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Resto del Carlino – “Mister, sono meglio di tutti loro”

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Andando ad osservare le statistiche di Marko Arnautovic una cifra salterà immediatamente all’occhio: sei gol in 13 partite. Non sono pochi. Nel caso del 9 del Bologna poi, non è certo un freddo numero che testimonia l’importanza del ruolo che il centroavanti rossoblù ricopre nella sua squadra. Sei gol sono solo la punta dell’iceberg. Quella carica, quella voglia di andare su ogni pallone, quel voler essere costantemente al centro dell’azione, anche quando si tratta di ripiegare. Insomma, quella rabbia agonistica non è quantificabile dando una semplice occhiata alla classifica marcatori. 

Senza ombra di dubbio, il Marko Arnautovic che oggi fa sognare Bologna ne ha fatta di strada in termini di prestazioni rispetto a quello di 11 anni fa,: “Una persona fantastica con l’atteggiamento di un bambino”, così fu descritto da Josè Mourinho l’anno del triplete, quando all’Inter, in mezzo ai vari Adriano, Crespo, Cruz e Ibrahimovic, un giovanissimo Marko cercava di farsi spazio, con un atteggiamento che già all’epoca lo differenziava da tutti gli altri: “Mister, io sono meglio di tutti loro”

L’annata però non andò nel migliore dei modi, solo 3 le presenze in campionato per una manciata di minuti irrilevanti, l’infortunio e una amicizia con un Mario Balotelli non proprio nelle grazie dello Special One, che li portò alla ribalta delle cronache di gossip più che di quelle sportive: a questo proposito, indimenticabile fu il furto della Bentley prestatagli da Samuel Et’o. 

Spesso fuori orario ad allenamento, una volta che si presentò in ciabatte ad una riunione tecnica, un’altra volta per farsi perdonare si presentò di mattina prestissimo al campo: un comportamento ammirevole, peccato che l’allenamento fosse previsto di pomeriggio.

 Fu proprio allora che a sorpresa, Josè Morinho, con un affetto che solo un padre comprensivo davanti ad un figlio irresponsabile può avere, gli disse divertito: “Sei il mio uomo. Ti voglio bene. Ti regalo il mio orologio”. Quel cimelio, ancora conservato dall’austriaco, sarà di buon auspicio per il suo futuro. A riprova ulteriore del buon sangue che scorre tra i due, 3 anni fa l’allenatore portoghese tentò di portarlo a Manchester per farlo giocare con la maglia dei Red Devils, un affare che tuttavia non andrà mai in porto.

Domani, alle 18:30, i due si ritroveranno al Dall’Ara, questa volta però da avversari. Due strade che si rintrecciano, ma nel frattempo, e questo Josè lo sa bene, il suo ragazzino è diventato un grande giocatore.

(Fonte: Il Resto del Carlino – Massimo Vitali)

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