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RS – Rdc – Pioli, quando l’esonero può aprire le porte del successo – 21 ago

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Una delle scelte più errate della passata gestione del Bologna, targata Guaraldi, fu l’esonero di Stefano Pioli. Era il 7 gennaio 2014 quando i dirigenti rossoblù decisero di cacciarlo ascoltando le lamentele dei giocatori, che preferirono far ricadere su di lui tutte le colpe dopo le nove sconfitte consecutive di quel periodo. Pioli se ne andò senza proferire parole e senza lamentarsi, nonostante nelle ultime due stagioni aveva fatto grandi cose. Il 4 ottobre 2011, infatti, rilevò Bisoli mettendo in mostra le sue qualità nel saper modellare la squadra che quell’anno divenne la rivelazione del campionato. L’anno successivo partirono due pezzi pregiati come Di Vaio e Ramirez e arrivò il solo Gilardino.

La squadra crollò, ma Pioli continuò a credere nel progetto, quando avrebbe potuto benissimo lasciare tutto ed evitare l’esonero, dopo quello lampo subito a Palermo. Zamparini infatti lo cacciò per non essere riuscito a conquistare il pass successivo in Europa League (i rosanero furono sconfitti ai preliminari dal Thun). Il presidente del club siciliano poi si pentì, così come lo avrà fatto Guaraldi vedendo dove Pioli ha portato la Lazio. Domenica il tecnico biancoceleste rincontrerà il Bologna, che esonerandolo si è autocondannato alla retrocessione e gli ha dato la possibilità di entrare nel ristretto cerchio dei vincenti.

Fonte immagine: quotidiano.net

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