutto questo s’annulla di fronte al bivio che attende le due squadre: l’Inter non può perdere il treno Champions, «il loro vero obiettivo, più dell’Europa League», spiega Pioli; il Bologna, vincendo, può invece sognare un futuro diverso. «Mi aspetto una partenza fortissima da parte loro — prevede Pioli — , dovranno dimostrare di non essere quelli visti col Catania e col Tottenham. Siamo preparati alla loro forza d’urto».

 

Si segnala nel BFC l’assenza di Cherubin (risentimento muscolare) e Kone (squalificato) che però non muta l’assetto tattico offensivo che perdura da due giornate: che sia Fiorentina, Cagliari o Inter, Pioli ha tenuto quattro giocatori per l’attacco. Gilardino davanti, «prezioso anche quando non segna»; Diamanti e Gabbiadini ai lati; e in mezzo, pronto a decentrarsi, il debutto di Lazaros, «che non avrà i novanta minuti nelle gambe», ma ormai è considerato uno rodato, di cui fidarsi. Finalmente dopo più di 27 giornate, non senza ritardi, Pioli ha trovato una fisionomia precisa e uno schema per il Bologna. Quattro dietro (oggi c’è la coppia nordica Sorensen Antosson), due in mediana (Perez e Taider), e tre trequartisti dietro l’unico attaccante: «Questo assetto ci ha dato molti gol, mi fa piacere essere il primo attacco della serie A nel girone di ritorno — ammette Pioli — questo fa capire che mentalità abbiamo; attenti però: ripetere l’exploit dell’anno scorso sarà difficile». Il nemico da temere, infatti, è pensare di aver scollinato i problemi c’è ancora una salvezza da raggiungere che è ancora, secondo il Mister, ancora lontana: «Trentadue punti non bastano per salvarsi — ricorda il tecnico —, scordiamoci quel che abbiamo fatto finora e guardiamo alle partite che restano come un nuovo campionato. Sedersi ora sarebbe un errore».

Ma la parte sinistra della classifica, adesso, è molto più vicina del quartultimo posto. «Provarci oggi è il minimo»

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