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Riccardo Calafiori: una promozione a pieni voti (Stadio)

Una carriera, quella di Riccardo Calafiori, in ascesa: dall’infortunio al riscatto, Bologna e la Nazionale

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Riccardo Calafiori è il re delle cessioni più costose di sempre del Bologna (© Damiano Fiorentini)
Riccardo Calafiori (© Damiano Fiorentini)

Una delle note positive della prima gara dell’Italia ai Campionati Europei è stata certamente la prestazione di Riccardo Calafiori. Il centrale del Bologna, artefice della scalata Champions, da quando gioca centrale di difesa è diventato un altro calciatore. La trasformazione del romano negli ultimi mesi è dovuta principalmente ad un cambio di ruolo, propiziato da Thiago Motta.

L’adattamento e la duttilità

Quando il Bologna decise di puntare su Calafiori, il ragazzo veniva da due esperienze in sordina, dapprima a Genova, sponda rossoblù, poi al ritorno alla Roma. Nelle giovanili giallorosse, era stato etichettato come un futuro calciatore da top club, ma nella capitale mancava il tempo di gioco. Così fu mandato al Genoa, ma neppure lì riuscì a trovare spazio nelle gerarchie, giocando tre partite nel girone di ritorno.

La prima svolta per Riccardo fu il passaggio al Basilea: erano gli ultimi giorni di mercato e, nonostante l’inferiorità del campionato, il giocatore decise di andare a giocare in Super League svizzera. Questo dice molto sulla duttilità che lo renderà titolare in nazionale, inaspettatamente, poco meno di due anni dopo. Nonostante le 26 presenze, al ritorno dal prestito la Roma non sembrava voler puntare su di lui: da terzino c’era ancora qualche lacuna difensiva e scalzare Spinazzola non era ancora possibile. A Bologna, poi, è diventato il giocatore che tutti noi conosciamo.

Occhi addosso

Con una sicurezza e doti difensive inattese, Calafiori sembrava un centrale navigato dal primo istante. A ciò si aggiungono incursioni offensive notevoli, frutto del suo passato da esterno. Il secondo gol inflitto alla Juve ne è l’esempio perfetto: su una palla recuperata “Cala” era già al limite dell’area, pronto per insaccare con un tocco morbido il momentaneo 3-0. Spalletti, pochi giorni dopo quella prestazione, lo definirà un “nuovo Stones” proprio per questa caratteristica che lo rende una mezzala aggiunta in fase offensiva.

Gli azzurri

Fino a pochi mesi fa, Calafiori era un giocatore della nazionale U21. Proprio in occasione di una sfida contro la Turchia in Primavera, Spalletti aveva chiesto a Nunziata, CT degli azzurrini, di provare il giocatore nell’inedita veste di mediano, anche col benestare di Motta. La buona prestazione lo ha portato alla “promozione” con la nazionale maggiore in occasione delle selezioni per Euro 2024.

La svolta è stata proprio la sua partenza da titolare contro l’Albania, al posto di Acerbi, che lo ha reso il secondo azzurro più giovane ad esordire agli Europei dopo Maldini. La grande prestazione potrebbe far cadere in un tranello, quello dei paragoni ingombranti, ma il ragazzo ha personalità ed è un giocatore “nuovo”, moderno, per certi versi unico.

Come Maldini da giovane ha giocato sulla fascia, è vero, ma le similitudini finiscono qui: i due vivono il ruolo diversamente, come abbiamo ampiamente analizzato.

Personalità

La partita di sabato è stata a dir poco impressionante: 6 duelli vinti su 9, 93% di passaggi riusciti e 3 intercettazioni. La speranza è che per lui l’Europeo continui come è iniziato, senza dimenticare che il Bologna lo aspetta in forma: gli ingredienti per una grande carriera ci sono tutti.

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