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Resto del Carlino – Bologna e non solo: quando la fuga di notizie è tradizione

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Mihajlovic è solo l’ultimo della lunga serie di allenatori passati da Casteldebole e inciampati nella famigerata fuga di notizie. Prima di lui, altri come Papadopulo –con lui una storia salvezza nella stagione 2008/2009 –  e Donadoni avevano fatto in modo di ripararsi da occhi indiscreti proprio per evitare la fuoriuscita di notizie, da sempre punto debole in casa Bologna. 

Il caso più eclatante è legato alla gestione Pioli: nel 2012 Walter Mazzarri, mister del Napoli,  inviò il suo storico osservatore Claudio Nitti per spiare l’operato dell’allora allenatore bolognese. Quell’anno la tribuna era aperta al pubblico e la spia, travestita da ciclista, si sedette comodamente a prendere appunti prima di essere scoperto da Renzo Ulivieri e allontanato velocemente.
L’appello di Sinisa entra però in una sfera più sensibile: l’ipotesi che un suo giocatore possa regalare l’esclusiva sulla formazione rossoblù – se confermata – sarebbe molto grave. Anche in questo caso, però, il serbo non sarebbe il primo: nel 2018 prima Spalletti all’Inter e poi Gattuso al Milan lamentarono dello stesso problema, della fuga di notizie dallo spogliatoio.
Ad oggi, è necessario comunque sottolineare come spesso la tecnologia possa giocare a favore degli allenatori di squadre avversarie: droni e database sono armi di dominio pubblico che possono minare la segretezza delle informazioni tecnico-tattiche e che di certo non possono essere limitate. 

 

Fonte: Resto del Carlino, articolo di Massimo Vitali

 

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