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RS – REPUBBLICA: BFC Le sorprese del bilancio – 23 Nov

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Su Repubblica in un interessante articolo del mai banale Simone Monari si parla delle sorprese contenute nel bilancio del BFC. 

L’amico Monari ci scrive, infatti, che la spending review non abita a Casteldebole, a dispetto delle buone intenzioni. E lievitano gli stipendi del presidente Guaraldi e del dg Zanzi. Sulla necessità di contenere i costi nessuno nutre dubbi e in questi ultimi due anni, dopo il disastro Porcedda, molti debiti sono stati ridotti e i risultati sportivi sono stati buoni. Il 9° posto del 2012 resta il miglior risultato dell’ultimo decennio. Ma le casse piangono e la spesa è alta.

 

Non si tratta solo dei calciatori, che pesavano per 33,9 milioni nel bilancio approvato a giugno 2012 e nell’ultimo esercizio (quello relativo al campionato scorso), sono passati a 36,3, con un sostanzioso + 7%.

 

C’è dell’altro. Quando a giugno 2011 il presidente Guaraldi chiuse il suo primo bilancio da presidente, il consiglio d’amministrazione costava al Bologna 120 mila euro e la stessa cifra venne mantenuta l’anno successivo. Soldi che in realtà anziché finire in tasca ai consiglieri venivano poi girati da loro stessi alla controllante, Bologna 2010, per coprirne le spese. Un comportamento virtuoso.

 

Oggi però quella cifra è schizzata a 557.458 mila euro, quasi quintuplicata. E comprende lo stipendio del presidente Guaraldi, che è di 250 mila euro netti, quindi circa 500 mila euro lordi. Quel che rimane è presumibile che vada ai consiglieri (che nel frattempo sono calati), con la citata formula del gettone. Non solo: il dg Zanzi costa oggi al club 434 mila euro annui, significa che ne percepisce 220, 230 mila. Considerato che riveste anche la carica di direttore sportivo, la cifra non appare elevata. «È uno dei meno pagati d’Italia», ha rivendicato tempo fa Guaraldi, che sta iniziando a cercare il successore perché il contratto di Zanzi è in scadenza. Ma è anche vero che l’ingaggio gli è stato raddoppiato. Nel bilancio del 30 giugno 2012 la cifra lorda era di 240 mila euro. E quando qualche consigliere, in Cda, avanzò delle obiezioni, peraltro assai garbate, Guaraldi disse: «Non me la sento di rimangiarmi la parola».

 

La notizia dello stipendio che il presidente decise di attribuirsi uscì invece a fine ottobre 2012. Si scrisse che la cifra annua si aggirava sui 250 mila euro lordi. «Non so neanche se li prenderò quei soldi, finora ho sempre speso dei miei», commentò il patron coi soci. E uno di questi spiegò: «Guaraldi lavora tante ore in sede, il problema semmai è quanto paghiamo certi giocatori…».

 

Vecchia storia. Oggi però si apprende che anche questa cifra è stata in fretta riveduta. E parliamo di un club che naviga in acque sempre difficili. L’aumento di capitale fino a 6 milioni s’è tradotto in 1,5 sottoscritti e soltanto 520 mila euro depositati. Di questi, circa 300 mila sono stati versati dal presidente. Nel frattempo il capitale sociale è stato dimezzato per perdite e circa dieci milioni sono andati in fumo. Fare calcio, qui, non è certo un business. Ma i costi della governance sono ugualmente cresciuti, per non parlare di quelli dello staff tecnico, quasi 6 milioni lordi da qui al 2015.

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