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Rodrigo Palacio, amore puro

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Non credi ad alcune cose, soprattutto a quelle che fanno più male, fin quando tutto ciò non diventa realtà. E’ questa la sensazione che hanno provato i tifosi del Bologna ieri pomeriggio, quando Rodrigo Palacio ha ufficialmente dato l’addio alla squadra rossoblù. 

Diverse voci si rincorrevano già da tempo, la speranza comune era quella di un passo indietro. Niente da fare, perché quando una storia finisce è inutile forzare il destino. Palacio lascia al Bologna un’eredità incredibile, quattro anni che però sono sembrati molto di più. Arrivato nel 2017 dall’Inter, dove in 140 presenze aveva siglato 39 gol, l’argentino aveva il compito di portare qualità al reparto offensivo felsineo. Ha fatto molto di più. Tante presenze, più di 100, diversi gol e assist fondamentali. Quando si parla di Palacio si deve andare oltre gli aspetti puramente tecnici, perché è stato il suo carattere ha lasciare un’impronta importante nell’ambiente rossoblù. Gli argentini, i sudamericani sono noti per la garra; el Trenza ne aveva una diversa, silenziosa ma allo stesso tempo pungente. 

A Bologna è stato spesso il più anziano, e la sua grande maturità è servita alla squadra per crescere e acquisire esperienza. Chiedere a un Vignato, a un Orsolini o a un qualsiasi altro giovane che si è ritrovato catapultato in una seria realtà come quella di Bologna. Palacio c’è sempre stato, una parola giusta al momento giusto per risolvere ogni tipo di situazione. La società e i tifosi si aspettavano di trovare un bomber, in realtà hanno trovato molto di più. In un calcio egoista e arrogante come quello di oggi, l’argentino si è contraddistinto per onestà, calcistica e intellettuale. E forse è l’aspetto che mancherà di più. Fuori o dentro dal campo poco importava, è sempre stato una garanzia. Perché in campo la sua presenza si è sentita sempre, nel bene e nel male. Se non segnava faceva segnare, se segnava lo faceva in maniera decisiva. L’inesauribile, come lo chiamano da qualche parte, e la tripletta rifilata alla Fiorentina qualche settimana fa ne è la chiara dimostrazione. Perché fino a quando uno così si diverte ancora come un ragazzino, senza pensare a strani piani o chissà cos’altro. Datemi un pallone e sarò felice. Spensierato, amato, coccolato. L’eredità che Palacio lascia al Bologna è immensa, perché forse arriverà un attaccante più incisivo in area di rigore, ma trovare un calciatore, un uomo così, sarà davvero dura. El Trenza chissà ora dove andrà, ma poco importa: sarà sempre sé stesso, indipendentemente da tutto il resto. E’ stato un binomio perfetto, una di quelle storie intense, ma intense fino alla fine. Perché quando si parla di Rodrigo Palacio una lacrimuccia scende sempre e ora, dalle parti di Bologna, tutti si sentiranno un po’ più vuoti.

Per ciò che Palacio è stato. Per ciò che ha rappresentato.

Gracias, Rodrigo. 

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