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RS – CORSERA: Rigori e Farina: una lunga storia – 27 feb

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Claudio Beneforti, nell’edizione odierna del “Corriere di Bologna” affronta un argomento che da tempo infiamma Bologna: ai rossoblù infatti capita di essere tra le squadre che fanno più possesso in Serie B, eppure è stato concesso appena un rigore – peraltro realizzato da Cacia – alla prima giornata. Poi più nulla. Chiaro che tutto ciò acquisisce un certo significato se si guarda al nome del designatore della B: Stefano Farina.

Proprio così, “quel” Farina. Quello della sfida per la B persa con la Spal addirittura nel 1994, play-off di Serie C. Uno stadio intero che si ribellò con veemenza alle scelte del fischietto di Genova, a dir poco discutibili. L’anno dopo Farina andava addirittura in Serie A. I rossoblù lo ritrovavano nel 2000: amichevole estiva con l’Al-Ain, il pubblico lo becca e lui risponde: finisce che deve lasciare il “Dall’Ara” sotto scorta. E nel 2006, poi, ecco Bologna-Juventus: finisce 0-1, il gol decisivo lo segna Zalayeta in fuorigioco. L’arbitro chi è? Messina. E allora? Allora Farina interviene in TV mandando su tutte le furie Ulivieri. Insomma, una storia difficile, e quello di quest’anno appare solo l’ennesimo capitolo.

Eppure Farina è arbitro rispettato, come fa notare il giornalista. Chi lo conosce sa che è presuntuoso e permaloso, ma anche onesto: non a caso dal ciclone di Calciopoli fu uno dei pochi ad uscire lindo e pinto, e la sua credibilità anche in campo estero è sempre stata massima. Di cosa può lamentarsi il Bologna? Beh, qualcosa c’è: Beneforti individua almeno 4 errori contro i rossoblù, il primo dei quali a Perugia (rigore per fallo su Cacia) e l’ultimo sempre su Cacia a Cittadella, rigore ed espulsione. Ma se è per questo era rigore anche il fallo di Paez su Mazzarani (all’andata con l’Entella, fallo “grosso come una casa”) e anche uno per la Ternana.

Insomma, la sensazione che si trae alla fine di questa vicenda, per il giornalista, è questa: tra Farina e il Bologna il rapporto è “nato male” per alcuni errori e atteggiamenti del fischietto di Genova – ma residente a Roma – e non perché dietro ci sia chissà quale sotterfugio. I rossoblù, dal canto loro, non calcano più di tanto la mano sulla vicenda-rigori, mentre comprensibilmente i tifosi sono più sensibili sull’argomento. Chissà che da qui alla fine del torneo non arrivi però la pace tra Bologna e Farina.

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