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RS-CORSERA: Bologna, tutti i perché di un attacco che non segna – 26 mag

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Bello e lungo l’articolo che Claudio Beneforti dedica sulle pagine del “Corriere” a un attacco che il Bologna deve assolutamente ritrovare se vuole avere qualche speranza di spuntarla in quei play-off che iniziano stasera (Spezia-Avellino, chi vince trova i rossoblù) e che dovrebbero terminare si spera con una promozione inseguita per tutta la stagione e che è scivolata via (almeno quella diretta) nella volata finale, quando la mancanza di gol rossoblù ha avuto un peso troppo importante: un mese fa l’ultimo gol degli attaccanti, poco per un reparto che doveva essere il migliore di tutta la Serie B, un orgoglio per una società con grandi piani che adesso rischiano di finire impantanati se Rossi non trova una soluzione. È stato chiamato per questo il tecnico di Rimini, per dare una scossa e per risolvere alcune grane, ha tentato di farlo senza fare figli e figliastri ma i risultati finora si sono visti poco: due pareggi, una vittoria stentata contro una squadra molle come un budino, la miseria di tre reti segnate da Buchel (due) e Mbaye. Poca cosa per pensare ragionevolmente di andare in A, al di là del pessimismo. Va ritrovato l’attacco, vanno ritrovati i gol. E detto che Sansone ha sempre convinto – ci prova, gli manca un partner con cui dialogare – Beneforti individua nel ruolo del centravanti il vero problema, non nominando quasi Acquafresca e riducendo la corsa a Cacia e Mancosu: il primo è stato il bomber per quasi tutta la stagione, ha vissuto di strappi e sembra aver perso entusiasmo anche per via di un rinnovo che comprensibilmente non arriva. A Bologna ha comunque deluso, nonostante le 11 reti: ci si aspettava di più, più convinzione, più costanza, meno pause e più carattere, quello che servirebbe per reagire, per chiudere alla grande, l’orgoglio del bomber che invece sembra mancare. Non va meglio con Mancosu, che a Trapani segnava appena sfiorava il pallone e che con il passaggio in Emilia ha smarrito la sua vena realizzativa come per una maledizione: con Rossi ha comunque giocato lui, segno evidente che perlomeno il tecnico vede nella punta sarda quell’impegno durante la settimana che fa si che ci sia un minimo di fiducia. Del resto sbattersi si sbatte, muoversi si muove, quindi magari se il resto della squadra dovesse trovare il modo di servirlo adeguatamente…

Dubbi e ancora dubbi quelli che Rossi si porta dietro: entro venerdì andranno sciolti, perché se è vero che una squadra non dipende da un solo uomo è anche vero che senza gol nel calcio si va poco lontano. Cacia o Mancosu? E se rispuntasse ancora Acquafresca? La soluzione è nella testa di Rossi, tecnico a tempo che si gioca la A e la permanenza in rossoblù.

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