Bologna FC
Resto del Carlino – Destro, ora tocca a te
Strana storia quella di Mattia Destro e il Bologna: quattro anni a fasi alterne, dall’arrivo in stazione con la folla in delirio alla stagione in doppia cifra, fino al periodo più buio, quello della scorsa gestione, con l’attaccante di Ascoli Piceno ultimo nelle gerarchie offensive e tristemente esiliato dall’undici titolare.
Poi cosa succede? Che con l’arrivo del Mihajlovic Due cambia tutto: Mattia è titolare, tuona nella conferenza d’esordio, deve solo aver fiducia in sè stesso. Detto fatto: in novantacinque minuti, quelli che l’attaccante di Ascoli Piceno gioca nel complesso col mister serbo, i goal fatti sono tre. Una media notevole, che nessuno in rosa può vantare. Poi certo, anche in questi mesi la sfortuna c’ha messo del suo, per complicare sempre e comunque tutto. Dall’infortunio pre-Roma, dove voleva esserci a tutti i costi, a quell’ esultanza contro il Sassuolo, dove la gioia per la rete è l’anticamera per un altro stop di diverse settimane.
Morale della favola: dopo l’infortunio alla coscia, ecco un altro problema muscolare, che tiene fuori Mattia per tutto aprile; contro Empoli e Samp Sinisa non lo rischia, anche per via di un assetto ormai consolidato con Palacio “falso nueve”. Ma l’occasione per rimettere Mattia in campo arriva a San Siro, dove c’è un Milan da riprendere. E come da tradizione contro le sue ex squadre, Destro segna, sfruttando al meglio un assist al bacio di Sansone. Poi la sconfitta si materializza, ma per il numero dieci rossoblù è l’ennesimo nuovo inizio. Con la certezza di avere ora una responsabilità, e cioè di segnare i goal decisivi per la salvezza: con Mihajlovic che non ha mai nascosto di credere fortemente in lui, e che lunedì prossimo, contro il Parma, potrebbe metterlo dal primo minuto, per via dell’assenza forzata di Sansone (con Palacio spostato sull’esterno sinistro).
Storia di un amore ad ondate: Mattia Destro e il Bologna, per la serie “a volte ritornano”. Con un contratto in scadenza nel 2020 che rende il futuro di difficile interpretazione; ma prima di tutto, spazio al campo. Con l’ascolano, chiamato a fare quello che gli riesce meglio: i goal.
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