Bologna FC
Romano Fogli: “Donadoni e.. quel pizzico di Bernardini”
Il suo cammino partì dalla Promozione locale passando all’esordio nel Torino e trascorrendo gloriose stagioni nel Bologna dove vinse uno scudetto da titolare indiscusso. Concluse la sua carriera a 37 anni nel Catania dopo aver vestito la maglia rossonera con Rivera, Lodetti e giocando 13 partite in Nazionale. Ottenne successi anche da allenatore: nel Bologna fece esordire calciatori di spicco come Roberto Mancini, e alla Fiorentina di Batistuta e Rui Costa, dove fu il secondo di Trapattoni. Si sta parlando del campione Romano Fogli, con il quale 1000cuorirossoblu ha avuto il piacere di parlare in esclusiva.
Sig. Fogli, lei fu uno dei titolari inamovibile rossoblù che ci portò alla vincita dell’ultimo scudetto del 1964. Fu una stagione piuttosto travagliata che rappresentò tutto il dramma del calcio racchiuso in uno storico ed inimitabile scudetto. Che ricordi ha?
Ci sono tantissimi ricordi indelebili di quel periodo, sia belli che brutti. Dopo tutto, i momenti dolorosi hanno fatto si che la vittoria avesse un peso più significativo per tutti noi. Non partimmo bene durante quel campionato, ma poi ci riprendemmo collezionando tanti risultati positivi ed infine ci fu lo spareggio contro l’Inter. I nerazzurri venivano da una fantastica vittoria contro il Real Madrid che gli permise di diventare Campioni d’Europa, ma non della Serie A! Ricordo con estrema lucidità anche il presidente Dall’Ara e tutto quello che ha portato a Bologna, insieme al dirigente Schiavio e Della Valle. Ricordo che quando qualcuno diceva qualcosa a Dall’Ara, lui rispondeva: “tanto i soldi li tiro fuori io”. Il presidente e la sua signora furono due personaggi straordinari, loro non avevano figli.. la loro famiglia eravamo noi e i tifosi.
Come è stato formare il centrocampo con Bulgarelli? Quale era il vostro rapporto fuori e dentro il campo da gioco?
Nel 1959 esordì Giacomino Bulgarelli, che era la promessa del settore giovanile rossoblu. Io, Giacomino e Haller facevamo parte di un centrocampo veramento invalicabile, avevamo una sintonia di gioco, un’intesa perfetta. Perani, Pascutti, Nielsen, Janich.. eravamo tutti grandi giocatori e grandi amici. Questa è stata la nostra forza. Ogni tanto incontro Mario Corso, centrocampista dell’inter nel 64, e mi dice sempre: “ Romano, noi eravamo una grande squadra.. ma voi lo eravate di più”.
Un altro indimenticabile protagonista di questa vittoria porta il nome di Fulvio Bernardini. Che allenatore era?
Lui era di una simpatia eccezionale, ma allo stesso tempo era anche la persona più professionale che abbia mai conosciuto. Sapeva esattamente come comportarsi: quando dove fare il serio lui lo era, quando si poteva scherzare era il primo a dire una battuta. Era perfettamente in grado di capire i giocatori, non si occupava solamente di tecnica di gioco ma curava anche il lato umano. Lui non viveva in una casa, ma nell’Hotel Pedretti a Casalecchio di Reno dove mangiava e dormiva lì. Ogni tanto aveva qualche ospite e ogni lunedì ci invitava da lui a mangiare tutti insieme per farci due risate.
Bernardini veniva chiamato il “dottore” del nostro calcio, non solo perché laureato ma anche perché ottimo allenatore a risollevare il destino di squadre in crisi. Non le viene da pensare ad una somiglianza con mister Donadoni?
Sono contentissimo pe Donadoni, perché ha risollevato la squadra e l’ha messa sulla retta via. Effettivamente noto qualche somiglianza con mister Bernerdini, e mi auguro che possa ottenere i suoi stessi risultati perché Bologna se lo merita.
Ha voglia di raccontarci qualcosa sul falso “scandalo doping” che purtroppo dovette affrontare?
Quello fu un periodo straziante. Il 4 marzo del 1964, condannarono me e altri miei 4 compagni di squadra per aver fatto uso di sostanze dopanti, ma in realtà non non avevamo mai fatto nulla di male. Il massimo che prendavamo era un caffè prima della partita. L’accusa era che l’allenatore Bernardini e il nostro medico ci avessero dopati a nostra insaputa, difatti vennero squalificati entrambi. A maggio finalmente venne fuori la verità, ottenemmo la meritata vittoria finale e quello venne nominato “lo scudetto dell’onesta”.
Proprio 3 giorni prima che scoppiasse lo scandalo avevato battuto il Milan in rimonta pe 2-1 a San Siro. Lei pensa che domani il Bologna possa fare una buona partita?
Domani sarà una partita molto delicata, come tutte alla fine, specialmente perché il match si giocherà tra le loro mura amiche, ed in più il Milan è tatticamente più stabile. Mi auguro solo che il Bologna non perda, vittoria o pareggio che sia sarà comunque una grande conquista. Domani avrei dovuto portare i miei nipotini a San Siro, ma considerando il tempo mi sa che me la guarderò in televisione.
Il calciomercato si è ufficialmente aperto ieri, secondo lei cosa manca a questa formazione?
Nel Bologna ho visto 3 o 4 elementi davvero interessanti, con ampio margine di crescita però bisogna ancora migliorare in qualche aspetto. Dal punto di vista dell’esperienza, secondo me, manca qualche elemento, perché qualche veterano in più aiuterebbe l’intera squadra a crescere. Sul giornale sto leggendo parecchi nomi importanti, questo mi fa capire che la società ha un progetto molto serio. Sono sicuro che il club si salverà con estremo anticipo, e anno dopo anno si punterà sempre più in alto.
Come sta andando la vendita del suo libro?
Sta andando benissimo!!! Sono davvero contento perché sto continuando a ricevere svariati complimenti quindi non posso che ritenermi soddisfatto.
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