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RS – STADIO: Cacia, missione-gol: “Ho scelto Bologna subito” – 03 set

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Il giornalista chiede: “Quando hai scelto Bologna?” E lui, sicuro: “Dal giorno in cui è retrocessa. Ho pensato subito: è la piazza che fa per me.” Perché “è una piazza tra le più importanti d’Italia, io in B la mia parte l’ho fatta sempre. Ho pensato: sono in scadenza e costo zero, vedi mai…” Rilanciarsi insieme, dunque. Al resto ci ha pensato Filippo Fusco, trasformandolo nel fiore all’occhiello di una campagna acquisti difficile. “Mi ha convinto subito, qui c’è fame, c’è voglia.”
Daniele Cacia non è uno dei predestinati del pallone, ma uno di quelli che il suo posto se lo è guadagnato con tanta gavetta e tanti sacrifici, e nella lunga e interessante intervista che appare sul numero odierno di “Stadio” racconta se stesso tra un passato importante ma che senza sfortuna avrebbe potuto essere anche migliore ed un futuro che lo vede proiettato in maglia rossoblù.
“Sento attorno molta elettricità nell’ambiente, capisco che siano tutti scottati dalla retrocessione, ma ci vuole tempo.” Tempo e sacrifici, quelli che ha sostenuto suo padre – commerciante in surgelati – per regalargli un futuro. “Mio padre pagava un milione e cento al mese, per mantenermi, (in una scuola calcio di Torino che si appoggiava alla “Gabetto” NdR) così per due anni di fila. Capisci perché devo tutto a lui e a mia madre? Volevano darmi un futuro.” Futuro che iniziò a Pistoia, allenatore Tedino, che lo lanciò: “Persona splendida, fin lì non avevo fatto niente. Con lui 11 partite e 8 gol, fu il trampolino per Piacenza.” Dove iniziò una carriera mai esplosa completamente, almeno in Serie A. E lui, Cacia, un po’ se la prende se lo chiami “bomber da Serie B”, sottolineando che occasioni vere in massima serie ne ha avute pochine: “A 23 anni, dopo 34 gol in un anno e mezzo a Piacenza mi prende la Fiorentina. Ma ci arrivo infortunato, zoppicavo, avevo male dappertutto, pesavo dieci chili in meno di adesso.” Occasione persa, come la scorsa stagione, dove finisce ai margini nel Verona nonostante fossero stati proprio i suoi gol a trascinare l’Hellas in Serie A la stagione precedente: “Lasciamo perdere, mi sono sentito trattato male. Da vice Toni all’ultimo dei ragazzini ce ne passa, no?” A Bologna invece sarà Serie B, ma di nuovo da protagonista, al centro del progetto. Con una speranza, “quella di fare tanti gol, è il mio mestiere, sono venuto per fare questo. Che poi è inutile girarci attorno: tanti gol significano spesso anche tanti punti.” E magari ritrovare una Serie A solo sfiorata e con la quale questo ragazzo che si è fatto da se ha ancora dei conti in sospeso.

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