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RS – Rdc – A Casteldebole la musica è già cambiata: il sergente Rossi mette tutti in riga – 6 mag
Delio Rossi non ha dimenticato come si fa ad allenare e non ha perso il mordente di una volta, nonostante era lontano dai campi da quasi un anno e mezzo. Chiacchiere poche, intensità molta. In mattinata un allenamento prettamente tattico, nel pomeriggio una seduta dedicata alla tecnica e alla tattica ma con un imperativo comune: spingere. Mancano 270 minuti alla fine del campionato e il nuovo allenatore rossoblù vuole che i suoi giocatori diano l’anima e che spingano sull’accelleratore fino all’ultimo minuto. Stesso pensiero espresso dai tifosi presenti a Casteldebole in uno striscione: “Per la maglia che indossate, per la nostra tradizione: obiettivo obbligatorio promozione”. Ad assistere ai primi allenamenti del nuovo tecnico erano poco più di trecento, quasi tutti fiduciosi che ora la SerieA non è più un’utopia. “Vai, Delio!” esclama uno e subito un caloroso applauso accoglie l’ingresso in campo del allenatore rossoblù. “Date una mano a questi ragazzi” ha risposto lui avvicinandosi alla rete”. “Eh, ma loro devono darsela da sola” la controreplica di un gruppetto di tifosi spossati da una stagione tanto sofferta. “Io, quando i miei figli sono in difficoltà, li aiuto”, ha ribadito Rossi. Poi è arrivato il momento di fare sul serio, posizionati i “cinesini” sul campo, Rossi ha cominciato ad insegnare calcio con l’atteggiamento un po’ da sergente e con una grinta che va a mordere sulle motivazioni dei giocatori.
Delio Rossi non ha dimenticato come si fa ad allenare e non ha perso il mordente di una volta, nonostante era lontano dai campi da quasi un anno e mezzo. Chiacchiere poche, intensità molta. In mattinata un allenamento prettamente tattico, nel pomeriggio una seduta dedicata alla tecnica e alla tattica ma con un imperativo comune: spingere. Mancano 270 minuti alla fine del campionato e il nuovo allenatore rossoblù vuole che i suoi giocatori diano l’anima e che spingano sull’accelleratore fino all’ultimo minuto. Stesso pensiero espresso dai tifosi presenti a Casteldebole in uno striscione: “Per la maglia che indossate, per la nostra tradizione: obiettivo obbligatorio promozione”. Ad assistere ai primi allenamenti del nuovo tecnico erano poco più di trecento, quasi tutti fiduciosi che ora la SerieA non è più un’utopia. “Vai, Delio!” esclama uno e subito un caloroso applauso accoglie l’ingresso in campo del allenatore rossoblù. “Date una mano a questi ragazzi” ha risposto lui avvicinandosi alla rete”. “Eh, ma loro devono darsela da sola” la controreplica di un gruppetto di tifosi spossati da una stagione tanto sofferta. “Io, quando i miei figli sono in difficoltà, li aiuto”, ha ribadito Rossi. Poi è arrivato il momento di fare sul serio, posizionati i “cinesini” sul campo, Rossi ha cominciato ad insegnare calcio con l’atteggiamento un po’ da sergente e con una grinta che va a mordere sulle motivazioni dei giocatori.
Neanche cinque minuti di schemi che il tono della voce si era già alzato fino a sembrare rimprovero. Poi cominciano le consultazioni con i singoli. “Se hai capito devi farlo. Se non hai capito, te lo rispiego”, ripete a molti giocatori. Passano altri minuti e la squadra pare ingessata. Lui non ci sta, ferma tutto e urla: “Ragazzi, il calcio è come la musica: bisogna avere ritmo!”. Dopo dieci minuti la voce è quasi sparita, ma non la grinta. Finisce l’allenamento, i giocatori se ne vanno e Rossi prende da parte Cacia e gli spiega alcune cose come fa un’insegnante con l’allievo. Ora si fa sul serio.
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